1 - «BASTA, TI DENUNCIO» IL GIORNALISTA REPLICA A MAMMA FALCO
TEA FALCO CON I SOTTOTITOLI
La mamma di Tea Falco ha attaccato il giornalista Domenico Naso del «Fatto Quotidiano», colpevole di aver criticato la recitazione della figlia, che interpreta la rampolla Bibi Mainaghi («grottesca e caricaturale») nella serie Sky «1992». In una recensione Naso aveva stroncato la recitazione dell’attrice (nata a Catania nel 1986, scoperta da Bernardo Bertolucci).
Dopo la pubblicazione del suo articolo il critico se l’è dovuta vedere con Marilia Zapata, la madre della Falco, che per diversi giorni lo ha aggredito con messaggi offensivi mandati nella posta privata del profilo Facebook del giornalista («coglione marcio e sfaccendato», «se ha bisogno di cure psichiatriche per il suo piccolo “Narcisismo patologico” sono una specialista, ma non tratto i dementi»). Naso ha dapprima ignorato le (pesanti) invettive ma di fronte all’insistenza della signora ha dovuto chiederle di darci un taglio, minacciando una denuncia.
TEA FALCO CON I SOTTOTITOLI
2 - DALLA PARTE DI TEA FALCO (E CONTRO IL WEB)
Giammaria Tammaro per www.wired.it
[…] E la critica del web ha perso il suo mordente iniziale, diventando ridondante. La fondatezza delle tesi iniziali si è persa quando di tutta questa storia se ne è fatta una questione personale. Quando sono stati postati i video che la Falco aveva caricato su youtube e in cui, ancora una volta, avrebbe dimostrato – quest’è l’opinione più diffusa – di essere una ragazzina presuntuosa.
Nelle scorse ore sono arrivati il fidanzato e i presunti rumor di una rottura, sul set, tra la Falco e la Leone. Le loro divergenze. Non sto nemmeno a riprendere le varie tesi (e nemmeno le varie giustificazioni), ma piuttosto vorrei provare a tracciare una linea tra quello che è stato detto e quello che, invece, si sarebbe potuto dire. Perché anche in questo caso si è persa un’occasione.
TEA FALCO CON I SOTTOTITOLI
Si poteva fare della critica costruttiva, chiedere che idea avessero sceneggiatori e registi e produttori di 1992 delle donne (e delle ragazze). Perché il personaggio della Falco fosse così (ricordate: su un set, gli errori non si fanno mai da soli. Se c’è un attore che non rende perfettamente il proprio personaggio, vuol dire che c’è stato qualcuno che ha preferito non parlare). E perché, soprattutto, si optasse per una visione così civettuola dell’unica protagonista, insieme alla Leone, femminile. Non è Tea Falco che ne esce massacrata da 1992, quanto piuttosto le donne. Ed è di quello che avremmo potuto parlare. Non prendere una ragazza, un’attrice, e immolarla sull’altare del web.
Il web, come ho già detto, ha perso un’occasione. E a questo punto della storia, dove tutte le parti sono degenerate e le parole sono diventate parole pesanti, mi viene da mettermi dalla parte di Tea Falco. E attenzione: non perché mi sia piaciuta la sua interpretazione in 1992 (l’ho detto all’inizio: non mi ha convinto). Non perché la conosca.
TEA FALCO CON I SOTTOTITOLI
Non perché la trovi simpatica. Ma perché nessuno merita la gogna virtuale: nessuno, ripeto, merita di essere distrutto, screditato, masticato e sputato via in questo modo, così. Ci vorrebbe un incontro, ci vorrebbe un’intervista. Si dovrebbe parlarne. Ma è anche vero che Internet funziona così: e quindi, molto probabilmente, domani nessuno si ricorderà di questa storia e Tea Falco tornerà a essere la ragazza di Io e te, l’esordiente, la giovanissima. E nessuno ne parlerà più.
2 - 1992 La SERIE, LA MAMMA DI TEA FALCO CONTRO IL GIORNALISTA PER DIFENDERE LA FIGLIA: “COGLIONE MARCIO E SFACCENDATO”
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Domenico Naso per il “Fatto quotidiano” del 15 aprile 2015
Mai avrei pensato di fare il mio sporco mestiere di critico televisivo e poi venire bersagliato da messaggi non certo amichevoli dalla madre di un’attrice oggetto di un mio articolo. L’attrice in questione è Tea Falco, interprete di 1992, la serie su Tangentopoli (e non solo) di SkyAtlantic.
La mia “colpa”, invece, è quella di aver espresso un’opinione sulla prova d’attrice della signorina Falco, a mio avviso troppo grottesca e caricaturale nei panni di Bibi Mainaghi, rampolla annoiata e tossicomane di una ricca famiglia milanese. Era il 25 marzo scorso e io avevo scritto questo, dando conto dell’interpretazione di Tea Falco e delle reazioni divertite e divertenti che imperversavano sui social network.
Giusto il tempo che il pezzo arrivasse agli occhi di Mamma Falco, ed ecco il primo garbato messaggio privato su Facebook (punteggiatura rigorosamente originale):
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“Mi perdoni se le scrivo queste parole: non le sembra di essere stato eccessivamente pesante su Tea Falco? … Lei la conosce epidermicamente o nel profondo?..Tea Falco e’ una donna che si e’ fatta interamente da sola,ha dovuto lottare due volte,come sempre fa chi viene dal Sud, si e’ creata da sola tante competenze, con duri sacrifici e senza alcun meccanismo clientelare, non essendo mai stata incline a svendersi.
E’ stata scelta alla Scuola di Cinematografia che aveva solo 16, ha continuato a studiare all’Universita’ di Catania fino a completare gli studi,sempre viaggiando e lavorando al tempo stesso, ha imparato le lingue,ha seguito scuole di recitazione, dizione, fotografia, teatro, canta e suona ad orecchio,….l’ho aiutata a pagare qualche spesa (finché’ ho potuto),per il resto ha fatto sempre da se’,mai cadendo in facili trappole che sarebbero state facilmente alla sua portata,bella com’è’..
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Ha raggiunto successi sempre da sola ,..,,completamente con le proprie risorse,ricevuto Premi,come il Donatello ,che,alla sua età’, non e’ facile attingere.E ‘ una donna,ripeto,un angelo buono e pulito. […] Tea ha avuto recensioni splendide sin qui,coronato successi,premi artistici,fotografici e cinematografici (lo legga il suo curriculum, e’ nutritissimo per la sua giovane età’),…poi giunge lei e scrive cose orribili sulla sua interpretazione in 1992 e le rende visibili al web intero,trafiggendomi il cuore,impietoso e caustico come talune volte voi giornalisti riuscite ad essere..
Sacrifici di anni demoliti in un sol colpo con un articoletto buttato giù di fretta.a che scopo non so. Mi perdoni,ma la critica fotografica non dovrebbe rientrare tra le sue competenze,la prego solo di moderare le parole…,,Le parole ,a volte,sono spade.l.Parlare milanese per una siciliana e’ come parlare italiano per un inglese.l
E,se la hanno preferita,malgrado tutto, qualche dote interpretativa,l’avra’ pure,non crede?..
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Mi perdoni, sono sua madre”.
Fin qui il messaggio originale, del quale ho omesso solo alcuni particolari della vita privata di Tea che non mi sembra giusto rendere pubblici. E fin qui tutto bene, ho pensato. È la madre, è giusto che difenda la figlia da critiche spietate. Ogni Tea Falco è bella a mamma soja. Poi, dopo qualche minuto, la signora Marilia Zapata (almeno questo è il nome che usa su Facebook), ha aggiunto una postilla, chiedendomi garbatamente di aspettare la fine della serie prima di trarre le conclusioni.
Ho pensato molto sull’opportunità di rispondere o no, ma alla fine ho scelto il silenzio. Cosa vuoi dire a una madre che difende la figlia? Nulla, anche perché non avremmo mai trovato un punto di incontro. Per me la cosa era finita lì. Per me, appunto, perché per la signora Marilia eravamo appena all’inizio.
Passano altri due giorni ed evidentemente il mio silenzio ha mandato a farsi benedire il costernato garbo della Signora:
“Be’, che succede?..Non riesce più’ a scrivere se non riassumendo da Twitter?….Aspetta altri spunti tematici,,.?…
TEA FALCO CON I SOTTOTITOLI
Provi a raccogliere qualche idea e a rispondere qualche pensiero personale,magari in solitudine…,Dalla solitudine solamente nascono pensieri autentici e non travisati sulla scorta di assalti mediatici…….E un po’ si vergogni,ogni tanto,,,’fatti non fummo per viver come bestie’….ma per seguire virtute e conoscenze.,,,,,Pertanto le critiche filmiche e cinematografiche le faccia stendere da chi ne possiede reale cognizione…
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….di certo se continua a fare il perdigiorno su Twitter ‘da mane a sera’ diffamando le persone e pure i suoi familiari la sua ‘canoscenza’ nn la guadagnerà’ mai…..e resterà’ il pivello che e’ ….Le assicuro poi che la buonanotte Tea la scandisce per bene…..Continui su questa falsariga che gliela faccio scandire per bene anche a lei,osannando su Twitter- Buonanotte ai suonatori, che si pregeranno a breve di irradiarla da quell’albo malato su cui tanto tiene permanere…scribacchiando cotanto deliri. Mi creda…..Rizziconi (si riferisce al mio paesello d’origine) e’ un bel paese per continuare a viverci. Se poi ha bisogno di cure psichiatriche per il suo piccolo NP ( traduci ‘Narcisismo patologico’) sono una specialista, ma non tratto i dementi. Vedi alla voce Manuale Dsm4 del Manuale psichiatrico..La demenza e’ irrisolvibile,come l’idiozia”.
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Il livello dello scontro (unilaterale) si è innalzato all’improvviso, senza un vero perché. E in fondo io ero stato così educato a non rispondere per le rime. “Ho una madre anch’io”, avevo ripetuto tra me e me come un mantra. Arrivano le prime offese: pivello, perdigiorno, malato psichiatrico, demente. Fino ad augurarmi “l’irradiazione” dall’albo dei giornalisti (“malato”, lo definisce la signora Marilia). Ho riso tanto, non lo posso negare, perché ho immaginato per un momento gli eventuali litigi familiari tra Tea Falco e la madre.
Roba che Ionesco non avrebbe saputo nemmeno lontanamente immaginare. Ovviamente continuo a non rispondere, e scrivo solo un tweet pubblico a Tea Falco, chiedendo all’attrice di far smettere la madre che francamente si stava rendendo ridicola. Per tutta risposta, la biascicante interprete di 1992 mi aveva schernito con un “ah ah, ben ti sta”, salvo poi cancellare il cinguettio qualche secondo dopo, non lasciandomi nemmeno il tempo di fare uno screenshot. Pazienza, ho pensato. In fondo cosa potevo aspettarmi dalla figlia di cotanta madre. Ho continuato a ridere assai e ho sperato che la cosa fosse finita lì.
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Sul serio, stavolta. Ma mi sbagliavo, e un’ora dopo mamma Falco è tornata all’attaco:
“Proprio non riesce a verbalizzare vedo….troppo pavido.l.quanta pena!….Al mio livello ti innalzeresti piuttosto.l.Ma uno venduto alla paghetta non può’ farlo,dovresti prima entrare a patti con la tua coscienza,coscienza che non hai,perché e’ una madre che ti sta scrivendd
Pertanto fermati qui,e’ un invito. La calunnia e’ un reato.La diffamazione sui social pure.E io sono molto seria. Insultare gratuitamente in pubblico una persona ,con tanto di nome e cognome( vedi commento sulla buonanotte) e’ ancora un reato. Chi pubblica offese che ledono la reputazione e l’immagine di una persona e’ perseguibile. Non piacerebbe a nessuno,penso. Veda di trovare altri topics,visto che ne’ carente
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Ne e’ piuttosto carente..Appena ti querelo,la voglia ti passa ,vediamo chi e’ il vero persecutore! Stimo troppo Marco Travaglio per perder tempo ancora con un pivello”.
Grazie alla signora ho scoperto di dover “entrare” a patti con la mia coscienza. Ma visto che non so come si fa, mi arrovello un po’ immaginandomi a citofonare alla mia coscienza, chiedendo il permesso di entrare a patti. Ci rido ancora su, ma stavolta mi scatta un afflato filiale. Una parte di me vuole salvare la signora da se stessa e allora decido di rompere il silenzio e di limitarmi a uno stringato: “Signora, la smetta perché si sta rendendo ridicola e mi costringerà a denunciarla”. Speravo che servisse da deterrente, che potesse finalmente placare l’ira funesta di mamma Marilia. Macchè, anzi.
Nel giro di mezz’ora torna alla carica, più incazzata che pria:
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“E cosa denuncia,ignorante?…Neppure un minimo di giurisprudenza conosce lo faccia.l.le diffamazioni sono le sue fin qua!…Si vergogni,codardo E impari a dir Buongiorno ,prima di attenzionare la buonanotte di mia figlia,cretino! Perdigiorno della mala sorte. Mia figlia lavora senza gettare fumo sugli altri,Tu..ldimmi…tu,ne hai proprio bisogno di lavorare in questa guisa?…e’ lavoro ,il tuo?”.
Chiedendomi con angoscia se “ho proprio bisogno di lavorare in questa guisa”, mi arrendo all’evidenza e la lascio perdere definitivamente. Peccato che lei non abbia la minima intenzione di lasciar perdere me.
E poche ore dopo lancia l’ultimo disperato attacco alla granitica fortezza della mia divertita indifferenza:
“Vedo che ancora non ti sei stancato di beffeggiare mia figlia e me su quel social adatto solo ai coglioni marci e sfaccendati come te..Io ci metto la faccia in quel che dico e scrivo,La mia querela e’ già pronta. Ti passerà’ la voglia di diffamare e calunniare a vanvera. Domani stesso sono dall’avvocato. Dovrò’ pur esser libera di esprimere la mia opinione liberamente su mia figlia senza vedermi beffeggiata da un balordo quale sei
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Io non mi nascondo,metto la faccia in quel che faccio, e così anche mia figlia.Siamo persone integralmente pulite!Si vergogni la persona che pur di ricavare linfa per se’ tocca la mia famiglia”.
Era il 29 marzo e dopo allora è piombato il silenzio. Io, nel frattempo, continuo a divertirmi sui social network e seguendo l’andazzo di quei giorni mi diletto con qualche tweet “perculante”.
@domeniconaso: Tea Falco a metà tra Asia Argento e Massimo Ferrero. Riusciremo a comprendere una sola parola di quello che dice?
@domeniconaso: Mentre voi fate finta di niente, Tea Falco sta cercando di dire “Buonanotte” ai parenti da due ore, ma nessuno la capisce. #erBiascica
@domeniconaso: Tea Falco che dice “Non ti capisco” a qualcun altro è un capolavoro di involontaria comicità! #1992LaSerie
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Un po’ sono preoccupato per la signora Marilia e quasi ho sperato di ricevere la notifica della querela (per cosa, poi, visto che non ho calunniato nessuno e ho deciso di non rispondere neppure alle offese ricevute ripetutamente attraverso questi deliziosi messaggi intrisi di amore materno?) per essere certo che la signora stesse bene. Nonostante io sia un evidente “coglione marcio e sfaccendato”, non mi sono arrabbiato affatto per i tre giorni di adrenalina regalatimi dalla madre di Tea Falco. La capisco. In fondo è una madre.
Tea Falco
Un po’ sui generis e fumantina, forse, ma è una madre, e giustamente difende la pur indifendibile figlia. Va bene così, signora Marilia, la perdono. Perdono le offese, le parolacce, le virgole messe ad minchiam, le citazioni sballate di Dante. Perdono tutto, tranne una cosa: la difesa a oltranza dell’interpretazione di sua figlia. Ecco, quello non può davvero chiedermelo.
Soprattutto dopo l’ennesima prova d’attrice di ieri sera: in pratica Bibi Mainaghi, ora alla guida dell’azienda di famiglia, si è trasformata in una Irene Pivetti ante litteram (orribili i tailleur indossati) con la voce di Asia Argento. Una creatura mitologica che farebbe paura persino a mamma Marilia.