Alessandro Catapano per la ''Gazzetta dello Sport''
diritti tv
«Esclusiva» è la parola che definisce la rivoluzione in arrivo per il prossimo triennio calcistico. Dal calcio replicato su più piattaforme possibili al calcio trasmesso, appunto, in esclusiva. Dal punto di vista degli operatori, sta tutta qui la portata della rivoluzione nella vendita dei diritti tv: la Serie A targata Malagò e Micciché si adegua agli standard degli altri grandi campionati europei, scegliendo di valorizzare (e, si spera, monetizzare) ogni singola partita del suo campionato.
Una scelta quasi obbligata - come riconosce con franchezza l' a.d. di Infront Luigi De Siervo: «Tra prodotto e piattaforma ballavano trecento milioni di euro» - ma pur sempre una scelta coraggiosa. Perché scommette sulla voglia (e la disponibilità economica) che avranno gli operatori di valorizzare le proprie esclusive. Non è detto che sarà così, anzi è tutto da dimostrare che mercoledì, alla resa dei conti, sia raggiunta o sensibilmente avvicinata la magica soglia del miliardo e cento. Ma intanto, almeno nelle intenzioni, è un bel cambio di passo dopo un anno di passione.
DIRITTI TV SERIE A
EFFETTI COLLATERALI
E pazienza se agli utenti che vorranno vedere tutte, ma proprio tutte le gare dei prossimi tre campionati di A sarà richiesto di sottoscrivere un paio di abbonamenti (salvo che non intervengano successivi accordi commerciali tra gli operatori, ovviamente...). Una dolorosa concessione al progresso (anche qui, però, l' anomalia era l' Italia), come lo è il sacrificio del calcio in chiaro sull' altare del prodotto in esclusiva: mai più highlights in tv prima delle 22 di domenica, unica concessione la salvaguardia del diritto di cronaca (che concede ai telegiornali servizi flash da 2'), dunque morte certa dello storico 90° Minuto , che comunque avrebbe avuto appena tre gare (quel che resta la domenica alle 15) su cui lavorare. Cosa farà la Rai, cui resta un solo cavallo, l' altrettanto storica Ds ?
NUOVI MERCATI
PAOLA FERRARI
Muore la tv in chiaro, ma si fa largo - anche questa è una novità - il digitale, dove sarà concesso di trasmettere le immagini a tre ore dal fischio finale. Una finestra aperta nella speranza che già dal prossimo triennio anche questo mercato diventi economicamente interessante. La materia sarà oggetto di un pacchetto ad hoc, «Digital plus», messo a bando appena chiuso quello principale.
GARE, ORARI E PICK
E, dunque, ecco i dettagli della vendita per prodotto come illustrati nel bando pubblicato ieri sera, cui hanno lavorato faticosamente Paolo Nicoletti, De Siervo e gli staff legali. Con due premesse importanti. La prima: vengono tolti dal mercato i pacchetti opzionali, quelli che regolavano i cosiddetti diritti accessori e portavano qualche soldino in più nelle casse della Lega. Si è deciso di inglobarli nei pacchetti principali, sempre nella logica di aumentarne il valore di mercato.
La seconda premessa: l' introduzione delle gare «pick», come vedremo, aumenta il diritto degli operatori a condizionare date e orari delle partite, presumibilmente senza tenere troppo conto delle esigenze dei club e dei tifosi. Basta saperlo, almeno risparmieremo in polemiche. E, dunque, sono tre i pacchetti all' asta, denominati 5, 6 e 7. Il 5 contiene 114 gare da collocarsi in tre fasce orarie: il sabato alle 18, la domenica alle 15 e alle 20.30. Chi si aggiudica questo pacchetto avrà il diritto di scegliere la collocazione e l' orario di 8 big match del campionato.
miccichè malagò
Sono le gare oggetto del cosiddetto «pick»: una clausola già inserita nel bando poi abortito, che serve ovviamente a valorizzare ulteriormente il prodotto in vendita. Motivo per cui il pacchetto 5 è il più ambito e, conseguentemente, il più caro: prezzo minimo 452 milioni di euro.
Il pacchetto 6 propone tanta quantità: 152 gare da collocarsi in quattro fasce orarie: sabato alle 15, domenica alle 15 e alle 18, lunedì alle 20.30. Anche qui le gare «pick» sono 8, ma le collocazioni disponibili sono meno appetibili, perciò il prezzo scende a 408 milioni. Infine, il 7, il pacchetto light: 114 gare da collocarsi il sabato alle 20.30 e la domenica alle 12.30 e alle 15.
Appena 4 gare «pick», prezzo decisamente alla portata di tutti: 240 milioni .
COME FINIRÀ?
Al momento, è ancora una domanda da (almeno) un miliardo e cento milioni.
Mediapro
Sky la farà da padrone, aggiudicandosi due pacchetti su tre, probabilmente i principali. Sul pacchetto light si sbraneranno Tim e Perform (Italia way sembra tagliata fuori), e vedremo in cosa si tradurrà per Mediaset giocare la partita da «opportunista». Resta il domandone finale: a che gioco sta giocando Mediapro?
Se fa sul serio, proverà a sfilare a Sky almeno uno dei pacchetti principali (da intermediario, quindi da rivendere). Se è tutta una manovra per riprendersi i 64 milioni di caparra, difficilmente troveremo un' offerta spagnola nelle buste. Lo scopriremo tra poche ore.