Da I Lunatici Rai Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici
Ubaldo Pantani è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dalla mezzanotte alle sei dal lunedì al venerdì notte.
UBALDO PANTANI MAX ALLEGRI
L'attore e imitatore ha parlato un po' di se: "Per me il lavoro è sempre quello dell'attore, si parte da lì. Attore comico, imitatore, uno cerca di far ridere attraverso le imitazioni, ma il lavoro principali è quello dell'attore, in tutte le sfaccettature. Mi diverto molto più ora che non nei primi anni. Mi capita spesso di svegliarmi durante la notte, quello è un momento molto creativo. Spesso in quel momento vengono fuori un sacco di idee. Lì e in macchina".
UBALDO PANTANI LAPO ELKANN
Pantani è laureato in scienze politiche: "Senza pressioni ho fatto scienze politiche e ne sono contentissimo, l'ho fatta a Pisa, in una università prestigiosa, con dei professori fantastici. Dopo aver fatto lingue un mese, non riuscivo a capire in quale aula andare, ho fatto questa scelta. Ho iniziato a lavorare nel 1997 prima che finissi l'università, ho deciso di laurearmi perché mi sarei sentito un cretino se non fossi riuscito a farlo, ma anche con una sfida con il mio agente, che forse spronandomi, stuzzicandomi, mi voleva far passare per uno poco pratico, poco pragmatico, e allora punto sull'orgoglio gli ho detto che entro la fine dell'anno mi sarei laureato e sposato. E così è stato.
Mi sono laureato anche grazie alla mia ex moglie, che mi dette una mano nel fare la tesi. La mia famiglia è stata fantastica, mi sono rotto due volte la tibia nel giro di un anno e mezzo, facevo il calciatore dilettante, ero nella rete mamma-lavoro-fidanzata-calcio, in provincia, in una confort zone ai massimi livelli.
UBALDO PANTANI CARLO ANCELOTTI
Avevo già fatto esperienze in tv, ma la vivevo in maniera dilettantistica, già lavoravo in network nazionali ma mentalmente non riuscivo ancora ad accettare che questo potesse essere il mio lavoro. Quando mi sono rotto la tibia mi sono chiesto quale fosse, oltre al calciatore, la cosa che avrei voluto fare. E proprio mentre ero a letto, con la tibia rotta, mi chiamarono per fare un programma. Fu la svolta. Mi chiamarono autori che mi conoscevano, senza che facessi un provino, lì mi sono reso conto che non potevo sprecare questa possibilità. Il mio percorso è stato decennale, riuscire a gestire quello che è il proprio talento, la propria attitudine, è un processo che nel caso mio ha richiesto anni".
UBALDO PANTANI ROBERTO D'AGOSTINO
Sulla popolarità: "Ho avuto dei momenti facendo la Gialappa's il primo anno con dei personaggi che hanno avuto risalto. Ho fatto Giletti, Lapo, Buffon, su un programma molto seguito, all'epoca la televisione aveva un peso diverso. L'altro momento è stato dieci anni fa, quando ho riproposto Lapo a 'Quelli che il calcio' ed ebbe un grande successo. Andò fortissimo anche la parodia del cuoco della nazionale. Arrivò in poco tempo a un milione di visualizzazioni, undici anni fa una cifra clamorosa.
Poi nel corso degli anni avendo avuto la fortuna di fare 'Quelli che il calcio' ciclicamente dei personaggi sono piaciuti particolarmente e hanno avuto una attenzione maggiore. Anche se devo dire che il cinema, che non ho mai cercato e in cui mi sono imbattuto, mi ha aiutato. Mi ha sempre dato grande responsabilità e grande stima Giovanni Veronesi, hanno avuto anche successo i due film con Brizzi, mi capita spesso di essere riconosciuto da famiglie dove i figli quattordicenni mi chiedono se fossi quello che faceva il maggiordomo nel film di Brizzi".
ubaldo pantani pirlo
Sulle imitazioni: "Avevo sette otto anni, facevo le imitazioni di Sabani, chiuso in camera mia. Non è che sognavo di diventare un comico, un imitatore. Facevo degli spettacoli in camera, non era una cosa legata alla passione che avrei voluto sviluppare. Questo mio rapporto con le imitazioni è una roba accessoria, all'inizio non gli davo importanza. La consideravo una cosa scontata. Poi l'ho scoperta dopo, nel corso degli anni. Non ho mai pensato che le mie imitazioni potessero diventare il mio lavoro".
Sui personaggi imitati: "Quelli che mi hanno fatto sapere di aver apprezzato la mia imitazione sono stati tanti. Con molti siamo invecchiati insieme, se penso a Paolo Fox o Giletti. Ma anche Lapo, che poi è diventato un mio amico. Molti dei personaggi imitati poi li ho conosciuti. Ma il rapporto con gli imitati è cambiato molto. Prima dal momento in cui venivi parodiato in tv eri arrivato e i personaggi attribuivano all'imitazione un valore che ora non gli viene da attribuire.
ubaldo pantani imita mario giordano 2
Si parla di un personaggio famoso attraverso mille altri canali. Prima era più difficile. Il rapporto con gli imitati è cambiato molto. Prima se facevi un personaggio in tv lo stesso imitato tendeva ad attribuirgli una certa importanza. Ora è più difficile. Se fai Pirlo in tv, dopo un po' viene fuori che qualcuno lo aveva già fatto prima, la tv ha meno importanza, a meno che un personaggio venga fatto e attraverso i social e i media non venga poi attenzionato e condiviso. Ma è molto difficile".
dago e il suo imitatore ubaldo pantani
Ancora sulle imitazioni: "Almeno fino a cinque o sei anni fa ho sempre e solo fatto personaggi che non aveva mai fatto nessuno. Ora è impossibile. Poi poteva capitare anche che facessi Cacciari senza sapere che l'avesse fatto Neri Marcorè. Ora è tutto saltato, è impossibile monitorare chi fa cosa, tutti fanno tutto, non puoi arrivare mai prima di nessuno. Se fai un personaggio arriva subito a dire che qualcuno lo fa meglio di te. Io cerco sempre di fare personaggi che non ha mai fatto nessuno oppure trovare delle chiavi differenti. Ad esempio per raccontare la crisi di Pirlo, non ho fatto direttamente Pirlo, ma ho fatto Sarri e Allegri che parlavano di lui".
Sul lavoro che c'è dietro: "Una imitazione si fonda su tre parti. Un terzo è la chiave comica, un terzo è la voce e un terzo è la somiglianza. Devono esserci almeno due elementi su tre. Ti accorgi che una imitazione funziona quando rivedi nell'originale quello che tu imiti. Spesso mi è capitato. Sono legato all'imitazione di Allegri, anche se quasi tutti i personaggi che decido di farli mi divertono. Mi diverte fare Lapo, anche se da quando sono diventato suo amico mi dispiace un po'.
ubaldo pantani
Devi avere un po' di distacco. L'imitazione è una cosa molto aggressiva, molto profonda, non è uno scherzo, si gioca su alcuni tic, è una cosa molto particolare. L'imitazione è una roba invasiva, non è uno scherzo, devi starci attento. Quando una persona la conosci, puoi anche farle del male. Comunque, lunga vita alle imitazioni, mi diverto molto ora che nei primi anni".
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