VIOLENZA SESSUALE
Francesca De Martino per “il Messaggero”
Si era fidata dell'amico, dieci anni più grande di lei, che l'aveva invitata a rimanere a dormire a casa sua, a Centocelle, dopo una festa passata con la loro comitiva di amici, tra musica e qualche birra. E, invece, quella gentilezza si era rivelata una trappola per abusare di lei: i due avevano continuato a sorseggiare alcol e lui ne aveva approfittato per versarle delle sostanze nel bicchiere così da approfittare, in piena notte, della vittima.
VIOLENZA SESSUALE
È successo a giugno 2020. Per questi fatti, un 31enne romano, Claudio Manuel Del Sordo, è stato condannato a sei anni con rito abbreviato dal gup Alessandro Arturi. L'accusa, rappresentata in aula dal pm Francesco Saverio Musolino, contestava all'imputato la violenza sessuale aggravata. A sentire in aula, a piazzale Clodio, la decisione del giudice c'era anche l'imputato, seduto vicino al suo legale.
violenza sessuale
LA VICENDA
I fatti risalgono alla notte del 12 giugno 2020. La vittima, 19enne, viene invitata dalla sua comitiva di amici a passare un venerdì sera a casa di uno di loro, in un appartamento in zona Centocelle. L'estate sta per cominciare, le restrizioni dovute al dilagare della pandemia iniziano ad allentarsi, e riunirsi tra amici diventa più facile. Dopo mesi di chiusure per il lockdown cenano tutti insieme. Tra chiacchiere, musica e balli bevono qualche bicchiere di birra.
VIOLENZA SESSUALE
La giovane forse ha già un po' subito l'effetto dell'alcol quando l'imputato, padrone di casa, la invita a passare la notte a casa sua mentre gli altri ragazzi, a fine serata, decidono di andare via. Lei si fida, rimane nell'appartamento da sola con lui. La serata per i due continua, entrambi bevono ancora. Continuano a versare alcol nei bicchieri, nel frattempo chiacchierano. Ma lei inizia a stare, le gira la testa.
VIOLENZA SESSUALE
E, così, il 31enne ne approfitta e, con la scusa di versare un altro po' di birra nel bicchiere della ragazza, aggiunge sostanze psicotrope per, poi, invitarla a bere ancora e nella notte abusare della ragazza. Secondo quanto scrive infatti il pm titolare delle indagini Antonio Calaresu, il 31 enne «abusava delle condizioni di inferiorità fisica e psichica si legge nel capo d'imputazione - della persona offesa derivanti dall'assunzione di sostanze alcoliche e sostanze psicotrope e stupefacenti».
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IL RISVEGLIO
La mattina dopo, al risveglio, la 19enne si ritrova stordita in camera da letto. A dormire, accanto a lei, c'è il ragazzo. Di quelle ultime ore della serata la giovane, che si è costituita parte civile a processo, ha pochi ricordi. È quasi un blackout. Ma, al momento della denuncia secondo quanto ha ricordato al Tribunale il suo legale in aula, a piazzale Clodio la vittima ricostruisce agli agenti i due momenti della violenza avvenuti in piena notte in cui ricorda perfettamente di aver respinto con tutte le sue forze, senza successo, il 31enne.
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«No, non voglio», avrebbe detto al ragazzo per fermarlo. Per la parte civile, le sostanze somministrate alla ragazza sarebbero state molto simili al Ghb, la nota droga dello stupro, ma questo elemento non è stato accertato. Per la difesa del giovane non ci sarebbero state prove fisiche della violenza. La ragazza, secondo la versione offerta dai suoi avvocati, sarebbe stata quindi consenziente, non ci sarebbe stato nessuno stupro.
La notte successiva alla violenza, ha aggiunto la difesa al giudice, la ragazza si sarebbe rivista con il 31enne. Tesi che non ha convinto il giudice Arturi che ha condannato in primo grado l'imputato a sei anni di reclusione, che dovrà anche rendere una provvisionale alla persona offesa e pagare le spese processuali.