Estratto dell'articolo da www.ansa.it
confronto tra governo e opposizioni a palazzo chigi
Nella biblioteca del presidente a Montecitorio le consultazioni sulle riforme tra il governo e le opposizioni. Per il governo, presenti la premier Giorgia Meloni, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro per le Riforme Elisabetta Casellati, quello per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, i sottosegretari alla Presidenza Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e il costituzionalista Francesco Saverio Marini.
Si è iniziato con i Cinque Stelle, la cui delegazione era formata dal leader Giuseppe Conte, i capigruppo Stefano Patuanelli, Francesco Silvestri. Adesso è in corso l'incontro tra il Pd e il governo.
carlo calenda e la delegazione del terzo polo dopo il confronto con giorgia meloni
La delegazione Dem è composta dalla segretaria Elly Schlein, dai capigruppo di Camera e Senato Chiara Braga e Francesco Boccia e dal responsabile riforme Alessandro Alfieri. Quello col Pd è l'ultimo degli incontri con le opposizioni.
SCHLEIN: SI PUO' RAGIONARE SULLA SFIDUCIA COSTRUTTIVA
elly schlein
A Giorgia Meloni "porteremo alcune nostre proposte che tengono insieme un rafforzamento della stabilità ma anche della rappresentanza. Per prima cosa dobbiamo cambiare questa legge elettorale, basta con i listini bloccati, e poi si può ragionare della sfiducia costruttiva e si possono rafforzare gli istituti referendari e le leggi di iniziativa popolare". Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, al Tg3. Bicamerale? "Lo strumento del confronto saranno loro a stabilirlo. A noi più che lo strumento ci interessa la qualità e il perimetro del confronto. Se hanno già deciso come va a finire non è un vero confronto, sarebbe difficile discutere di riforme se loro continuassero ad andare dritti su alcune riforme come l'autonomia differenziata a cui noi siamo contrari". Conte ha sollecitato l'istituzione di una commissione parlamentare ad hoc per le riforme, una proposta che, ha detto Meloni. "valuteremo".
maria elena boschi carlo calenda raffaella paita dopo l incontro con giorgia meloni
CALENDA: UNA COLLABORAZIONE POSSIBILE C'E'
"Siamo disponibili a collaborare per l'ovvia ragione che anche noi condividiamo l'esigenza di avere maggiore stabilità dei governi e l'esigenza di avere una maggiore efficienza dell'apparato complessivo. Una collaborazione possibile per noi c'è". Lo ha detto alla Camera il leader di Azione, Carlo Calenda, dopo l'incontro del Terzo polo con la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, sulle riforme istituzionali.
"Abbiamo definito il perimetro d'intervento: per noi c'è una linea rossa assoluta che è la figura di garanzia di unità nazionale del presidente della Repubblica, l'unica istituzione che garantisce l'unità, toccarla sarebbe un errore grave. Siamo favorevoli all'indicazione del presidente del Consiglio sul modello del sindaco d'Italia", ha selezionato Calenda.
giuseppe conte e la delegazione del m5s dopo il confronto con la meloni
"Intanto ringraziamo la presidente Meloni per questo incontro esplorativo. L'obiettivo per noi è ribadire quello che abbiamo già detto in campagna elettorale: poteri del premier rafforzati, l'indicazione del premier, la possibilità per il premier di scegliersi i ministri e revocarli. Ma, a parte questo, mantenere intatti il potere e le prerogative del presidente della Repubblica. Perché il presidente della Repubblica è garante dell'unità nazionale in un paese di guelfi e ghibellini. Fare una discussione approgondita e seria sulla questione federalismo e autonomia. Che si discuta su tutto l'assetto dello Stato senza fare una fuga in avanti sull'autonomia", aveva detto Calenda arrivando a Palazzo Montecitorio. "Il sindaco d'Italia - ha aggiunto - è una delle soluzioni. Il succo è questo. Abbiamo bisogno di un premier con più poteri, una camera sola, una discussione su tutto ciò che funziona e non funziona del federalismo, e del presidente della Repubblica che rimane garante della Costituzione e dell'unità nazionale".
giuseppe conte dopo il confronto con giorgia meloni
CONTE CONTRARIO ALL'ELEZIONE DI PRESIDENTE O PREMIER, 'Sì A UNA COMMISSIONE AD HOC'
Il leader dei 5stelle Giuseppe Conte avrebbe espresso contrarietà, a nome del suo movimento,all'elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio. E' quanto si apprende da fonti che hanno seguito il primo incontro di Giorgia meloni con i partiti dell'opposizione sulle riforme.
"Abbiamo condiviso una diangosi su alcune criticità, riconossciamo queste criticità a partire dal problema dell'instabilità degli esecutivi, ma non è emersa una condivisione" suulle soluzioni, ha detto Conte dopo l'incontro. "Siamo disponibili per quanto riguarda il metodo al dialogo in una commissione parlamentare costituita ad hoc, raccomandiamo questo percorso. Abbiamo invitato il presidente Meloni a mantenere una interlocuzione perché a colpi di maggioranza una ambizione di ridefinire in modo rivoluzionario l'assetto costituzionale non è assolutamente raccomandabile". [...]
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