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    NIGERIA, L’AFFARE S’INGROSSA - UCCISO UN FUNZIONARIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO COLLEGATA ALL’INCHIESTA SULLE TANGENTI CHE ENI AVREBBE PAGATO IN NIGERIA NEL 2011 - I MISTERI SULLA “MALABU OIL & GAS”, I DOCUMENTI SPARITI NEL NULLA, I DUE TROLLEY RIEMPITI DI 50 MILIONI IN BANCONOTE DA 100 DOLLARI


     
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    Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

     

    Scaroni Descalzi Bisignani Scaroni Descalzi Bisignani

    Mancava solo il morto, con annessa sparizione di documenti societari, attorno all' inchiesta dei pm di Milano sulle tangenti che in Nigeria nel 2011 avrebbero oliato la vendita a Eni e Shell della concessione per l'esplorazione del giacimento petrolifero OPL-245 per 1 miliardo e 92 milioni di dollari (compresi 215 milioni posti dai pm sotto sequestro a Londra e in Svizzera). E, puntuale, è arrivato.

     

    IL FUNZIONARIO ASSASSINATO

    SHELL SHELL

     In Nigeria è stato ucciso Abubakar Umar, funzionario di un ente che equivale un po' alle Camere di commercio, il cui responsabile Justin Ndia era stato chiamato a testimoniare dalla Commissione Parlamentare d’indagine nigeriana sulla reale proprietà della Malabu Oil&Gas: cioè della società che, appena 5 giorni dopo essere stata costituita nel '98, si vide assegnare dal governo la preziosa titolarità della concessione, e che dopo anni di burrascosi contenziosi l' aveva mantenuta pure nel secondo schema d'accordo.

     

    Descalzi Scaroni Descalzi Scaroni

    Nel primo, infatti, Shell ed Eni si stavano orientando a pagare Malabu attraverso due intermediari: per Shell l'azéro Ednan Agaev (ex ambasciatore russo in Colombia) e per Eni il nigeriano Emeka Obi, suggerito all' allora n.1 Eni Paolo Scaroni (e da questi al direttore Claudio Descalzi, oggi a.d. dell'Eni) dal giornalista Luigi Bisignani (all' epoca già condannato in Mani pulite), a sua volta in affari con Gianluca Di Nardo (in passato socio del finanziere Francesco Micheli, curatore della quotazione in Borsa di eBiscom, e costretto dall'americana Sec al patteggiamento per insider trading).

     

    Dan Etete Dan Etete

    Nel secondo definitivo schema, invece, Eni e Shell pagarono il prezzo non più alla venditrice Malabu ma in apparenza al governo e su un conto vincolato del governo, che però girò poi alla Malabu tutti i soldi (pari a 3/4 del budget nigeriano per la Sanità).

     

    I pm De Pasquale e Spadaro conteggiano 250 milioni all' ex ministro del Petrolio Dan Etete; 466 al presidente Jonathan Goodluck e ai ministri Adoke Bello, Diezani Alison Madueke e Aliyu Gusau (Giustizia, Petrolio e Difesa); 10 a un altro ministro della Giustizia, Bajo Oyo; 11 al senatore Obiorah; 54 al tesoriere Abubaker Aliyu. Dietro Malabu, per i pm che hanno notificato a 13 indagati (tra cui Eni, Shell, Etete, Scaroni e Descalzi) l' accusa di corruzione internazionale, si celava l'ex ministro Etete.

     

    LA COMMISSIONE PARLAMENTARE

    DAN ETETE DAN ETETE

    Ed era proprio sui documenti attestanti i veri padroni della Malabu che la Commissione Parlamentare aveva convocato il capo della Camera di Commercio, Ndia. Ma questi alla vigilia di Natale ha risposto in audizione che non si trova più il fascicolo (curato da Umar) utile a ricostruire struttura di Malabu e titolarità della concessione.

     

    Le tinte da spy-story, del resto, non mancano nelle migliaia di pagine di atti depositati a Milano, a cominciare da alcuni dei racconti fatti da un ex dirigente Eni non alieno da rapporti con i servizi di sicurezza, Vincenzo Armanna, che anche in un confronto nel luglio 2016 con Descalzi si è attribuito il merito di aver fatto saltare la prima mediazione e aver così interpretato e incarnato la contrarietà di Descalzi alla prospettiva che la mediazione di Obi generasse 200 milioni di tangenti per gli italiani, prospettiva di cui però Descalzi giura ai pm di aver mai saputo.

     

    dan etete ex ministro del petrolio nigeriano dan etete ex ministro del petrolio nigeriano

    Degno di un film è il racconto di Armanna su due trolley riempiti di 50 milioni in banconote da 100 dollari, prima portate a casa di Roberto Casula (allora capo di Eni in Nigeria) e poi caricate su un aereo messo a disposizione dal console onorario italiano in Congo. Scena da prendere con qualche cautela: perché Armanna la riferisce indicando come propria fonte uno 007 nigeriano, e perché 50 milioni in banconote da 100 dollari fanno 450 chili di peso, non agevoli da portare in giro in due trolley.

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