Da www.cdt.ch
"Questi nuovi turisti vengono, sporcano, non consumano e se ne vanno". A dirlo è il proprietario di un ristorante a pochi passi dal Ponte dei Salti in Val Verzasca, già stufo del turismo di giornata che secondo lui non porta nulla di buono, e addirittura, oltre a gettare la Valle nel caos, danneggia il commercio locale: "Entrano nel mio locale e pretendono di usare il bagno senza consumare nulla".
MALDIVE MILANO
Un altro esercente, che gestisce un locale poco distante dal primo, si oppone a questa visione negativa, affermando al contrario: "Il turismo è sempre turismo e chi si lamenta della gente che viene nella nostra Valle dovrebbe farsi un esame di coscienza. Probabilmente fare il ristoratore non è il suo mestiere". Insomma, i ristoratori sono anch'essi divisi, come l'opinione pubblica, sull'impatto e le conseguenze dell'ondata di turisti arrivati inaspettatamente dall'Italia in Verzasca negli scorsi fine settimana.
Tutto è iniziato con il video diffuso su Facebook e Youtube da un ragazzo brianzolo, video che gli è valso oltre due milioni e mezzo di visualizzazioni. Il filmato, che decanta la bellezza della nostra Val Verzasca e delle sue acque verde cristallino, è infatti diventato virale in poco tempo ed è stato ampiamente ripreso dalla stampa della Penisola, richiamando in Valle un'ondata di nuovi turisti, italiani, che si aggiungono alla precedente maggioranza svizzero tedesca.
Ma la località di Lavertezzo non pare essere stata in grado di accogliere queste persone in maniera particolarmente organizzata e anzi, c'è chi tra gli indigeni si è detto scandalizzato per questo afflusso improvviso di "turisti sporchi e maleducati di cui il Ticino non ha bisogno".
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Siamo andati anche noi a curiosare nel paesino immerso nel verde (e nella polemica), osservando come qui un anonimo martedì di luglio si trasformi in una giornata di vacanza spensierata per molti. Non abbiamo trovato un afflusso di persone pari a quello degli scorsi weekend, che ha dato vita al paragone tra la Verzasca e Rimini, ma alcuni problemi logistici si riscontrano anche durante la settimana.
Innanzitutto, è difficile trovare un parcheggio libero dopo l'orario di pranzo e già verso le 13 si nota una parata di auto posteggiate lungo la strada che causa alcuni disagi alla circolazione.
Addentrandosi tra le rocce si vede da subito una distesa di persone spensierate e impegnate nelle più classiche attività da spiaggia: prendere il sole, chiacchierare tranquillamente, scattare qualche foto... e soprattutto tuffarsi. Si intravede però anche qualche faccia imbronciata, come quella di uno svizzero tedesco che si lamenta ad alta voce: "Da bambino venivo qui per pescare, ma ora non ci sono più né lo spazio né la pace necessari per farlo". L'uomo rimprovera inoltre la maleducazione di altri turisti che lasciano mozziconi di sigaretta e cartacce sui sassi (nonostante i vari cartelli che chiedono il rispetto per l'ambiente): "Non sono turisti, questi: sono maiali!"
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Poi, ci sono i ristoratori. Come anticipato, l'opinione pubblica locale è divisa tra chi reputa questo nuovo afflusso di turisti un bene per l'economia della Valle e chi invece crede che rovini la bellezza e l'unicità del posto, senza creare oltretutto indotto. Sui nuovi turisti italiani, il gerente che si lamenta del fatto "che utilizzano il bagno senza bere nemmeno un caffè" aggiunge che, a differenza degli svizzeri tedeschi, "discutono pure i prezzi dei nostri prodotti, cercando di abbassarli".
In disaccordo con lui, altri esercenti affermano di non notare differenza sul Paese di provenienza delle persone in Verzasca: "I turisti sono turisti, anzi, l'altro giorno era un ticinese e non un italiano quello che ho visto lanciare una bottiglia vuota dal finestrino di una macchina in corsa" ci racconta il proprietario di un chiosco.
VAL VERZASCA
L'argomento su cui tutti sembrerebbero invece d'accordo è lo "scarso impegno" di Ticino Turismo, incaricato della promozione e della cura del luogo. Come emerso da un servizio pubblicato da "20 minuti", il budget annuo a disposizione dell'ente è di quattro milioni e mezzo di franchi, e in molti sono rimasti sorpresi nel vedere come un semplice video amatoriale realizzato da un ragazzo italiano sia in grado di attirare un così alto numero di persone e risulti più efficace di una qualsiasi campagna mirata.
Secondo altri esercenti, l'aggiunta di griglie e tavoli da picnic nei boschi ha spinto i turisti a portarsi tutto da casa, piuttosto che recarsi nei ristoranti e far girare il commercio locale. "Sarebbero dunque necessarie una partecipazione più attiva di Ticino Turismo e uno studio di misure più efficaci per la gestione dei visitatori" ci dicono. Un ristoratore del posto afferma che "il Ticino non è pronto per un fenomeno di tale portata, ma a noi fa piacere accogliere più turisti possibile".
VAL VERZASCA
E continua: "Non siamo gente inospitale, semplicemente quando si riscontrano dei problemi è facile puntare il dito sugli ultimi arrivati". Quindi i disagi riscontrati sarebbero da imputare alla scarsa ricettività delle strutture presenti, e non al nuovo turista italiano invogliato dal video in versione Maldive che ha spopolato su Facebook.
Nel nostro giro al Ponte dei salti abbiamo avuto occasione di parlare anche con un turista proveniente dalla vicina Lombardia: "Sono anni che vengo qui d'estate, non ho mai sporcato e ho sempre rispettato il luogo, che mi piace tantissimo: al giorno d'oggi si polemizza su qualsiasi cosa: il turismo in generale credo faccia bene, mentre la polemica di sicuro no!".
VAL VERZASCA
Il primo weekend dopo la pubblicazione del video, il 10 luglio scorso, ha visto un afflusso quasi ingestibile di nuovi turisti italiani. Ingestibile soprattutto per quanto riguarda la circolazione stradale. Ma la settimana successiva si è corsi ai ripari con la presenza di agenti che hanno regolato l'intenso traffico di veicoli in Valle. La situazione, a detta di tutti, è sensibilmente migliorata.
Non resta dunque che aspettare il prossimo fine settimana per capire se questa esplosione di visite in Verzasca sia stata un fenomeno passeggero, tipico dei social network, oppure se sia destinata a continuare. E con essa, la polemica.
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