• Dagospia

    ''TUTTI I MINISTRI SAPEVANO''. CONTE ISOLATO DALLA VECCHIA E NUOVA MAGGIORANZA VUOLE RIMETTERE IN MEZZO SALVINI E DI MAIO SUL MES. MA È BAGARRE CON IL LEGHISTA: ''SI VERGOGNI, O LEI O GUALTIERI STATE MENTENDO'' - IL TUTTO NEL GELO ASSOLUTO CON DI MAIO, CHE NON GLI RIVOLGE LA PAROLA


     
    Guarda la fotogallery

    Fabio Martini per ''La Stampa''

     

    Alle cinque della sera, nell’austera aula del Senato, foderata di mogano e velluto rosso, l’avvocato e professor Giuseppe Conte sta sciorinando con estrema puntualità gli innumerevoli passaggi nei quali – nel corso dell’ultimo anno e mezzo – ex ministri della Lega e attuali ministri dei Cinque stelle e l’intero Parlamento erano stati informati dei dettagli del Meccanismo europeo di stabilità, ma nulla obiettarono.

     

    In sostanza il discorso di Conte – accusato nei giorni scorsi di alto tradimento della Costituzione per aver occultato la presunta «svendita dell’Italia a Bruxelles» – si può riassumere così: tutti i ministri sapevano e «contro di me sono state pronunciate accuse infamanti, false». Davanti a un’aula a tratti malmostosa, Conte, si concede anche battute ironiche: «Sono note le resistenze di Salvini a studiare i dossier...».

    conte di maio conte di maio

     

     

    Un elenco puntuale, quello di Conte, ma talmente prolungato da aprire la strada a qualche sbadiglio e infatti dopo una mezz’oretta gran parte dei senatori Cinque stelle pensano ad altro, compulsano i loro computer e applaudono blandamente il loro presidente del Consiglio, che sta pronunciando un discorso integralmente europeista. Dal suo scranno della Lega, il senatore Matteo Salvini, prima ascolta e poi interviene, scagliando su Conte invettive roboanti («Sui banchi del governo c’è qualcuno che mente. Si vergogni»), agitando lo spauracchio di un’Europa che porterà a prelevare i soldi dai conti correnti, impoverendo gli italiani, come ha fatto con i greci.

    matteo salvini roberto calderoli matteo salvini roberto calderoli

     

    Ma alle fine le novità salviniane sono due: definisce il meccanismo salva-Stati col soprannome di “Salva-banche” – slogan secco destinato a essere rilanciato, ma poi con ostentata simpatia, si rivolge ai parlamentari Cinque stelle, invitandoli a una battaglia comune: «Condivido le loro richieste, spero che i Cinque Stelle non siano complici di questa menzogna che ricadrà sui cittadini italiani». I senatori Cinque stelle – ecco il dato curioso – mentre parla Salvini, sono più concentrati di prima, lo guardano e ascoltano, qualcuno scuote la testa ma qualcuno annuisce. Un appello implicito, quello di Salvini, ai “fratelli” pentastellati. Facendo leva sulla comune ostilità ai «poteri forti»: in definitiva un escamotage per attrarre verso la Lega il maggior numero di transfughi cinque stelle.

    centinaio salvini e calderoli cercano il mes centinaio salvini e calderoli cercano il mes

     

     

    Le sedute di Camera e Senato, dedicate alla doppia informativa del presidente del Consiglio, hanno avuto un alto contenuto spettacolare, nel senso che una veemente Giorgia Meloni e i senatori leghisti si sono prodotti in “numeri” pensati per la tv (è circolato persino un pupazzo di Pinocchio), ma non sono mancati i contenuti politici. Conte ha fornito tutti i dati oggettivi sulla vicenda del Fondo Salva Stati, ha inchiodato Salvini e Di Maio alle loro responsabilità, suscitando la solidarietà anche di una oppositrice come Emma Bonino: «Non finisco di stupirmi dello stupore. Come stessimo parlando di una cosa segretissima da 007... Scusa Salvini ma dove eravate?».

     

    conte salvini conte salvini

     Il secondo dato politico riguarda proprio i Cinque stelle: l’ormai plateale gelo tra Conte e il capo politico Luigi Di Maio, che non fa più nulla per nascondere il suo personale disappunto.

     

     

    La sequenza andata in scena nell’aula di Montecitorio è eloquente. Alle 13 Conte, prima di parlare, è stato affiancato da Di Maio, che gli ha stretto frettolosamente la mano ma senza rivolgergli la parola. E durante i passaggi più applauditi del presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri è rimasto a mani conserte. Salvo ritrovare l’uso del battimani quando è intervenuto, a nome dei Cinque stelle, l’onorevole Francesco Silvestri. Da ieri sera si lavora per arrivare, tra 9 giorni, ad una difficile mozione comune della maggioranza.

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport