bazoli gallerie d'italia
DAGOREPORT
Il più classico dei ribaltoni all’Italiana: pezzi che non stanno più assieme e si ricompongono in un’altra forma. La banca presieduta da Letizia Moratti e abilmente fatta veleggiare in questi anni dall'ad Victor Massiah è su una rotta che l’ha condotta in un tratto di mare senza vento. A oggi governata da bresciani e bergamaschi riuniti in due patti di sindacato con l’aggiunta della fondazione CRC di Cuneo, è stata scossa da una serie di interessati tradimenti.
Un paio di azionisti bergamaschi tra cui i liquidissimi Bombassei della Brembo e Bosatelli della Gewiss abbandonano l’orobico Patto dei Mille, si uniscono alla Fondazione Banca del Monte di Lombardia che per l’occasione pugnala l’attuale Sindacato azionisti UBI Banca, creatura bazoliana che riunisce il fleur de sal degli industriali della leonessa e coinvolgendo i Cuneesi fondano un nuovo patto di consultazione che governa oltre il 16% dell’istituto.
alberto bombassei
I rinnovati padroni dalla nuova posizione di forza in una nota sintetica, ma chiarissima lanciano agli orfani di entrambe le parti un “chi ci ama ci segua”. Obiettivo? C’è chi dice attrezzarsi in vista della grande fusione che a Drogo Massiah si attribuisce dall’autunno 2014. Ma c’è anche chi dice non solo. Le strategie operative della banca, da sempre solida e coi conti in ordine, ma ormai troppo avara sul fronte della redditività, andrebbero raddrizzate e la discontinuità manageriale predicata in passato è ormai un’esigenza super partes e riguarda molte delle prime linee.
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