Marco De Risi per “il Messaggero”
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È finito nella rete dei carabinieri il bandito in giacca e cravatta, che rapinava i tassisti. L'uomo, 42 anni, romano con precedenti penali, è stato arrestato dai militari della stazione di Tor Tre Teste. A tradirlo è stato il braccialetto elettronico che il rapinatore aveva applicato ad una caviglia. Il braccialetto gli era stato messo in quanto molestava una donna, una sua ex: per una reato di stalking.
Ma lui usava il braccialetto per impaurire i tassisti, facendoglielo vedere e minacciando che gli era stato applicato perché era un pericoloso criminale. «Io sono un bandito, con me hai tutto da perdere, dammi i soldi», così si esprimeva al tassista di turno, caduto nelle sue grinfie che per paura non si faceva pagare la corsa oppure gli dava tutto l'incasso. Quel braccialetto ha finito per tradirlo. I militari nello sviluppare l'indagine hanno anche verificato la posizione del braccialetto elettronico. E, in almeno tre occasioni, è risultato stare nei punti dove si sono consumate le rapine.
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LE MINACCE
Le zone dove sono avvenuti i colpi, sono il Quarticciolo e l'Alessandrino. In quei quadranti di città, il romano era solito prendere un taxi. Si spacciava per un cliente per bene, mostrandosi anche ben vestito. Saliva sul taxi, gli indicava la corsa e poi, quando aveva raggiunto la zona, iniziavano, appunto, le minacce al tassista. «Non mi fare arrabbiare, perché ti uccido, vedi questo braccialetto? Ce l'ho perché sono un pericoloso criminale».
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Così si rivolgeva agli autisti delle auto bianche che venivano terrorizzati dal bandito e che, quindi, gli davano l'incasso. Uno dei tassisti ad essere preso di mira è della cooperativa 3570. Fu terrorizzato non solo dal braccialetto elettronico, ma dalla minaccia di una pistola. Infatti, in un'occasione, il rapinatore ha usato un'arma da fuoco. I carabinieri si erano accorti che in zona, da qualche mese a questa parte, erano aumentate le rapine ai taxi, e, quindi, hanno predisposto dei servizi particolari per individuare il bandito.
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Intanto, la notizia delle rapine si è sparsa velocemente fra i tassisti che hanno avuto paura a frequentare di notte il Quarticciolo e l'Alessandrino i posti dove si registravano i colpi. Poi, inizialmente è stato fatto un sommario identikit. I tassisti rapinati avevano avuto la possibilità di vedere il rapinatore in faccia e da vicino. Ecco che l'identikit è stato messo anche sui cruscotti degli equipaggi del Nucleo Radiomobile dell'Arma.
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I carabinieri se avessero visto un uomo assomigliare all'identikit sarebbero intervenuti. Un tassello fondamentale per l'indagine è stata proprio la localizzazione del braccialetto elettronico che il ricercato portava ad una caviglia. Da qui i carabinieri sono arrivati ad avere un'identità. Il possibile indiziato per le rapine. Poi, a fare scattare le manette sono stati i riconoscimenti del bandito da parte dei tassisti rapinati. Tutti e tre non hanno avuto nessun dubbio nell'identificare in una foto segnaletica quella che rappresentava il rapinatore.