Matteo Persivale per il “Corriere della Sera”
«Steve è una persona unica nella storia dei computer... Ci sono stati periodi nei quali siamo stati alleati, abbiamo lavorato assieme — ho scritto io una parte del software dell’Apple II.
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Certo, a volte sapeva essere davvero duro con le persone che aveva accanto, a volte poteva essere davvero incoraggiante. Ma riusciva a far dare il meglio a tutti quelli che aveva intorno... Ci riavvicinammo negli ultimi anni, gli dissi sinceramente che invidiavo il suo straordinario talento.
Da giovane Steve era molto concentrato sul lavoro; negli anni della malattia si era molto addolcito: con lui potevo parlare, finalmente, delle nostre vite, dei nostri bambini. Steve era un genio incredibile, io ero più un tecnico di quanto lo fosse lui. Fu molto divertente, c’era tra di noi un’amicizia vera; la sua malattia e la sua morte sono state una tragedia».
Bill Gates era stato invitato dalla Bbc a parlare di musica: dei dischi che porterebbe con sé su un’isola deserta — «Desert Island Discs, su Radio 4 — ma l’intervista con la conduttrice Kirsty Young si è trasformata in una confessione nella quale il fondatore della Microsoft ha parlato a ruota libera, di tutto, con franchezza:
dei suoi sentimenti per Steve Jobs; della volta che i suoi genitori, quando aveva 12 anni, lo mandarono da uno psicologo (lui ne approfittò per leggere voracemente Freud), di quanto fosse imbranato con le ragazze al liceo e anche al college, della sua perplessità quando conobbe Bono («Me lo chiese Paul Allen — il suo socio e amico, ndr — ma non mi pareva una priorità: ho scoperto un uomo eccezionale»).
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Per fondare la Microsoft lasciò Harvard senza laurearsi «ma la conversazione con i miei genitori fu meno tesa di quel che si può pensare: onestamente, se con la Microsoft fosse finita male mi avrebbero riammesso e mi sarei laureato».
Gates ha spiegato quanto grande sia stata l’influenza di sua madre — «Mi ha insegnato che chi ha molto ricevuto dalla vita deve restituire ancora di più» — e che la signora Gates, quando lui era bambino, fece volontariato per Planned Parenthood (l’associazione — al centro di dure polemiche politiche nell’ultimo anno — che fornisce alle donne americane assistenza medica specialistica, compresa la possibilità di abortire).
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La tecnologia è stata il centro della sua vita come lo è la filantropia, dal 2008, quando lasciò Microsoft per seguire la sua fondazione benefica. Gates ammette ridendo che aveva memorizzato i numeri di targa e i modelli delle automobili dei collaboratori: andava nel parcheggio a controllare chi fosse già andato a casa.
«Lavoro con intensità anche adesso: leggo molto, ma sulla vostra isola deserta vorrei una connessione Internet, perché come farei se mi venisse una buona idea sulla lotta alla malaria? Dovrei dirlo a qualcuno!».
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E la musica? Gates ammette di amare i musical, Jimi Hendrix, il country di Willie Nelson ma il primo brano che ha fatto suonare durante il programma è stato «Under Pressure» dei Queen e Bowie. Sull’isola deserta, gli ospiti della Bbc possono portare oltre ai dischi anche la Bibbia, l’opera omnia di Shakespeare e un libro a scelta. Per Gates è «Il declino della violenza» di Steven Pinker (Mondadori).
john lennon e paul mccartney 1968
La dedica di una canzone speciale? «Poco prima che morisse, con Steve Jobs parlammo di “Two of Us” dei Beatles, di come quella canzone raccontasse delle cose vere sul nostro rapporto». La canzone che dice «Tu e io abbiamo ricordi più lunghi della strada davanti a noi». La canzone sull’amicizia tra John Lennon e Paul McCartney.
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