Emanuela Audisio per “la Repubblica”
mondiali di atletica a eugene 2
È il mondiale numero 18, per la prima volta made in Usa. Lo sprint correrà molto fast. Agli slogan non si scampa: «America First» e «America Fist». Supremazia e pugno. Assenti russi e bielorussi. Eugene è una cittadina universitaria con gli stessi abitanti di Perugia: campus, verde curato, aule moderne, panchine, biciclette, fiume, chioschetto dove gli studenti vendono limonate. Sembra di essere in una vignetta dei Peanuts.
marcell jacobs oro olimpico
Lo stadio (rinnovato) ha il maxischermo (1070 metri) di atletica più grande d'America, ha ragione Tamberi a dire che sembra di stare in teatro, con la prima fila che si tuffa sulla pista. Jacobs c'è, annotano i siti specialistici. L'America rivuole lo scettro e ci tiene che il duellante azzurro sia presente.
marcell jacobs gianmarco tamberi tokyo 2020
Ma sulla prima pagina del giornale locale il Mondiale è inesistente, la notizia che interessa è che l'amministrazione Biden conferma che bisogna ripopolare di salmoni lo Snake River. (Ri)soffia il vento Covid che ha contagiato anche un gruppo di azzurri (asintomatici) in ritiro a Florence e che non sono entrati nel villaggio dove è necessario un tampone negativo (anche per gareggiare).
Mondiale post-olimpico sempre difficile, lo sprinter keniano Omanyala, primatista africano, che aveva rinunciato alla trasferta perché il visto non arrivava ha appena ricevuto il via libera, ma la NextGen in realtà si è già insediata e ha già vinto molto.
sydney mclaughlin 2
A quota 22 anni ci sono l'ostacolista americana, primatista mondiale, Sydney McLaughlin («Ho benzina nel serbatoio e al momento giusto potrò svuotarlo»), l'astista e anche artista Armand "Mondo" Duplantis, primatista mondiale («Non ho perso la fame per scalare il cielo »), l'ostacolista olandese Femke Bol, l'etiope Selemon Barega, campione olimpico dei 10 mila a Tokyo, e già da tre stagioni ad alti livelli, l'ostacolista brasiliano dos Santos, il decathleta svizzero Simon Ehammer, che però ha deciso di puntare su una gara sola, il lungo, dopo aver saltato 8,45 a Gotzis.
oblique seville
Il nuovo giamaicano dello sprint Oblique Seville, che dovrebbe far ripartire i successi dell'isola caraibica, ne ha 21. Ancora più giovane, 20 anni, la mezzofondista Usa, Athing Mu, campionessa olimpica degli 800 metri, proprio come la sua rivale avversaria britannica Keely Hodgkinson. Ma il Mozart della velocità capace di splendide sinfonie è l'americano Erriyon Knighton, 18 anni, quarto sui 200 a Tokyo, in grado di spazzar via i record mondiali giovanili di Usain Bolt, sino al 19"49 sui 200 di Baton Rouge. Insomma, la materia c'è.
shelly ann fraser pryce
John Smith, 71 anni, ex allenatore di Maurice Greene, Ato Boldon e Perec, quello che portava i suoi atleti all'obitorio quando dicevano che erano stanchi aggiungendo «come vi permettete?», sostiene che sono Mondiali con un buco, senza grandi star, anche se qualcuno ha il potenziale per esserlo. Tanti champ ma poche vamp. «Non parlo di essere bravi sulla pista, ma di avere personalità alla Bolt».
allyson felix
E poi c'è chi non alza mai le mani e non si arrende: la sprinter tascabile ("Pocket Rocket"), la giamaicana Shelly Ann Fraser Pryce, a dicembre ne farà 36 di anni, e non ci pensa proprio a tirare il freno, sua la miglior prestazione dall'anno (10"67) e pensare che esordì ai mondiali 2007. Con lei, l'ex avversario in casa di Bolt, il velocista Yohan Blake, 32 anni, mentre la decana Allyson Felix, americana, SuperMom, 37 a novembre, correrà la staffetta mista (29 medaglie conquistate nei grandi appuntamenti).
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Per la statistica del bisogna sempre insistere l'australiana Kelly Ruddick, 49 anni, tra le donne è l'atleta più vecchia, esordirà nella 35 km di marcia: «Finalmente». Confortata dal marciatore portoghese Vieria, argento a 43 anni, ai mondiali di Doha 2019. Dal mondo all'Italia: saranno gli azzurri Fassinotti e Tamberi a inaugurare la pedana dell'Hayward Field nelle qualificazioni dell'alto (alle 19.10 italiane).
Gimbo: «Sono un guerriero, in campo lotterò fino alla fine, senza pensare al dolore, la testa sarà solo sul mio salto». E nella notte italiana tra venerdì e sabato (dalle 3.50) ci sarà la prima uscita all'estero nei 100 metri, dopo il trionfo di Tokyo con il primato europeo di 9"80, del campione olimpico Marcell Jacobs.
marcell jacobs ai mondiali indoor di belgrado 6
«Devo dire che pur essendo nato in America è un Paese che finora non mi ha portato fortuna, Il fastidio che ho, non è quando corro, ma dopo, mi arrivano dolori atroci alla schiena, è un problema che mi trascino sin da bambino. Ho molta voglia di gareggiare, mi si è riacceso il fuoco, nessuna paura della mia responsabilità, gli americani sono forti, ma in finale bisogna arrivarci, il 9"76 di Kerley mi ha impressionato, non mi piace lo stile con cui corre, ma lo seguo sui social. Io farò il meglio che posso, gli ultimi riscontri cronometrici sono buoni, ma i turni si passano uno alla volta». Buoni voli a tutti.
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