Dagotraduzione dal Daily Mail
Liu Xuezhou
Liu Xuezhou, adolescente cinese di 17 anni, venduto dal padre e dalla madre appena nato, si è ammazzato ieri mattina dopo aver tentato di riavvicinarsi ai genitori biologici che aveva rintracciato grazie a Internet e da cui si era sentito accolto con freddezza.
La storia del ragazzo è diventata virale in Cina il 6 dicembre, il giorno in cui Liu ha pubblicato un video sul social network Weibo chiedendo aiuto per rintracciare la sua famiglia d’origine. Ha raccontato di essere nato nella provincia di Hebei tra il 2004 e il 2006 e di essere stato venduto dai suoi genitori a un’altra famiglia che poi lo ha adottato.
Ma i suoi genitori adottivi sono morti in un incidente mentre maneggiavano fuochi d’artificio quando lui aveva solo 4 anni, così è cresciuto con i genitori della mamma adottiva, ed è sopravvissuto grazie all’aiuto dei parenti del padre adottivo. Per pagarsi gli studi, ha raccontato, si era messo a lavorare part-time.
Liu Xuezhou 2
Dopo il suo appello, la polizia era riuscita a rintracciare il padre biologico dell’adolescente attraverso il test del Dna, e il 15 dicembre aveva consegnato allo studente i risultati. A fine mese Liu ha finalmente incontrato il padre a Shijiazhuang, capitale dell’Hebei, il quale, dopo essersi separato dalla madre, si era fatto una nuova famiglia. Sembrava una storia a lieto fine: Liu ha pubblicato le foto dell’incontro sul social e ha ringraziato tutti per averlo aiutato nella sua ricerca.
Ma qualche giorno dopo Liu aveva raccontato che il padre si era rifiutato di accoglierlo perché stava già crescendo un’altra famiglia. A gennaio era riuscito a rintracciare anche la madre, che vive in Mongolia. Ma anche lei lo avrebbe rifiutato, e l’incontro si sarebbe inasprito quando le ha chiesto sostegno finanziario.
Liu Xuezhou con il padre biologico
Secondo Bejing News, alla fine i due genitori avevano unito le forze e raccolto i soldi per pagargli una vacanza a Sanya. Ma il ragazzo, dicono, desiderava qualcosa di più, stare vicino ai genitori, vivere accanto a loro, invece la madre lo aveva addirittura bloccato su Wechat, l’app di messaggistica cinese. I rapporti si erano ulteriormente inaspriti e Liu aveva scritto di voler citare in giudizio i genitori per abbandono, ricevendo per riposta una valanga di offese e commenti negativi da altri utenti. Così è partito per Sanya, e qui, dopo aver scritto un lungo post raccontava la sua storia, spiegava di essere stato «abbandonato due volte dai suoi genitori biologici» e preannunciava il suo suicidio, ha dato corso al suo progetto.
«Negli ultimi due giorni, ci sono state persone che mi hanno attaccato e maledetto su Douyin e Weibo. Ho sopportato di essere chiamato in molti modi […]. Il sole splende sul mare e anche io appartengo al mare. Quando finirò la mia vita qui, porterò via anche i paesaggi più belli del mondo».