Estratto dell’articolo di Carmine Gazzanni e Stefano Iannaccone per “Domani”
CONFERENZE - MEME BY EMILIANO CARLI
Si parte dalla struttura del commissario per la depurazione in Sicilia, infarcita di amici e qualche compagno di partito con trascorsi giudiziari turbolenti, come nel caso dell’uomo forte di FdI a Catania, Fabio Fatuzzo. Passando per la direzione dell’Agenzia che eroga i finanziamenti all’agricoltura, affidata a Fabio Vitale, nome in rampa di lancio anche per il nuovo consiglio di amministrazione dell’Inps.
Ma si arriva ad altre società pubbliche, da Anpal servizi alla Ales. Il comune denominatore non cambia: all’interno ci sono politici riciclati o anche solo manager “d’area”, che la destra meloniana ha convocato al vertice di amministrazioni nonostante curricula spesso e volentieri tutt’altro che specchiati.
Ci sono casi di condannati dalla Corte dei Conti per danno erariale, oppure dirigenti sanzionati dalle amministrazioni di riferimento, che oggi si trovano a gestire macchine organizzative complesse, che maneggiano progetti e milioni di euro. Senza tacere di chi non vanta competenze specifiche.
fabio fatuzzo
Il deficit di classe dirigente della destra, come vedremo, non riguarda dunque solo il personale politico, che in oltre un anno di governo spesso ha dimostrato di non essere all’altezza delle sfide, o di essere impresentabile per l’alto incarico. Oltre a Vittorio Sgarbi si dovrebbero dimettere, causa scandali assortiti, la ministra del Turismo Daniela Santanché, per la gestione delle aziende, quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha inanellato figuracce. Per non tacere dei sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro e quello del Lavoro, Claudio Durigon.
Ma l’assenza di classe dirigente all’altezza tocca anche la nomenclatura con cui la destra sta occupando la pubblica amministrazione, le sale di comando di ministeri, agenzie pubbliche ed enti assortiti.
giorgia meloni conferenza stampa di fine anno 1
DEPURAZIONE IN SICILIA
Partiamo dal Sud. Uno dei casi principe è quello del commissario per la depurazione in Sicilia. La missione è imponente. È chiamato a superare le infrazioni inflitte dall’Unione europea, alcune giunte già a sentenza di condanna. Bisogna correre ai ripari, dunque, sulla progettazione e realizzazione dei lavori di collettamento, fognatura e depurazione nell’isola, come chiesto da Bruxelles. Altrimenti lo Stato italiano è costretto a pagare ancora.
Così il governo Meloni ha messo in piedi un team, che è una sintesi di ripescati, talvolta con la moltiplicazione delle poltrone. La nomina a commissario straordinario unico di Fabio Fatuzzo risale all’agosto del 2023 […] Poco male se allo stesso tempo, dal 2019, Fatuzzo è presidente della Sidra (seppure senza compenso dal 2021), la società del Comune di Catania che gestisce il servizio idrico, con una moltiplicazione di incarichi compatibili ma inopportuni.
gianfranco fini
Fatuzzo è stato uno storico dirigente del Movimento sociale italiano, presente già nel direttivo del Fronte della Gioventù insieme a Gianfranco Fini. In Parlamento ha fatto un solo giro, alla Camera dal 2001 al 2006 nel gruppo di Alleanza nazionale. Ma se fosse solo per trascorsi politici, saremmo al classico caso di «amichettismo», denunciato dalla premier Meloni.
La stella di Fatuzzo si è appannata per una condanna definitiva di 2 anni e 2 mesi nell’ambito del processo Cenere che coinvolse l’ex giunta del comune di Catania, guidata da Umberto Scapagnini, noto per essere stato il medico di Silvio Berlusconi.
L'inchiesta è poi sfociata nella condanna con l’interdizione dai pubblici uffici. A seguire, gli stessi componenti della giunta, Fatuzzo compreso, sono stati condannati dalla Corte dei conti per danno erariale. Con una sanzione di 25mila euro da restituire al comune di Catania.
giorgia meloni conferenza stampa di fine anno
Qualche anno dopo, in tempi più recenti dunque, Fatuzzo ha lasciato il segno alla Sidra: nel maggio 2023, infatti, l’Arera (l’Authority per l’energia) ha deliberato una revoca di finanziamenti per alcune inadempienze della società presieduta da Fatuzzo, che non aveva provveduto a impiegare l’80 per cento delle risorse come stabilito. In totale sono stati stoppati 5 milioni di euro stanziati per la realizzazione di 26 progetti più un altro milione per l’attuazione di diverse iniziative. […]
IL SUBCOMMISSARIO DAFFINÀ
Fatuzzo è in buona compagnia. Come subcommissario ritroviamo Antonino Daffinà, professionista calabrese, molto vicino proprio al partito fondato da Silvio Berlusconi. Solo che il legame è con il presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, con cui il presidente della regione Sicilia, Renato, Schifani è in aperta competizione come referente per il Mezzogiorno di FI.
Antonino Daffina'
Daffinà condivide con il commissario Fatuzzo un destino simile: nel 2022 ha subìto una sentenza di condanna per danno erariale, in merito alla compravendita di un immobile da adibire a sede dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) di Vibo Valentia.
La Corte dei Conti, in appello, ha condannato Daffinà al pagamento di 70mila euro per l’operazione, in attesa del ricorso in Cassazione annunciato dal manager. A completare il trio delle meraviglie c’è Toto Cordaro, volto noto della politica siciliana che non ha condanne ma rientra nel giro dell’amichettismo, per usare un’espressione in voga a Palazzo Chigi: è stato assessore della giunta di Musumeci. E ora il legame ha pagato; gli è stato garantito il ruolo di subcommissario dopo che da aprile a dicembre dello scorso anno è stato consulente a Palazzo Chigi. Dove? Al dipartimento proprio di Musumeci.
INCARICHI PESANTI
GAETANO CAPUTI
Negli stessi uffici, sebbene con ben altro potere di influenza, c’è Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Giorgia Meloni, sul cui curriculum non c’è nulla da eccepire. Anzi. E che proprio per questa sua competenza ha sommato una serie di funzioni, da presidente degli organismi di vigilanza di Ismea e Unirelab, realtà collegate al Masaf di Francesco Lollobrigida. Posizioni a cui non ha rinunciato, nemmeno dopo aver accettato di affiancare la premier alla presidenza del Consiglio con un ricco compenso, il più alto di Palazzo Chigi.
Fuori dal perimetro istituzionale, non brilla invece, a Terna, la stella di Giuseppina Di Foggia, voluta come amministratrice delegata direttamente dalla famiglia Meloni, con Arianna principale sponsor della manager nonostante un curriculum (era ad di Nokia Italia) che poco aveva a che fare con un’azienda energetica così importante come Terna. Mentre va ricordato che all’Inps il presidente è Gabriele Fava, giuslavorista di lungo corso e che per anni è stato suggeritore dei colossi del delivery food, ma che sono finiti in causa proprio con l’istituto di previdenza.
giuseppina di foggia 1
SANZIONATO E PREMIATO
Uno dei casi più curiosi, e meno noti, riguarda Fabio Vitale. Ritenuto molto vicino al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a pochi mesi dall’insediamento del governo Meloni è diventato direttore di Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, la cassaforte del settore. Non è finita qui: secondo i rumors, Vitale sarebbe in procinto di entrare nel cda dell’Inps. Il che desta più di una curiosità.
Certo, Vitale ha già ricoperto incarichi di rilievo all’interno dell’Istituto. L’esperienza non manca. Ma durante quei mandati è stato toccato da due provvedimenti disciplinari. Bisogna tornare indietro di qualche anno per capire di cosa stiamo parlando. Nel 2015 viene avviato il primo procedimento perché vengono riscontrate «irregolarità» nella «gestione degli appalti di lavori eseguiti presso la Direzione regionale per la Toscana» proprio nel periodo in cui Vitale era a capo della sede Inps regionale.
GAETANO CAPUTI
Non ci sarebbe stata, come risulta a Domani, «corrispondenza tra gli interventi di lavori pubblici programmati e quelli realizzati» sia nel 2013 che nel 2014: nel primo caso «su 451 interventi eseguiti solo 28 sono riferibili agli interventi programmati e codificati nel Piano Triennale dei Lavori»; nel secondo, invece, su 342 lavori eseguiti solo 72 trovano corrispondenza in quello che era stato previsto.
Il dirigente ha sempre respinto ogni tipo di addebito, nonostante ciò il 15 settembre 2015 arriva la sanzione: sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per quattro mesi. Una misura pesante. Passa un solo anno e Vitale finisce in un altro procedimento disciplinare. Questa volta le irregolarità vengono riscontrate «nell’esame del fascicolo relativo alla concessione del mutuo da parte dell’Inps a favore dello stesso».
Massimo Temussi
Anche in questo caso sono diverse le contestazioni, tra cui il fatto che l’immobile oggetto di mutuo – contrariamente a quanto previsto dalla norma – «non risultava essere né il luogo di residenza dell’epoca del dipendente, né la sua sede di servizio, né tantomeno risultava distante entro 50 km dalla sede di servizio».
L’immobile, a quanto si legge, sarebbe stato della moglie che l’avrebbe sì ceduto al marito ma solo «dopo cinque mesi dalla stipula del mutuo». Si arriva così a una seconda sanzione disciplinare che arriva il 19 maggio 2016: sospensione ancora più pesante, per sei mesi. Entrambe le sanzioni sono state dimezzate dopo la presentazione del ricorso. […]
TEMUSSI TORNA A CASA
Marina Calderone Giorgia Meloni
All’Anpal servizi, società in house del ministero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti, ma braccio operativo del dicastero del lavoro, è andata in scena una pantomima. Massimo Temussi, braccio destro della ministra Marina Elvira Calderone, si era insediato a marzo 2023 dopo la defenestrazione del precedente cda, presieduto da Cristina Tajani (ora senatrice del Pd) che pure era stato nominato da pochi mesi.
Nel frattempo, il presidente di Anpal Servizi, che si occupa di una serie di attività collegate alle politiche attive, era finito sotto inchiesta a Cagliari per le ipotesi di reato di abuso d'ufficio e rivelazione di segreto all'epoca in cui ricopriva l'incarico di commissario straordinario dell’Ats, l'azienda regionale sarda per la salute.
marina calderone
A novembre era stato ascoltato dai magistrati, respingendo ogni addebito. E per questo sembrava intenzionato ad andare avanti, tanto da aver illustrato – a dicembre – i risultati a fine anno e promettendo un grande futuro. All’improvviso, con il nuovo anno, ha rassegnato le dimissioni via LinkedIn, lo scorso 17 gennaio: dal suo profilo ha riferito che è stata chiusa l’attività di presidente e ad di Anpal Servizi, lasciando la società senza una guida.
La decisione non è legata a un beau geste in attesa dei chiarimenti sull’inchiesta, su cui si attendono a breve evoluzioni sull’archiviazione o il rinvio a giudizio: Temussi è passato alla direzione politiche attive del ministero. Ha preferito fare ritorno alla casa-madre, al fianco di Calderone di cui era stato consigliere fidatissimo. Con un modus operandi che spiega molto.
CLAUDIO ANASTASIO
DALLA 3-I ALLA SOGIN
Nella lista ci sono altri casi, senza inchieste ma altrettanto rumorosi, come quello della 3-I Spa, che si occupa della digitalizzazione dei servizi di Inps, Inail e Istat, finita due volte nell’occhio del ciclone. Prima con la nomina a presidente di Claudio Anastasio, che si è presentato citando il discorso di Mussolini in cui rivendicava politicamente il delitto Matteotti, e poi con l’incarico di direttore generale assegnato – alla fine di un lungo iter – a Stefano Acanfora, che qualche anno prima aveva sottoscritto una consulenza alla regione Lazio all’attuale sottosegretario Giovanbattista Fazzolari.
claudio anastasio 4
Di recente è finita sotto l’esame del parlamento, per due diverse interrogazioni al Senato e alla Camera, la nomina di Giuseppe Bono a capo del settore regolatorio autorizzazione e istituzionale della Sogin, la società che si occupa dello smantellamento delle centrali nucleari. L’amministratore delegato voluto dal governo Meloni, Gian Luca Artizzu, ha bruciato le tappe per assegnare il ruolo a Bono, sollevando perplessità visto che undici dirigenti interni, con funzioni di vicedirettori, sono rimasti senza delega. Nessun problema, hanno fatto sapere dal governo né sui tempi dell’assegnazione dell’incarico né sulle competenze. […]
ALES, ULTIMA ARRIVATA
LA CONSULENZA ASSEGNATA DA STEFANO ACANFORA A GIOVANBATTISTA FAZZOLARI NEL 2017
Tra i fedelissimi meloniani finiti nelle partecipate non si può infine non menzionare anche Fabio Tagliaferri, da pochi giorni divenuto il nuovo presidente e amministratore delegato di Ales spa, la società controllata dal ministero della Cultura che ha tra gli altri compiti quello di gestire le Scuderie del Quirinale. Per capire il cursus honorum di Tagliaferri bisogna bussare direttamente a casa Meloni, dato che la sorella di Giorgia, Arianna, lo ha scelto come delegato alle alleanze nel territorio.
La sua, d’altronde, è militanza attiva dato che ha contribuito a rifondare il partito di Fratelli d’Italia a Cassino, mentre a Frosinone è stato assessore con delega prima ai Lavori pubblici, dunque ai Servizi sociali. Incarico, quest’ultimo, da cui si è dimesso proprio dopo la nomina a capo di Ales. […]
Sempre al ministero della Cultura, c’è stato Francesco Giubilei. L’editore e volto mediatico della destra ha dovuto, però, rassegnare le dimissioni da consulente di Sangiuliano: è stato messo di fronte all’evidenza di un potenziale conflitto di interessi, dopo che il Foglio ha raccontato come la fondazione Tatarella, che Giubilei stesso presiede, ricevesse dei contributi del Mic.
GIORGIA E ARIANNA MELONI giorgia meloni con la sorella arianna e la madre anna paratore arianna e giorgia meloni Giorgia e Arianna Meloni GIORGIA E ARIANNA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - FOTOMONTAGGIO DEL FATTO QUOTIDIANO