SIMONE COSIMI per repubblica.it
TWITTER cambia approccio. E rischia di cambiare, per sempre, pelle. Da oggi la piattaforma guidata da Jack Dorsey testa una nuova funzionalità per gestire le conversazioni. In pratica, un ristretto numero di utenti - fra cui chi scrive - ha già adesso la possibilità di utilizzare un'impostazione che in prospettiva sarà disponibile per chiunque: scegliere chi può rispondere ai propri post. Tre le opzioni: solo gli utenti menzionati nel tweet, solo quelli che l'utente segue (cioè i cosiddetti "following") o, come sempre tutti quanti, senza distinzione.
Si tratta di una modifica radicale che sta già sollevando un dibattito molto forte nella community. Se per alcuni sarà infatti un modo più sereno di gestire le conversazioni, estromettendo sempre di più hater, odiatori, troll e disturbatori assortiti, per altri una mossa simile costituisce una limitazione troppo forte che tradisce lo spirito della piattaforma. Che è appunto quella della scoperta, di un confronto più ampio possibile, anche di risposte inaspettate da utenti che non seguivamo o non conoscevamo. Anche considerando che già esistevano degli strumenti per silenziare e bloccare utenti molesti. Il punto è che così tutto è, in effetti, più semplice.
Rimangono alcune possibilità, ovviamente. La principale è che si può per esempio rispondere all'utente citando il suo intervento, e dunque di fatto sottoponendo alla sua attenzione la propria replica. Il thread originale, però, rimane estraneo agli interventi di utenti che non seguiamo o che non abbiamo esplicitamente menzionato "al calcio d'inizio". Un cambiamento che impoverirà o arricchirà il dibattito sul social?
Certo le opportunità creative non mancano. Per esempio, sarà possibile fare delle interviste o organizzare degli scambi ristretti uno a uno o in piccoli gruppi, solo fra utenti che si menzionano, evitando interventi a gamba tesa nel corso dello scambio. D'altra parte, avvicinandosi alle logiche di Facebook e della segmentazione granulare del "chi può fare cosa", c'è la possibilità che il celebre fenomeno delle "camere dell'eco", o delle bolle sociali che dir si voglia, si approfondisca ancora di più. Nel senso che per tagliare il contraddittorio e garantirsi applausi a scena aperta il più possibile basterà limitarsi a concedere il diritto di replica solo a chi seguiamo. A patto che chi seguiamo abbia idee e opinioni in linea con le nostre, questo dipende ovviamente dalle proprie scelte sull'audience seguita.
"Partecipare e capire cosa sta succedendo nel mondo e? fondamentale per una conversazione pubblica utile ed efficace - spiegano da San Francisco - per questo motivo, Twitter sta studiando nuovi modi per migliorare l'esperienza di utilizzo e dare la possibilita? alle persone di avere maggiore controllo sulle proprie conversazioni. Inoltre, Twitter sta semplificando la visualizzazione e la lettura delle conversazioni sviluppate a partire da un tweet con ?un nuovo layout per le risposte e rendendo ?piu? immediata la funzione di Retweet con commento"?. In effetti quest'ultima funzione, il retweet con commento, sembra essere come già detto la soluzione obbligata per rispondere anche a chi non ci segue e con cui ci sarebbe dunque precluso ogni scambio diretto, sotto al suo intervento originario.
Qualche altro dettaglio sulla novità: nel corso dello scambio con pochi utenti menzionati, solo quelli potranno continuare a parlare fra loro, anche se nel frattempo menzioneranno altri utenti non inclusi nel primo tweet che ha dato il via allo scambio. Insomma, non sembra poter essere possibile tirare altri sul carro, una volta avviata la conversazione. Al contrario, chi era citato inizialmente e viene escluso dallo scambio potrà sempre continuare a intervenire. I post, a prescindere dalle impostazioni sulle risposte, rimarranno comunque visibili a tutti: il limite riguarda appunto solo la possibilità di replica.
jack dorsey
Un momento dunque importante per la piattaforma. Molte sono però le domande che rimangono appese. Per esempio, cosa accadrà ai politici? Godranno solo di un coro di risposte entusiaste ai loro interventi, rese possibili dagli account che seguono? Insomma, è l'istituzionalizzazione social della claque televisiva? E la famosa e attesa possibilità di modificare i tweet, è davvero del tutto esclusa? Più volte Dorsey ha spiegato perché non la ritenga adeguata: chiunque potrebbe guadagnare decine o centinaia di rilanci e poi modificare il contenuto del suo post (eventualità in effetti possibile su Facebook). C'è da scommettere che nel giro di qualche mese il social del passerotto non sarà più quello di prima.
COME CREARE I FLEET, LE STORIES DI TWITTER
Gabriele Porro per www.wired.it
Le storie di Twitter, i Fleets, arrivano in Italia. Da oggi tutti gli utenti italiani potranno creare dei contenuti che si elimineranno da soli dopo 24 ore dalla loro pubblicazione. Zero interazione o ricondivisioni pubbliche ma solo risposte in privato tramite Direct Message.
Twitter inizia il test dei Fleets in Italia (Foto: Twitter)
Twitter dà il via al test dei suoi Fleet e sceglie l’Italia come uno dei paesi nei quali tutti gli utenti avranno la possibilità di testare questo nuovo formato di comunicazione sul social network, del tutto simili alle Stories di Instagram.
I fleet lanciati per la prima volta in Brasile all’inizio di marzo, sono un nuovo formato per le conversazioni su Twitter che permette di creare contenuti che scompaiono in automatico nel giro di 24 ore senza possibilità di ricondividerli, di mettere apprezzamenti o di rispondere pubblicamente.
L’introduzione di questo formato è una modifica sostanziale per Twitter, che finora ha lavorato solo con il formato del tweet e che ora cede al fascino delle Storie lanciate da Snapchat e portate in auge da Instagram.
“Gli italiani sono propensi a interagire e seguire su Twitter i propri connazionali, creando sulla piattaforma una grande comunità e dando frutto a volte a conversazioni estremamente interessanti e coinvolgenti”, afferma Mo Aladham, product manager di Twitter. “Siamo perciò curiosi di scoprire come useranno i fleet, perché nelle nostre ricerche preliminari abbiamo rilevato che le persone si sentono più invogliate a condividere i propri pensieri con questa funzione, proprio perché consente di farlo in maniera temporanea”, spiega Aladham.
jack dorsey
Come si crea un fleet?
Per creare un fleet, basterà semplicemente toccare la propria immagine profilo all’interno del social network, esattamente come accade su Instagram. Come i tweet, i fleet saranno contenuti testuali da 280 caratteri a cui l’utente potrà aggiungere anche foto, video o gif.
Gli utenti potranno rispondere ai fleet visualizzati ma la risposta sarà consegnata privatamente al creatore del fleet tramite Direct Message. Un’altra interazione possibile con i fleet è attraverso le emoji d’apprezzamento che verranno anch’esse consegnate tramite Direct Message.
I fleet pubblicati dai profili seguiti saranno raccolti in uno spazio orizzontale in testa al feed principale oppure potranno essere visti visitando direttamente il profilo che li ha pubblicati e premendo sulla sua immagine profilo.