Giulio Gavino per www.lastampa.it
BABY SQUILLO
Quattro indagati per rapporti sessuali con una baby squillo diciassettenne. Le contestazioni della procura distrettuale di Genova sono di induzione alla prostituzione minorile e di atti sessuali con minori. Intercettazioni e riscontri sono eloquenti. I clienti chiedevano in modo esplicito alla ragazzina, nelle chiamate e negli sms, le prestazioni a luci rosse, a casa o in alternativa in automobile. I pagamenti? 20/50 euro, a secondo le tempo e dei «servizi», o in contanti o con ricariche telefoniche.
I fatti, per la procura, risalgono alla primavera del 2014 (tra aprile e giugno) e sono avvenuti a Imperia e nel Dianese (la ragazza in questione è del 1997). A coordinare l’attività di indagine è stato il sostituto procuratore Federico Manotti. Nei guai sono finiti P. G., 66 anni, A.L., 39 anni, F. D., 72 anni, tutti residenti a Imperia, e G. L., 71 anni, abitante a Diano Marina. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato nei giorni scorsi.
squillo baby
Dagli atti emerge come solo a P.G. venga contestata l’induzione alla prostituzione minorile, in particolare per aver insistentemente proposto alla ragazzina di incontrare il suo amico F.D. e almeno altri due «clienti» (ai quali aveva fornito il numero di cellulare della baby-squillo, azione alla quale erano seguite una serie di richieste).
A sua volta, come gli altri tre, è indagato per aver avuto rapporti sessuali con la minorenne (fatti avvenuti a Imperia). G.L. viene chiamato in causa per un incontro con la ragazzina avvenuto a Diano Marina. A.L. per un tentativo e un incontro consumato a San Bartolomeo al Mare. F.D., sempre a San Bartolomeo, ancora per un rapporto consumato e un altro tentato.
Le intercettazioni degli investigatori hanno visto emergere sia le offerte di denaro fatte alla ragazzina sia il progetto di portarla in un’abitazione per consumare i rapporti. Richieste insistenti, chiedendo anche l’intermediazione di P.G. l’imperiese che aveva «offerto» il contatto.
giovane prostituta
L’emergere dell’inchiesta aveva visto un intervento delle autorità per la messa in sicurezza della minorenne che era stata affidata ad un centro di assistenza e protezione per i minori. L’attività di indagine ha rivelato due elementi chiari. L’incredibile differenza di età di almeno tre clienti con la ragazza, mentre il quarto è risultato essere recidivo in materia di rapporti con minori.
Ora gli indagati hanno tempo venti giorni per depositare memorie difensive o per farsi ascoltare dal pubblico ministero (lo scenario classico in questo genere di inchieste è che gli uomini si rendessero conto della giovanissima età ma che non ritenessero si trattasse di una minore). Nelle prossime settimane, quindi, il pm Manotti procederà alla presentazione della richiesta di rinvio a giudizio. Poi il fascicolo passerà nelle mani del giudice per le udienze preliminari.