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    TUTTI PAZZI PER CÉCILE DE FRANCE: "CON SORRENTINO MI SENTO UNA MUSA" - L’ATTRICE CHE NELLA SERIE "THE NEW POPE" APPARE SPESSO NUDA O PERFINO IMPEGNATA IN ATTIVITÀ EROTICHE, RACCONTA IL SUO RUOLO NEL FILM “REBELLES”: "QUANDO MAI CAPITA, COLPIRE UN UOMO CHE CERCA DI VIOLENTARTI STACCANDOGLI UN PEZZO DI PENE? È STATO COME TRASFORMARSI IN UN'EROINA TARANTINIANA ALLA KILL BILL…" - VIDEO


     
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    Arianna Finos per la Repubblica

    cecile de france cecile de france

     

    Cécile De France è uscita dai salotti borghesi del cinema francese per entrare nella commedia proletaria di Alain Auduit, Ribelli, un milione di spettatori Oltralpe.

     

    L' attrice belga - che in queste settimane vediamo su Sky nelle mise eleganti di Sophia in The New Pope di Paolo Sorrentino - ha fatto un' immersione nel trash per incarnare un' ex reginetta di bellezza: pelliccia di leopardo sintetica, trucco pesante e unghia finte - costretta a tornare nella città natale, Boulogne- sur-Mer e lavorare come operaia in una fabbrica di pesce in scatola. Aggredita dal capo, reagisce e ne causa la morte, fuggendo poi con due colleghe e una borsa piena di soldi.

     

    All' Hotel Du Collectionneur, sede dei Rendez-Vous, gli appuntamenti del cinema francese che vedremo in Italia, l' attrice belga si presenta con i capelli scarmigliati e un largo maglione infeltrito. «Faccio due film l' anno, per il resto trascorro il tempo con la famiglia, nella natura», spiega. Ce l' ha messa tutta per farsi sgradevole e trash in questo film.

     

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    «Ci riesco, no? La volevamo così, detestabile, sprezzante. Non ha saputo tirar fuori niente dal titolo di Miss Nord-Pas-de-Calais, è vissuta in Costa Azzurra, uomini sempre sbagliati. Si vergogna delle sue origini proletarie. È una donna superficiale in un momento della vita in cui la vernice sta iniziando a sgretolarsi e gli artifici di bellezza sfioriscono. Vorrebbe, tornata a casa, guadagnare il minimo per potersene andare di nuovo.

     

    Ma piano piano cambia, scopre cose che non sa del suo passato, ritrova una parte mancante di sé che l' aiuta a ricongiungersi con la famiglia e le sue origini». Intanto con le sue colleghe ne combina di tutti i colori.

     

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    «Quando mai capita di sparare, fuggire, colpire un uomo che cerca di violentarti staccandogli un pezzo di pene in un film burlesco, tragicomico, western, rock? È stato come trasformarsi in un' eroina tarantiniana alla Kill Bill, vivere la fuga di Thelma e Louise. Abbracciare i toni di certe commedie sociali di Ken Loach, o film come Full Monty. Cose che non si vedono nel cinema francese».

     

    Un film non femminista, ci tiene a dire, «un film femminile. Non contro gli uomini. Non diamo la colpa a nessuno, non c' è nessun discorso morale. Di certo il messaggio non è che bisogna staccare il pene ai violentatori. Semmai è un film in cui le donne non hanno bisogno di uomini per aver successo o sbagliare. Il film è stato una boccata d' aria fresca per il pubblico, che lo ha amato, così diverso dai drammi borghesi che siamo abituati a vedere. E alcune donne si sono ritrovate a vivere un' avventura per procura, attraverso le nostre tre antieroine».

     

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    Quest' anno ai Rendez-Vous ci sono molte più registe del passato. «Le cose stanno cambiando, anche se c' è molto da fare. Dopo trenta film e ventisette anni di carriera per la prima volta in Mademoiselle De Joncquiéres sono stata pagata quanto il mio co-protagonista, Édouard Baer».

     

    Parla volentieri della sua Sophie, che in The New Pope mostra un lato oscuro e ambiguo. «Ha ragione, il personaggio si è sviluppato in modo incredibile. Nella prima serie ne abbiamo conosciuto la superfice, ora stiamo scoprendo la sua intimità, il marito, la vita amorosa. Paolo ha dato a me e Ludivine Seigner una grande occasione. Tutti i personaggi dell' universo di Sorrentino sono ambigui, ambivalenti, pieni di ombre.

    A partire dal papa Jude Law e dal nuovo pontefice John Malkovich».

     

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    Cos' ha imparato in questo lungo viaggio con Sorrentino? «Tante cose. Ho studiato il suo sguardo, adoro il modo in cui sa mettere in scena gli attori, come una coreografia, una pittura, uno spettacolo teatrale. In Francia non c' è una costruzione, come fa lui, che utilizza musica, il coro, la composizione geometria dell' immagine.

     

    La sua è una ricerca estetica unica e fortissima, sorrentiniana direi. Io vengo dal teatro è questo modo di lavorare per me è perfetto. Essere diretta da lui mi fa sentire come una musa, la modella di un pittore: è come essere in un atelier di scultura e tu sei nuda - perché un artista usa l' immagine del tuo corpo - ma sai che questo artista sta creando qualcosa di unico e perciò sei felice di fargli da modella».

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