Maria Silvia Sacchi per il “Corriere della Sera”
TASSISTI CONTRO UBER
Fino a poche ore prima dell’annuncio ufficiale, avvenuto lunedì a sera inoltrata, gli addetti alla comunicazione di Uber dicevano di essere all’oscuro di tutto. Eppure, l’uscita di Benedetta Arese Lucini, la manager che ha accompagnato l’ingresso in Italia dell’App dei trasporti californiana, era già stata decisa e definita da almeno un paio di giorni.
Piuttosto brutalmente, secondo quanto si racconta in ambienti finanziari, a dispetto della nota emessa dalla società nella quale si parla di un rapporto concluso «di comune accordo» e nella quale il gruppo Usa si dice grato alla manager «per la passione e il contributo che ha dato all’azienda». Arese Lucini, da parte sua, ha ringraziato Uber «per l’opportunità e l’esperienza di questi due anni e mezzo».
Benedetta Arese Lucini
Di passione, sicuramente, la manager 32enne, ne ha messa molta per far accettare in Italia il servizio che permette di trovare un’auto con autista, diverso da taxi e autonoleggio. Purtroppo senza risultati considerati apprezzabili dall’azionista.
Contestata dai tassisti di tutto il mondo, Uber ha ricevuto, infatti, un trattamento duro nel nostro Paese, dove ha vissuto una identificazione totale con la sua general manager, divenuta oggetto di minacce e pesanti insulti anche sessisti, come il violento striscione appeso a poca distanza dalla sua abitazione, contenente l’indirizzo di casa.
Benedetta Arese Lucini
Secondo quanto si racconta, i vertici della App californiana imputano proprio questo alla manager: non essere riuscita a entrare in sintonia con il mercato italiano e non aver saputo comunicare. Una ricostruzione, va detto, che viene smentita in ambienti vicini all’ex general manager, la quale ha già detto di avere, invece, nuove sfide da cogliere da settembre, pur se non ancora definite nei dettagli. Quali siano Arese Lucini non l’ha anticipato, ma in ambienti romani si ipotizza un suo possibile coinvolgimento da parte del premier Matteo Renzi nell’ambito dei trasporti.
Benedetta Arese Lucini
Quanto a Uber — che ha chiuso il 2014 con ricavi per 1,4 milioni e un utile netto di quasi 65mila euro — ha scelto come numero uno Carlo Tursi, l’ingegnere meccanico con un passato in Quantum Pacific che già guidava la sede di Roma. Un avvicendamento nella continuità, dicono alla App californiana. Quanto sarà davvero nella continuità, si vedrà nei prossimi mesi.