Francesco Bonazzi per la Verità
Mario Draghi
«Penso che sia una brava persona, ma cosa fa tutto il giorno alla Bce, quando non alza i tassi dello 0,25%?». Parole di Beppe Grillo su Mario Draghi del 2013. Poi ci si chiede da quale recesso dell'inesplicabile umano sia spuntato uno come Luigi Di Maio, con il suo ormai leggendario: «Draghi? Mi ha fatto una buona impressione».
Grillo comunque ha fatto il comico per larga parte della sua vita e adesso è planato sulla Capitale per diradare le nuvole sui giorni più bui del Movimento. Dovrà metterci la faccia Beppone, oggi, quando guiderà la delegazione pentastellata, in compagnia (da quanto si apprende) dell'ormai ex premier, Giuseppe Conte, per dare il via libera alla «brava persona» e impedire che il M5s venga polverizzato dalle elezioni.
grillo crimi
E pazienza se non solo il popolo grillino ricorda bene la quantità di insulti e prese in giro che in passato Grillo, il più puro dei puri, ha riservato a Draghi, che «andrebbe processato per il crac del Monte dei Paschi di Siena», al Pd («Gente sporca dentro») e a Matteo Renzi («buffoncello» ed «ebetino»).
La verità è che la mossa di Sergio Mattarella ha frantumato tutti i principali partiti e la coerenza, ovviamente, al momento di negoziare le cadreghe va a farsi benedire. Per lunghi anni, Draghi è stato un bersaglio facile di Grillo e del grillismo. Ma Grillo stesso lo è stato, almeno nel caso del leggendario meeting sul Britannia del 1992, nel corso del quale l'allora direttore generale del Tesoro spiegò a una platea di investitori e banchieri anglosassoni perché dovevano puntare sulle privatizzazioni italiane.
grillo di maio
Negli anni, quel discorso per molti sarebbe stata la prova della «svendita» della nazione agli stranieri, ma è successo anche che a bordo di quel panfilo di Sua Maestà, le teorie complottiste abbiano fatto salire un po' chiunque, come se fosse una novella Loggia P2. Perfino Beppe Grillo è stato accusato di essere stato presente, anche se è un falso clamoroso.
Non sono invece dei falsi le cosucce che l'ex comico di Sant' Ilario diceva sull'ex banchiere di Goldman Sachs. Uno dei primi dossier che Draghi dovrà affrontare, se riuscirà a formare un governo, è quello della privatizzazione del Monte dei Paschi di Siena. Beppe Grillo ne chiede la nazionalizzazione dal 2013 e negli anni non ha risparmiato neppure Draghi, che è stato anche governatore di Bankitalia.
grillo
«Per il caso Montepaschi dovrebbero essere messi sotto processo», chiedeva sotto elezioni il 13 febbraio 2013, «i vertici del Pd dal 1995 a oggi, la Banca d'Italia, Draghi e la Consob». Un anno più tardi, il 29 aprile 2014, Grillo andò all'assemblea della «banca dei compagni», per dire che di quel disastro «sono responsabili la Consob, la Banca d'Italia e forse anche Draghi». Probabilmente, sul futuro premier, gli era cominciato a venire qualche dubbio, tipo che non facesse parte della «banda Mussari».
Quello che Grillo non perdonava a Draghi era più che altro il perfetto allineamento con l'Ue. Grillo, quel che ha detto ha detto e ora ci si prepara al prossimo giro di valzer nel salone delle feste del Quirinale.
beppe grillo
Un Draghi in versione affamatore del popolo è quello che emerge da vari attacchi di Grillo sul suo blog. «Draghi e la Bce ricompensano il crac finanziario azzerando il welfare dei Paesi», attacca Grillo su La 7 il 22 settembre 2014, parlando di oscuri «ricatti della Bce» sull'abolizione dell'articolo 18, perorata da Matteo Renzi. Il capolavoro degli attacchi a Draghi, però, è quello all'apparenza più garbato. Intervistato dalla tv americana Cnbc International (17 maggio 2013), Grillo gli fa la seguente pubblicità: «Noi non contiamo nulla qua, non succede nulla che i grandi poteri finanziari non decidono. Decidono loro, Jp Morgan, le agenzie di rating, la Bce non proprio Draghi». Poi aggiunge: «Penso che lui sia una brava persona, ma quando non aumenta i tassi dello 0,25% che fa? Cosa fa tutto il resto della giornata?».
GRILLO CRIMI DRAGHI
Gli attacchi più diretti alla «brava persona» li ha sempre lasciati fare ad altri sul suo blog. A cominciare dal senatore Elio Lannutti, fondatore dell'Adusbef ed esperto conoscitore di magagne bancarie, per il quale «Mario Draghi è colui che nel marzo 2008, da governatore, autorizzò Monte dei Paschi ad acquistare Antonveneta per il prezzo folle di 9 miliardi». E poi, visto che il presidente della Bce aveva definito la scelta dell'euro «irreversibile», lo stesso Lannutti gli ricordò che «comandano i popoli, non Draghi» (Blog delle stelle, 7 febbraio 2017).
GRILLO
Quanto alla storia di «Draghi massone», diretta conseguenza dell'epifania sul Britannia, in ambito M5s è stata evocata dal sedicente «massone democratico» Gioele Magaldi, intervistato dal blog di Grillo il 5 gennaio 2015 e ripreso dall'agenzia Ansa del medesimo giorno. Comunque, capita di cambiare idea. Ne sanno qualcosa nel Pd, vittime preferite delle intemerate grilline prima di governare tutti insieme appassionatamente. A marzo del 2017, il deputato pd Michele Anzaldi ne fece una raccolta sull'Huffington Post: «Il Pd è il partito preferito dalla Camorra» (14 gennaio 2016); «Partito di lotta e di massoneria» (28 ottobre 2014); «Il Pd? Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di denaro e di petrolio» (31 marzo 2016); «Gli elettori tipo del Pd sono ex broker o ex Banda della Magliana» (20 gennaio 2015);
MARY DRAGHI POPPINS
«Il Pd? Gente sporca dentro» (22 aprile 2016). Quanto a Matteo Renzi, negli anni da premier si è beccato dell'«ebetino», dell'«ebolino», della «scrofa ferita». Di tutto questo, alla fine, è rimasto il tavolino di Giuseppe Conte davanti a Palazzo Chigi, che si candida a guidare M5s e Pd nel governo Draghi. Con la benedizione di Grillo, il quale, alla fine, è anche lui «una brava persona».
Mario Draghi Mario Draghi LAGARDE DRAGHI