1. CHI È ANGE CAPUOZZO
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Domenico Calcagno per www.corriere.it
Quando tutto sembra finito, la sconfitta numero 37 acquisita insieme a un altro Cucchiaio di legno, Ange Capuozzo decide che no, che si può ancora provare a ribaltare il destino di una partita e di un gruppo che non ha mai assaggiato il sapore della vittoria nel Sei Nazioni. Il ragazzo di Grenoble, dove il nonno approdò dopo aver lasciato Napoli negli anni 40, capelli neri e 70 chili appena, 22 anni, raccoglie la palla a 60 metri dalla linea di meta e corre.
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Evita il primo placcaggio, aggira senza difficoltà un pilone, siede con una finta un terzo gallese danzando sulla linea laterale destra. Ange potrebbe provare a tirare dritto ma vede sulla sinistra Padovani che arriva sparato, gli passa la palla e il miracolo si compie. Padovani schiaccia in mezzo ai pali, Garbisi trasforma e si butta a terra con le lacrime agli occhi prima di essere sepolto dai compagni. L’Italia vince a Cardiff, 22-21, la serie nera è spezzata gli azzurri piangono, ridono, si abbracciano.
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Il rugby è uno sport esatto, ma come dice Diego Dominguez «si gioca con le mani, i piedi, la testa e il cuore». L’Italia sabato ha ragionato e ha avuto un cuore grande così. Ha placcato, non si è mai arresa, nemmeno quando Josh Adams sembrava aver chiuso i conti con la sua meta a 10 minuti dalla doccia. Poteva fare altro Capuozzo con quell’ultimo pallone, calciarlo lontano e accontentarsi di una sconfitta nemmeno troppo pesante.
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Ma lui in Nazionale è appena arrivato. Ha debuttato la settimana scorsa contro la Scozia: 35 minuti appena e due mete, sabato era alla prima da titolare e forse anche per questo ha fatto altro, un gesto quasi rivoluzionario che ha portato l’Italia fuori da un tunnel che sembrava non dover finire mai. Adams, il gallese eletto uomo del match prima della meta azzurra, alla fine ha cercato Ange, gli ha dato una carezza e la sua medaglia di migliore in campo: «Oggi hai vinto tu, non io».
«Sono felicissimo per i ragazzi» raccontava il c.t. Kieran Crowley. «Il lavoro iniziato a giugno comincia a pagare» ragionava Padovani. E mentre il c.t. dei gallesi, il neozelandese Wayne Pivac, ammetteva che non si aspettava un’Italia così dura, toccava al capitano, Michele Lamaro: «Volevamo restare attaccati nel punteggio agli avversari, siamo rimasti fedeli al nostro piano di gioco perché abbiamo fiducia in quello che facciamo. Non è stata un caso la nostra vittoria».
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Infine Capuozzo: «Non ho pensato a nulla su quell’ultima palla, tutto succedeva molto velocemente, era come stare in un buco nero. Non so cosa accadrà, ma noi ci diamo dentro per dimostrare di non essere una squadra morta. È una grande gioia, di quelle che provi una volta sola in una carriera».
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È stata un’Italia diversa quella di Cardiff. Tutta sostanza e cattiveria. Attenzione in difesa e nessuna scommessa, nessun passaggio inutile. Tanto gioco al piede in più, e pochi errori anche perché si sono presi meno rischi del solito. È il rugby che gli azzurri devono giocare: sacrificio e disciplina. E tutte le punizioni calciate in mezzo ai pali, non in rimessa laterale.
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È difficile dire adesso se a Cardiff è nato qualcosa. Il gruppo è giovane e una vittoria come quella di sabato può cambiare molte cose. Nella testa soprattutto. Il tempo dirà, per adesso godiamoci un successo che sospenderà il dibattito sul «che ci sta a fare l’Italia nel Sei Nazioni?» e che mancava da troppo tempo, dal 28 febbraio 2015, quando ancora alla fine e ancora in rimonta l’Italia batté la Scozia.
«Siamo arrivati qua con una scarpa e una ciabatta, nessuno credeva in noi» disse allora Sergio Parisse, il capitano. Anche sabato nessuno credeva negli azzurri. Anche sabato nessuno credeva che la corsa folle di Capuozzo finisse in gloria. È successo. Perché il rugby non è soltanto o almeno non sempre muscoli e tecnica. Si gioca con le mani, i piedi, la testa e il cuore.
2. JOSH ADAMS REGALA AD ANGE CAPUOZZO LA MEDAGLIA DI MAN OF THE MATCH
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Due mete all'esordio in azzurro contro la Scozia facendo impazzire l'Olimpico. Poi, oggi a Cardiff, è stata sua l'azione decisiva che ha mandato in meta Padovani permettendo all'Italia di battere il Galles 22-21 e rompere un digiuno che durava da 36 partite. Ange Capuozzo, 22 anni, è senz'altro tra i protagonisti in positivo e la più bella scoperta in azzurro di questo Sei Nazioni.
Nella gara della 5ª giornata del Sei Nazioni di rugby 2022, l'Italia vince a sorpresa in Galles per 22-21, ottiene il primo successo dopo 36 sconfitte di fila ed evita il cucchiaio di legno. Decisiva la meta di Padovani nel finale, trasformata da Garbisi.
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Se n'è accorto anche Josh Adams, nominato Man of The match della sfida contro gli azzurri. Adams, subito dopo la partita, è andato incontro all'azzurro del 1999 e dopo aver parlato un po', ha voluto donare la sua medaglia di miglior giocatore, proprio a Capuozzo. Un gesto di sportività che è anche un attestato di stima per il giovane che gioca a Grenoble e che è diventato virale sui social, dove il video della scena è subito stato condiviso. Di origini italiane da parte di padre (i nonni paterni sono napoletani) Ange aveva da sempre il sogno di indossare l'azzurro. Lo ha fatto da subito nel modo migliore.
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