Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
letta conte
Un test che potrebbe pesare sugli equilibri futuri del Movimento. Le prossime Comunali si preannunciano come una lama a doppio taglio per i Cinque Stelle. Da un lato, c'è da misurare gli effetti di quasi diciotto mesi di assenza di leadership, di guerre interne e di querelle pubbliche (come quella tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo): effetti che saranno il punto di caduta su cui si dovrà misurare l'ex premier, che più volte in campagna elettorale ha ribadito come il risultato di questo voto non sia riconducibile alla sua gestione. Dall'altro lato, c'è l'alleanza con i dem.
CHIARA APPENDINO GIUSEPPE CONTE
Un asse che stenta a decollare: su venti capoluoghi alle urne, solo in sette casi M5S e Pd sono dalla stessa parte della barricata. Praticamente quasi un capoluogo su tre. Ed è proprio in quasi venti comuni - anche in quelli in cui saranno avversari - che si misurerà l'efficacia e l'importanza dell'alleanza. Il Movimento - sottolineano alcune fonti - vuol far pesare l'importanza dei suoi voti per vincere.
Non è un caso che si guardi con attenzione a Napoli (dove i Cinque Stelle sperano di essere la prima forza politica), ma anche a Bologna (per evitare il secondo turno) e in altre città dove il peso del M5S potrebbe essere per motivi diversi determinante come a Isernia e Varese. È in quest' ottica - di un riconoscimento del peso elettorale - che si guarda anche ai ballottaggi. In realtà, però, oltre al «sogno» - quello di risultare fondamentali per il centrosinistra - i Cinque Stelle hanno anche un «incubo».
enrico letta giuseppe conte
L'obiettivo è quello di rimanere in doppia cifra nella maggior parte dei capoluoghi: asticella fissata al 10%, quindi. Un risultato che nel 2016 - anno di grazia per il M5S - era stato raggiunto persino a Bologna (dove presero il 16,5% con Max Bugani) e a Milano, mentre ora i sondaggi danno i pentastellati in difficoltà ovunque. Gli occhi sono puntati soprattutto su Torino. Nel capoluogo piemontese nel 2016 il M5S prese il 30%: un crollo sotto la Mole peserebbe non poco negli equilibri interni. C'è già chi punta il dito: «Se Chiara Appendino prima ha rifiutato di ricandidarsi a sindaco esponendo il Movimento a un eventuale flop, come potrà accettare poi con una simile responsabilità una vicepresidenza M5S?».
paola taverna foto di bacco (2)
E anche Paola Taverna - un'altra delle penstastellate insieme ad Appendino in lizza per una carica interna - è sulla graticola dei colleghi: «Lei ha gestito le liste, vedremo come», mettono le mani avanti alcuni 5 Stelle. Insomma, tra i parlamentari già si pensa al prossimo mese e alle nomine che Conte farà: la guerriglia interna sembra sul punto di infiammarsi di nuovo. E mentre gli eletti guardano a lui, il presidente M5S invita al pragmatismo: «Lo dico a tutti i candidati, sia del Movimento che delle liste in coalizione: non fate promesse elettorali, ma assumete impegni che potete rispettare. Questo significa fare Politica in maniera seria e responsabile».
ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE
Intanto, Beppe Grillo torna a prendere posizioni politiche e sul suo blog invita a raccogliere le firme per il referendum per abolire la caccia. E il garante è indirettamente al centro anche di un piccolo caso alla Camera. Come rivela l'Adnkronos , nel nuovo statuto del gruppo parlamentare si fa espresso riferimento anche a Grillo come a una delle persone in grado di decidere le espulsioni. Il garante già in passato aveva deciso alcune sanzioni: l'intervento serve più che altro a colmare un vuoto normativo che ha permesso i ricorsi degli espulsi dopo il no al governo Draghi lo scorso febbraio.