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    UCCISE UN PALESTINESE STESO A TERRA, CONDANNATO UN SOLDATO ISRAELIANO (MA PER OMICIDIO COLPOSO), IL PAESE SI SPACCA IN DUE (VIDEO) - ELOR AZARIA HA SPARATO A UN MILITANTE PALESTINESE CHE AVEVA APPENA ACCOLTELLATO UN ALTRO SOLDATO. LUI SOSTENEVA CHE POTEVA ANCORA NUOCERE O FARSI SALTARE IN ARIA, E MOLTI SONO CON LUI: ''REAGÌ ALL'AGGUATO'' - NETANYAHU CHIEDE LA GRAZIA


     
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    Alberto Stabile per ''la Repubblica''

     

     

    elor azaria elor azaria

    Colpevole. Ma soltanto di omicidio colposo e condotta riprovevole. L' incubo di una lunga condanna per omicidio volontario, s' era dissolto da tempo per Elor Azaria, il soldato israeliano di 20 anni, 19 all' epoca del fatto, messo sotto processo per aver ucciso a sangue freddo un militante palestinese che giaceva a terra, ferito, dopo aver accoltellato assieme ad un complice un altro soldato. Ma nonostante l' attesa generale sia per una condanna lieve, che sarà resa nota più avanti, il processo contro Azaria, un infermiere in servizio presso la Brigata Kfir, di stanza ad Hebron, continua a dividere Israele.

     

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    Centinaia di persone hanno presenziato all' udienza finale presso il Tribunale militare di Tel Aviv, nello stesso complesso chiamato Hakiria che ospita gli stati maggiori, a due passi dalla stazione centrale e dallo svincolo per l' autostrada Ayalon, l' arteria che attraversa il Paese da Nord a Sud.

     

    E proprio verso l' autostrada, con la chiara intenzione di bloccarla, si sono diretti i dimostranti al grido di Elor è nato libero, Elor eroe e soldato modello. Mentre qualcuno inalberava anche un cartello in tema con i gusti della destra israeliana verso gli Stati Uniti: Donald Trump rendi l' America di nuovo grande!.

     

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    Incidenti, arresti, autostrada bloccata per ore, mentre nell' aula, la madre del giovane imputato, aspettava il momento in cui la presidente del tribunale, il colonnello Maya Heller, abbandonasse lo scranno assieme ai due giudici a latere per urlare: Vergognatevi! .

     

    In realtà c' è molto poco di eroico e di esemplare nel comportamento di Elor. Basta rivedere il filmato che riprende la scena del delitto, consegnato dall' organizzazione per la difesa dei diritti umani, B' Tselem, agli inquirenti. Siamo ad Hebron, nel quartiere di Tel Rumeida, vale a dire in quello che è da sempre il crogiolo della tensione che aleggia permanentemente tra i 500 o 600 coloni ultra nazionalisti che occupano il centro e le migliaia e migliaia di palestinesi che li circondano.

     

    Un uomo giace esanime, immobile, a terra. L' autopsia dirà che non è morto. Assieme ad un complice ha accoltellato in modo non grave, un soldato. Il complice è stato ucciso, lui, Abdel Fatah al Sharif, 20 anni, è stato "neutralizzato", dicono i giornali. È il 24 marzo del 2016, il culmine dell'"intifada dei coltelli" a cui le forze di sicurezza israeliane, rispondono con estrema durezza, spesso uccidendo gli assalitori anche quando potrebbero agevolmente arrestarli.

     

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    Improvvisamente, da un gruppetto di due o tre militari armati di tutto punto, si stacca un giovane in divisa, si avvicina al corpo immobile di Abdel Fatah al Sharif, solleva con naturalezza il fucile, prende la mira da un paio di metri di distanza e spara. Un rivolo di sangue scorre dalla nuca dell' uomo ferito e disteso a terra.

     

    È un' esecuzione a freddo, immotivata. Ma non per Elor che dirà ai superiori di aver agito per neutralizzare un pericolo e salvare vite umane. Secondo lui il palestinese poteva raggiungere il coltello già adoperato e addirittura far esplodere una carica esplosivo che poteva portare addosso.

     

    Ma nulla di tutto questo supera i riscontri delle indagini, mentre appare sempre più credibile quello che Elor dice al suo comandante, Tom Neeman, nell' immediatezza del fatto: Questo terrorista doveva morire.

     

    Elor parla alla pancia di un Paese la cui maggioranza vede negli "arabi" un nemico da combattere e non sembra disposto a ripensare criticamente quell' occupazione dei Territori che quest' anno compie cinquant' anni. Persino il premier Netanyahu, dopo aver garantito il suo appoggio all' esercito, chiama i parenti dell' imputato, ai quali rappresenta la sua vicinanza come padre di un soldato.

     

    NETANYAHU NETANYAHU

    E dice che Elor merita la grazia, anche se fa appello a tutti gli israeliani perché si comportino con responsabilità. La vice ministro degli Esteri Tzipi Hotoveli parla di un processo farsa dalla conclusione predeterminata . Molti, anche a sinistra, chiedono al Presidente Rivlin che conceda la grazia ad Elor.

     

     

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