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    "TYMOSHCHUK CONTINUA A RIMANERE IN SILENZIO E A LAVORARE PER IL CLUB DELL’AGGRESSORE" - L'EX CAPITANO DELLA NAZIONALE UCRAINA E OGGI VICE ALLENATORE DELLO ZENIT SAN PIETROBURGO È FINITO NELLA BUFERA PER NON AVER RILASCIATO UNA DICHIARAZIONE DI CONDANNA CONTRO LA RUSSIA - LA FEDERCALCIO UCRAINA STA PRENDENDO IN CONSIDERAZIONE L’IPOTESI DI TOGLIERGLI TITOLI, RICONOSCIMENTI, RECORD E ANCHE LE LICENZE PER ALLENARE - "CON QUESTA SCELTA CONSAPEVOLE DANNEGGIA L’IMMAGINE DEL CALCIO UCRAINO…"


     
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    Salvatore Riggio per www.corriere.it

     

    Quello di Anatoliy Tymoshchuk, ex calciatore e oggi vice allenatore di Sergej Semak allo Zenit San Pietroburgo, in Russia, è un silenzio che fa rumore. Il 42enne è un simbolo del calcio ucraino, che detiene il record di presenze con la Nazionale gialloblù. Da quando l’esercito russo ha invaso il suo Paese, lui non ha mai rilasciato una dichiarazione di condanna contro il governo di Vladimir Putin.

     

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    Nessuna presa di posizione, nessun messaggio di pace. L’ultimo post sui propri profili social risale al 25 gennaio. Adesso rischia di essere rinnegato dalla Federcalcio ucraina, che sta prendendo in considerazione l’ipotesi di togliergli tutto: titoli, riconoscimenti, record e anche le licenze per allenare collezionati nella sua carriera.

     

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    «Dall’inizio dell’aggressione militare russa contro l’Ucraina, Tymoshchuk , l’ex capitano della nazionale, non solo non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche al riguardo, ma non ha nemmeno interrotto la sua collaborazione con il club dell’aggressore. In un momento in cui un altro ex club dell’ucraino, l’FC Bayern Monaco, pubblica dichiarazioni e tiene azioni a sostegno del nostro Paese, Tymoshchuk continua a rimanere in silenzio e a lavorare per il club dell’aggressore. Con questa scelta consapevole, Tymoshchuk danneggia l’immagine del calcio ucraino», si legge nel comunicato.

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     Non solo. Perché nei giorni scorsi l’ex centrocampista è stato criticato in maniera feroce anche da calciatori ed ex compagni di squadra. Come Oleksander Aliyev (insieme in Nazionale) che lo ha accusato di essere un traditore. Oppure il fantasista dell’Atalanta, Malinovskyi, ha accusato il suo ex idolo dicendo che ormai per lui «Non è più una leggenda».

     

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    Nella sua carriera Tymoshchuk ha indossato le maglie di Volyn e Shakhtar (dove Nevio Scala gli affidò la fascia di capitano), poi in Russia nello Zenit, e nel Bayern Monaco vincendo ben 21 trofei tra cui anche una Coppa Uefa, una Supercoppa e una Champions, quella del 2013 contro il Borussia Dortmund (anche se non giocò la finale). Ben 144 le presenze con l’Ucraina. Nessuno come lui, nemmeno un’altra leggenda, Shevchenko, che si è fermato a quota 111.

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