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    TV, NON TI VOGLIO PIÙ – LE EMITTENTI TELEVISIVE TRADIZIONALI CONTINUANO AD ARROVELLARSI SU COME ATTRARRE IL PUBBLICO PIU' GIOVANE MA NON HANNO CAPITO CHE I PISCHELLI VANNO A SVAGARSI ALTROVE (NETFLIX, INSTAGRAM, SPOTIFY) - LA TV GENERALISTA È DESTINATA AI VECCHI ED È INUTILE PROVARE AD ACCHIAPPARE LE NUOVE GENERAZIONI...


     
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    Carlo Tecce per “il Fatto Quotidiano”

     

    L'Italia che abbandona la tv - grafica del Fatto quotidiano L'Italia che abbandona la tv - grafica del Fatto quotidiano

    Autori e dirigenti televisivi da tempo si interrogano con aria cogitabonda su cosa offrire ai giovani e pure ai giovani fuori corso dalla gioventù, su cosa inserire nei palinsesti, scusate il termine arcaico, su cosa testare di notte come ordigni nucleari e poi lentamente portare alla dignità sacrale della sera. Un sacco di fatica sprecata.

     

    I giovani appena iscritti alla gioventù o di vecchia iscrizione non guardano la televisione per come la televisione italiana la intende, prevedibile, strutturata, arrogante perché illusa di poter imporre orari, gusti e modi di fruizione.

     

    La mappa della slavina: addio canali in chiaro

    bambino tv bambino tv

    Le statistiche Auditel per il periodo con più alta utenza (autunno-inverno), rielaborate dallo Studio Frasi, certificano una diaspora dai canali classici - quelli che sul telecomando vanno da Rai1 alle emittenti locali regionali o a pagamento di Sky - verso un altrove inafferrabile di piattaforme straniere, video di pochi minuti o addirittura di pochi secondi: oltre 2,8 milioni di italiani, dai 15 ai 44 anni, hanno smesso di accendere il televisore in prima serata e chi lo accende, badate, lo fa per 29 minuti sui 120 totali e non s' assopisce davanti ai talk show che spiegano il mondo ai giovani, ma preferisce le partite di calcio in diretta e, se adolescente o ventenne, il reality Il Collegio, un prodotto di Maria De Filippi o l' eterna Striscia la notizia.

     

    IL COLLEGIO IL COLLEGIO maria de filippi maria de filippi

    Per anticipare l' obiezione: sì, l' Italia è invecchiata, gli anziani adorano la televisione e i giovani che restano sono condannati a diventare anziani. I giovani di oggi, però, sono disabituati a un rapporto superficiale, di semplice intrattenimento, con le trasmissioni e, per non scadere nella sociologia che tracima dallo schermo, non hanno motivo di cambiare approccio. Per una semplice ragione: in passato lo spettatore subiva l' imposizione autoritaria della televisione, capace di ordinare il varietà il sabato e l' informazione il martedì, adesso è lo spettatore che comanda e, di conseguenza, sceglie.

     

    Libertà di fruizione:il potere del telecomando

    bambina guarda la televisione bambina guarda la televisione gigi marzullo foto di bacco gigi marzullo foto di bacco

    Il palinsesto non ha senso con i programmi impilati dall' alba a Gigi Marzullo con intermezzi di telegiornali, se non per il pubblico - l' Auditel ha introdotto una categoria per loro - di chi ha più di 80 anni e trascorre in media 440 minuti al giorno con la compagnia di un televisore contro i 100 minuti di un adolescente. Il 65 per cento degli italiani con più di 80 anni è sintonizzato in prima serata, ma soltanto il 18 per cento degli adolescenti (-10 punti percentuali sul 2010/11), il 20 per cento dei ventenni (-4), il 26 per cento di chi ha un' età compresa fra i 25 e i 34 anni (-7) e il 32 per cento degli adulti fra 34 e 44 anni (-10).

     

    Cosa guardano i ragazzi - grafica del Fatto quotidiano Cosa guardano i ragazzi - grafica del Fatto quotidiano

    E dai pensionati in poi le oscillazioni sono minime. Allora si può desumere che la televisione generalista e a pagamento, ben piegata nei palinsesti, sia in salute con la ricarica ricostituente degli anziani: no, sbagliato, perché la popolazione televisiva - rispetto ai residenti che sono aumentati anche se da un po' sono in fase di contrazione - è diminuita abbastanza nella media di giornata (-426.000) e molto in prima serata (-3,1 milioni).

     

    La diaspora catodica:via dalle reti generaliste

    ragazzi e tv ragazzi e tv

    In questa stagione 19/20, al momento, in media 6 italiani su 10 non hanno toccato il telecomando durante la prima serata, o almeno non l' hanno toccato per rimbalzare tra i canali tradizionali, preferiscono serie tv a basso costo e di ottima qualità che non prevedono abbonamenti oppure piluccano frammenti di informazioni dai filmati che scorrono dai social network o, per carità, s' affacciano sul terreno presidiato dai nonni se Rai1 ha la nazionale di calcio, Canale5 dà in chiaro una gara di Champions League o Sky ha l' esclusiva di Formula1 e Motogp.

    ragazzi e tv 1 ragazzi e tv 1

     

    Ciascuna azienda televisiva ha punti di forza che interessano milioni di spettatori, ma tutte hanno un problema: sono costrette a diluire i punti di forza in palinsesti imbottiti a volte con sciatteria per la paura di lasciare vuoti in onda e così si disperdono risorse, non soltanto economiche. È inutile parlare di giovani. I giovani non possono ascoltare. Non ci sono.

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