Morya Longo per “il Sole 24 Ore”
vladimir putin in versione hitler
Guardando le chiusure delle Borse di ieri, con quelle europee rimbalzate ben oltre il 3% e quella di Mosca in recupero del 26%, verrebbe da dire che i listini si siano sollevati quando Vladimir Putin ha aperto (ma in serata ha un po' richiuso) la porta del dialogo con l'Ucraina. Come se vedessero una guerra lampo e la fine della ostilità.
Ma questo è vero solo in parte: i listini salivano, e non poco, anche prima di questa apertura. Salivano mentre Kiev veniva bombardata. Mentre l'Europa discuteva di nuove sanzioni. Mentre l'esercito russo sembrava entrare nel Paese come un coltello nel burro. C'è dunque altro per spiegare il rimbalzo delle Borse ieri.
BORSA DI MOSCA
E l'altro è questo: il mercato è tornato a scommettere sul fatto che guerra e sanzioni colpiranno l'economia europea e statunitense quel tanto che basta per non fare troppo male ma contemporanamente per indurre le banche centrali (la Bce innanzitutto) a fare marcia indietro sui rialzi di tassi. Ieri pomeriggio, quando le Borse europee chiudevano, le informazioni erano ancora vaghe, incomplete e imprecise. Eppure i mercati scommettevano su questo: economia colpita ma non troppo e Banche centrali più accomodanti del previsto.
christine lagarde 1
E le parole del numero uno Bce Christine Lagarde, che ha fatto capire che la Bce terrà conto di questa situazione nelle sue decisioni, hanno avvalorato la tesi. Il gran rimbalzo Non si spiegano altrimenti (aggiungendo anche le ricoperture dopo i cali di giovedì) i brillanti rimbalzi di ieri: Milano +3,60%, Parigi +3,55%, Francoforte +3,67%, Londra +3,91%. E a ruota, in serata, anche le Borse Usa. Rimbalzo favorito e parallelo al calo del prezzo del gas e del petrolio (Brent sotto i 100 dollari).
Ma l'aspetto forse che più colpisce (e che forse più dovrebbe far riflettere chi parlava ancora ieri di sanzioni «dure») è stata la reazione della Borsa di Mosca (+26% ieri, dopo aver perso circa il 40% giovedì) e il rimbalzo del rublo (+1,7% sul dollaro). Si è anche affievolita la corsa ai beni rifugio, a partire dall'oro. Le ragioni sono di duplice natura.
reazione delle borse alla guerra tra russia e ucraina 5
Da un lato tecniche, con le ricoperture seguite a un posizionamento eccessivamente pessimista giovedì. Dall'altro economiche. Per l'Europa la sensazione, come detto, è che l'economia resterà colpita quel poco che basta per far passare alla Bce la voglie di stringere troppo i cordoni della politica monetaria.
Per la Russia la percezione (che in qualunque momento potrebbe essere smentita dai fatti) che le sanzioni non siano così dure come si poteva temere. Colpo ancora timido Nel momento in cui le Borse chiudevano si ragionava ancora sulle sanzioni varate la sera di giovedì. E, pur nella loro vaghezza, sin dalla mattina sono arrivati studi di economisti per valutarne l'impatto.
putin ursula von der leyen
Il risultato dei calcoli è sintetizzato da Richard Flax, Cio di Moneyfarm, quando parla di «natura relativamente moderata (per il momento) delle sanzioni». Opinione condivisa da molti. Gli economisti di Commerzbank hanno provato a stimare l'impatto di un po' tutti i principali capitoli di queste misure. E giungono anch' essi alla stessa conclusione: l'impatto c'è, ma nulla di drammatico. Ha poco effetto, per esempio, il fatto che la Russia - per usare le parole di Von Der Leyen - «non avrà più accesso ai mercati finanziari più importanti». «L'economia russa è poco dipendente dai mercati internazionali - osserva Commerzbank -, avendo un surplus di bilancio che varia tra il 4% e il 6% del Pil».
VLADIMIR PUTIN
Dunque, questo è colpo quasi a salve. Non molto diverso l'impatto delle sanzioni che hanno colpito le banche, che rende difficile per loro fare attività oltreconfine. «Le misure - stima sempre Commerzbank - non impediscono il business con la Russia». Discorso un po' diverso sulle restrizioni all'export, soprattutto di beni tecnologici, perché «potrebbero colpire l'economia russa nel lungo termine».
missile colpisce un edificio residenziale a kiev 3
Per questo Commerzbank ha abbassato le previsioni di crescita. Ma nulla che possa mettere in ginocchio il Paese nel breve. Gli effetti sull'economia L'impatto comunque ci sarà. Soprattutto in Russia, ma anche in Europa e negli Stati Uniti. Per la Russia Capital Economics stima che questa situazione possa togliere dalle precedenti stime sul Pil uno o due punti percentuali.
L'Ispi ricorda che con le precedenti sanzioni del 2014 (che furono ancora più blande di quelle attuali), fu calcolato che nel 2017 (tre anni dopo) il Pil fosse più basso di 2,3 punti percentuali rispetto a quanto non sarebbe stato senza sanzioni. Ma i mercati guardano più all'Europa e agli Usa. E anche qui l'impatto ci sarà: sia sull'inflazione (che sarà più elevata) sia sulla crescita.
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Gli economisti censiti da Bloomberg hanno abbassato le previsioni medie di crescita dell'Eurozona nel 2022 dal 4,2% stimato a inizio anno al 4% attuale. Per gli Usa la media è scesa dal 3,9% al 3,7%. Tanto basta per sperare che la Bce (più difficilmente la Fed) allontani l'intenzione di terminare gli acquisti di titoli di Stato prematuramente e di alzare i tassi già nel 2022. E, come visto, questo è ciò che i mercati vogliono sentirsi dire. Fino a rimbalzare con vigore mentre in Europa scoppiano le bombe.