DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Ha 38 anni, è nato a Castiglione d'Adda e vive a Codogno con sua moglie, lavora all'Unilever di Casalpusterlengo, tutti paesi in provincia di Lodi. Ma il primo contagiato in Italia da coronavirus ha, in queste settimane, avuto contatti - come è logico - con tantissime persone. Per questo le autorità sanitarie stanno cercando di ricostruire i suoi spostamenti, per allargare il raggio dei tamponi necessari per rilevare l'eventuale positività al test, visto che i casi negativi sono già saliti a sei e tra questi c'è un compagno di sport del 38enne.
INFERMIERI ALL OSPEDALE DI CODOGNO CON MASCHERINE MA SENZA GUANTI
Il 38enne è ricoverato da mercoledì sera all'ospedale di Codogno in condizioni molto gravi. L'ipotesi - tutta da verificare - è che il contagio possa essere avvenuto tra fine gennaio e inizio febbraio, quando l'uomo ha cenato con un collega appena rientrato dalla Cina (e che lavora all'Unilever ma di Fiorenzuola d'Arda, nel Piacentino). Finora sono stati ricostruiti gli spostamenti degli ultimi giorni: ecco cosa sappiamo.
L'uomo, che è molto sportivo, fa parte del Gruppo podistico di Codogno, il 2 febbraio ha partecipato a una corsa con altri 18 podisti a Portofino, il 9 febbraio a una corsa a Sant’Angelo Lodigiano. Sabato mattina ha partecipato a un corso della Croce Rossa a Codogno e poi a una partita di calcio a 11 con la sua squadra, la Picchio di Somaglia, contro squadra cremasca Amatori Sabbioni del campionato Amatori del Csi.
Domenica si sarebbe presentato poi al Pronto soccorso di Codogno con la febbre alta: rimandato a casa, è tornato mercoledì quando poi è stato ricoverato.
Centinaia, quindi, potenzialmente, le persone che sono entrate in contatto con l'uomo, sua moglie, e con lo stretto conoscente ricoverato al Sacco. Per questo la Regione invita i cittadini di Codogno e Castiglione a non uscire di casa. In paese sono esaurite tutte le mascherine e i flaconi di antisettici per le mani in farmacie e negozi, tanto che molti hanno esposto cartelli sulle vetrine. Poche persone in giro e, quelle che si avventurano, si coprono naso e bocca con sciarpe e maglioni.
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