DAGOREPORT
BENIGNI MATTARELLA
Tutti si aspettavano Zelensky in video e invece stasera sbarca al teatro Ariston Sergio Mattarella in persona. Un segnale politico importantissimo. Non solo perché sarà la prima volta di un Presidente della Repubblica nella storia del Festival di Sanremo.
Ma perché avviene in un contesto politico che vede Giorgia Meloni pronta per quella che lei chiama “la madre di tutte le riforme”: quel presidenzialismo che cambierà funzioni e modalità di elezione del presidente della Repubblica. Mentre la Lega di Salvini grida vittoria sul disegno di legge sull’autonomia differenziata che polverizzerà ancor di più l’uguaglianza tra le regioni italiane.
ISCHIATUTTO - GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI - MEME BY EMILIANO CARLI
Due riforme che sono viste da Mattarella come sabbia negli occhi. Di più: un pericoloso sabotaggio alla Carta Costituzionale della nostra Repubblica da respingere in tutti i modi, ad ogni costo: anche scapicollandosi fino a Sanremo, ultimo rito liturgico nazionale che ci è rimasto, dopo lo stadio.
Qui entra in ballo l’astuzia di Carlo Fuortes. L’amministratore delegato della Rai che da tre mesi si barcamena tra i marosi di un governo Meloni famelico di sfancularlo e di melonizzare l’emittente di Stato, ha avuto la brillante idea di proporre alla Mummia Sicula una poltrona al teatro Ariston mentre sul palco Roberto Benigni celebrerà il 75° anno della Costituzione Italiana.
L’invito di Fuortes a Supersergio è avvenuto una settimana fa nei saloni del Colle in occasione del 30esimo anniversario del Telegiornale scientifico ''Leonardo'’.
sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione 2
Benigni che declama la Costituzione alla presenza di Mattarella, in apertura della messa cantata per antonomasia di questo disgraziato paese a forma di stivale: cosa c’è di più forte e significativo come “no” alle fregole autonomiste di Salvini e alle smanie presidenzialiste della Meloni?
Il siparietto istituzionale sanremino è quindi un tosto avvertimento a un governo di destra-centro che tre mesi fa era partito bene (atlantismo, europeismo, draghismo) ed ora comincia a claudicare per deficienze culturali e strutturali, tant’è che hanno fatto una legge per assumere i funzionari statali in pensione.
maurizio caprara carlo fuortes foto di bacco
Da una parte. Dall’altra Fuortes fa bingo: con il debutto a Sanremo, Sergione manda un messaggio a Casa Meloni: l’Ad Rai, nominato da Draghi, sta facendo bene il suo lavoro e deve restare in sella fino alla scadenza del mandato, 2024. Un avvertimento che vale anche per i posti apicali in ballo a marzo per le partecipate di Stato (Eni, Enel, Leonardo, Poste, Terna, etc).
fuortes mattarella