Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
giorgia meloni giancarlo giorgetti
È la manovra che si aggrappa disperatamente al deficit, per reggersi in piedi. Eccola la traccia della seconda Finanziaria della destra al governo. Che stasera, con il via libera alla Nota di aggiornamento al Def, sdoganerà l’exit strategy rinnegata per mesi: più spesa in deficit nel 2024, fino a 12 miliardi. Soldi che serviranno a coprire circa metà di una Finanziaria austera, poco sopra i 20 miliardi, ma che senza il soccorso dell’indebitamento resterebbe monca. Perché il resto delle coperture viaggiano a vista, tra una spending review striminzita e sanatorie sensibili, passando dal Lotto messo all’asta.
TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO
I numeri che inquadrano la linea scelta dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sono, appunto, quelli del rapporto deficit/Pil, nella doppia versione del programmatico, che tiene conto delle misure, e del tendenziale, a legislazione vigente. Il delta tra questi due valori dice quanti soldi avrà il governo. A ieri sera, le simulazioni concordavano nel collocare quello programmatico al 4,3%. Quello tendenziale, invece, incastonato in una doppia ipotesi.
La prima, più vantaggiosa: 3,7%, per uno spazio di 0,6 punti percentuali. Tradotto: circa 12 miliardi (11,4 l’importo indicato in una slide). L’altra opzione, invece, colloca l’asticella al 3,9%: il margine, in questo caso, è dello 0,4%. E le risorse pari a circa 9 miliardi.
GIORGIA MELONI E GIANCARLO GIORGETTI ALLA CAMERA
[…] la direzione è tracciata, l’obiettivo chiaro: ricavare una scorta più sostanziosa di quella individuata la scorsa primavera, con il Documento di economia e finanza. Ad aprile, infatti, la riserva ammontava a 4,5 miliardi, per una differenza tra il deficit programmatico (3,7%) e quello tendenziale (3,5%) dello 0,2%.
Altri numeri, sempre all’interno della Nadef, sveleranno lo stato di salute dell’economia italiana. Gli entusiasmi sul Pil saranno ridimensionati: l’orientamento prevalente è far calare la previsione dall’1,5% a circa l’1,2-1,3%.
[…] Scenderà, anche se di pochissimo, il debito. E la contrazione, altrettanto contenuta, ci sarà anche quest’anno, rispetto al 2022. Un trend su cui il governo punterà molto per provare a rassicurare l’Europa e i mercati.
meccanismo europeo di stabilita' 1
Il ragionamento, in sintesi: l’extradeficit è un passaggio obbligatorio alla luce di una crescita che si sta facendo più fioca. Il segnale positivo sul debito, seppure contenuto, sarà indicato come la cartina di tornasole di un impegno - più volte ribadito da Bruxelles e auspicato dagli investitori - che va avanti nonostante un quadro macroeconomico che si sta deteriorando. Ma non basterà.
E per questo, nelle ultime ore, la premier avrebbe ribadito ai suoi più stretti collaboratori che bisogna preparare il Parlamento alla ratifica della riforma del Mes.
giorgia meloni a bruxelles
E poi c’è il Superbonus. Ieri l’attesa comunicazione di Eurostat ha chiarito che quest’anno i crediti fiscali relativi ai maxi sconti edilizi vanno classificati nei conti pubblici come «pagabili » nel 2023. Il fardello, quindi, viene scaricato quasi completamente sull’anno in corso. Ma la scia velenosa del Superbonus non si ferma. Sempre Eurostat ricorda al governo che c’è da risolvere il problema dei crediti incagliati, anche se viene concessa una certa tolleranza, fino a giugno dell’anno prossimo, per valutare l’impatto sulle finanze.
Intanto il deficit di quest’anno assorbirà il peso della zavorra, salendo fino al 5,3-5,4%. A completare il quadro un Pil che scenderà allo 0,8%, sotto la soglia psicologica dell’1%, indicata ad aprile. […]
giorgia meloni punto stampa a bruxelles 4 maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni al consiglio europeo di bruxelles