1. IL GAS ERA NEL PUB
Cristina Marconi per il Messaggero
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Girare con delle tracce di gas nervino addosso, alla lunga, potrebbe non essere un bene per la salute, motivo per cui a circa 500 clienti del pub The Mill e del ristorante italiano Zizzi di Salisbury le autorità sanitarie inglesi hanno chiesto di lavare i propri indumenti, pulire le scarpe con delle salviettine igienizzanti, lavare bene con del sapone anche gli occhiali, gli orologi, i gioielli.
Perché ad una settimana dal ritrovamento dell'ex doppio agente russo Sergei Skripal e di sua figlia Yulia privi di sensi su una panchina della cittadina dello Wiltshire, gli inquirenti si stanno concentrando sui luoghi frequentati dai due per capire dove possa essere avvenuta la contaminazione con il gas che li ha ridotti in condizioni critiche e che ha colpito anche un agente, uno dei primi ad intervenire sul posto.
TRACCE SUL TAVOLO
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Tracce della sostanza, di cui non è stata resa ancora nota l'esatta natura, sarebbero state ritrovate sul tavolo di Zizzi dove i due hanno pranzato, ma secondo la responsabile sanitaria dell'Inghilterra Sally Davies il rischio per la salute pubblica rimane «basso» anche se come «misura precauzionale» è bene che tutto quello che la gente ha indossato quel giorno venga lavato per bene. «Nel tempo, un contatto ripetuto della pelle con oggetti contaminati può costituire un piccolo rischio per la salute», ha dichiarato la Davies.
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Pub e ristorante rimangono transennati, così come la zona del cimitero di Salisbury dove si trovano le tombe della moglie di Skripal, Liudmila, e di suo figlio Aleksandr, morti negli ultimi anni in circostanze su cui gli inquirenti hanno deciso di tornare. Per aiutare e accelerare le indagini è arrivato anche l'esercito, nella speranza che i rapporti tra Londra e Mosca arrivino a livelli di tensione, dopo quelli già alti del 2006, quando l'ex agente dell'FSB Sasha Litvinenko fu avvelenato con del polonio-210 radioattivo in circostanze che a molti ricordano quelle in cui è stato colpito Skripal, ex colonnello arrestato nel 2006 per aver passato delle informazioni sulle spie russe all'MI6 e oggetto di uno dei più grandi scambi di spie della storia recente nel 2010.
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L'ambasciata russa ha sottolineato in un tweet sibillino la «coincidenza» che «sia Litvinenko che Skripal lavoravano per l'MI6» mentre «Berezovsky (oligarca morto forse suicida, ndr) e Perepilichny (uomo d'affari mort mentre faceva jogging, ndr) erano legati ai servizi speciali britannici», osservando che in tutti i casi «i dettagli sulle indagini sono secretati per ragioni di sicurezza nazionale», mettendo per la prima volta insieme tutte le misteriose vicende.
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E nel frattempo la politica, che ai tempi dell'affaire Litvinenko reagì in maniera molto lenta, è sotto pressione più che mai per dare una risposta che rassicuri l'opinione pubblica e che sia commisurata ad un possibile coinvolgimento del governo russo, acclarato nel caso del 2006 e ora nuovamente tra le ipotesi più accreditate. I Tories hanno ricevuto un milione di euro da donatori russi negli ultimi anni e la premier Theresa May è stata accusata di aver dato fino ad ora, una risposta troppo debole al mistero di Salisbury.
2. DOPPIOGIOCHISTA PER DENARO, VITA E MISTERI DI UNA SPIA
Luigi Ippolito per il Corriere della Sera
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Nome in codice: «Forthwith», senza indugio. Forse perché le informazioni da lui fornite erano sempre sollecite e accurate. Ma quel che è certo è che Sergej Skripal, l’ex spia russa avvelenata col nervino a Salisbury, è stato uno degli «agenti doppi» che ha fatto più danni ai servizi segreti di Mosca: e che per l’intelligence britannica ha rappresentato per anni una fonte inestimabile di informazioni riservate.
L’ufficiale del Gru (lo spionaggio militare russo) era stato abbordato dagli occidentali a metà degli anni Novanta, quando era basato in Spagna. Secondo la ricostruzione fatta dal Times, furono gli agenti di Madrid i primi a capire che Skripal poteva essere reclutato: e non per ideologia, ma per denaro. Era quella l’epoca della presidenza di Boris Eltsin, della caotica decomposizione di ciò che restava dell’Unione Sovietica: anni in cui i funzionari russi pativano la fame e si vendevano al miglior offerente. A tutti i livelli, compreso quello del «mondo delle ombre».
SKRIPAL E FIGLIA
Gli spagnoli decisero tuttavia di «passare» Skripal agli inglesi: i quali spedirono a contattarlo uno 007 che si spacciava per uomo d’affari. Il russo gli rivelò di essere una spia e fu in grado di fornire informazioni dettagliate sulla struttura dei servizi segreti di Mosca, inclusa l’identità di centinaia di agenti: e riuscì a passare agli occidentali l’intero elenco telefonico del Gru.
Dopo il suo ritorno in patria, Skripal continuò a fare ritorno spesso in Spagna, ufficialmente per curarsi dal diabete. In realtà i servizi inglesi gli avevano comprato una multiproprietà vicino Malaga, dove si svolgevano gli incontri con gli 007 di Londra: ogni volta la «talpa» russa incassava dai 5000 ai 6000 dollari che depositava su una banca spagnola. In un’occasione Skripal chiese una riunione d’emergenza in cambio di 10 mila dollari: un agente inglese volò da Londra il giorno dopo col denaro. Tuttavia il russo non era spinto solo dall’avidità: col passare del tempo si mostrava sempre più interessato all’Inghilterra, anche se i suoi «reclutatori» preferirono tenerlo fra la Russia e la Spagna per non destare sospetti.
SKRIPAL AVVELENATO
Pure la moglie Ludmila era coinvolta nel traffico: in almeno un’occasione fu lei ad andare a raccogliere i pagamenti. Anche se pare fosse all’oscuro del fatto che si trattasse del frutto di attività spionistiche: le era stato detto che erano transazioni d’affari.
Il gioco finì nel 2004, quando un infiltrato nei servizi spagnoli vendette Skripal ai russi: lui venne arrestato e condannato per alto tradimento. Ma nel 2010 Mosca accettò di scambiarlo, assieme ad altre spie, con un gruppo di agenti catturati dagli occidentali. Skripal si trasferì in Inghilterra, ma non andò del tutto in pensione: continuò a incontrare gli 007 britannici e a fornire informazioni sulla struttura e i metodi dello spionaggio russo. Ogni mese arrivava da Londra un agente in tweed che lo portava a un ristorante francese di Salisbury: una consuetudine che potrebbe essersi rivelata fatale.