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    UN ANTISEMITA A CORTE – IMBARAZZO PER EMMANUEL MACRON E NONNETTA BRIGITTE PER UNA SERIE DI SCATTI CHE LI VEDONO POSARE SORRIDENTI INSIEME A ELIE HATEM, AMICO DEL “PATRIARCA” DEL FRONT NATIONAL JEAN-MARIE LE PEN E FERVENTE AMMIRATORE DI CHARLES MAURRAS, UOMO POLITICO ANTISEMITA – L'ELISEO PARLA DI "INCIDENTE" E DI "MANIPOLAZIONE", MA LE IMMAGINI SCATENANO UN'ONDATA DI POLEMICHE…


     
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    Lucie Delaporte e Marine Turchi per “Mediapart”, pubblicato da “il Fatto Quotidiano”* *traduzione Luana De Micco

     

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    Stanno sollevando polemiche le foto di Emmanuel Macron e di sua moglie Brigitte insieme a Elie Hatem, monarchico, amico del "patriarca" del Front National Jean-Marie Le Pen e fervente ammiratore di Charles Maurras, uomo politico antisemita. Gli scatti sono stati realizzati l' 8 novembre scorso, all' Eliseo, durante una cerimonia per la consegna della Legione d' onore agli attori Jean- Paul Belmondo e Robert Hossein e allo stilista Ralph Lauren.

     

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    L' Eliseo ha parlato di "incidente" e di "manipolazione". Ma intanto le foto, pubblicate sul profilo Facebook di Hatem e poi ritirate, in cui si vedono Emmanuel e Brigitte Macron posare insieme al controverso avvocato franco-libanese, hanno fatto il giro dei social network giovedì scorso.

     

    Molte personalità hanno gridato la loro indignizione, tra cui l' intellettuale socialista Raphaël Glucksmann e Alexis Corbière della France Insoumise, partito della sinistra radicale, ma anche l' Unione degli studenti ebrei di Francia (Uejf).

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    "Come è possibile che Elie Hatem, ex membro di Action Française e cospirazionista di estrema destra, sia stato ricevuto in pompa magna all' Eliseo?" ha scritto l' Uejf su Twitter. Mediapart ha ricostruito la storia di questi scatti. L' 8 novembre, dunque, all' Eliseo, Jean-Paul Belmondo, Robert Hossein e Ralph Lauren hanno ricevuto la prestigiosa medaglia da Emmanuel Macron. Elie Hatem era tra gli ospiti della cerimonia.

     

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    Sentito da Mediapart, Hatem ha spiegato di essere stato invitato "dai suoi amici Belmondo e Robert Hossein, a titolo personale e per amicizia". Ci ha spiegato: "Una volta alla cerimonia, come fanno tutti, ho scambiato qualche parola con il capo dello Stato e ho fatto delle foto insieme a lui. Mi sono anche congratulato con lui per la sua politica estera fedele alla tradizione diplomatica della Francia".

     

    Cosa le ha risposto il presidente? "Che è amico del Libano e dei libanesi. Sono stato molto impressionato dalla sua visione delle relazioni internazionali! Emmanuel Macron - ha aggiunto Hatem - conosce il mio percorso: sa che sono stato stretto consigliere di Boutros Boutros-Ghali, dell' ex presidente del Libano Amine Gemayel e dell' attuale Michel Aoun.

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    Sa anche quali sono i miei legami con il Medio Oriente e con la Siria". Ieri - ha continuato Hatem - si è tenuta a Parigi una riunione, voluta da Emmanuel Macron, per tentare di risolvere la crisi in Libano. Ho colto l' occasione per ringraziarlo per i suoi sforzi ed ho pubblicato quelle foto. Non pensavo che avrebbero sollevato polemiche", ha aggiunto, divertito da tanto "scalpore".

     

    Contattato da Mediapart, l' Eliseo ha dovuto ammettere: "È stato un incidente". E ha riconosciuto che, in tutta questa vicenda, è stato vittima di "manipolazione". L' entourage del presidente ha confermato la presenza di Elie Hatem alla cerimonia di consegna delle medaglie, ma ha anche precisato: "Non è stato invitato da noi.

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    Quel giorno c' erano più di duecento persone nella Salle des fêtes". L' Eliseo nega che si sia tenuta tra Hetem e Macron una conversazione su temi di geopolitica. "Ovviamente, il presidente non ha mai parlato di Libano con Elie Hatem.

     

    In questo genere di ricevimenti, capita spesso che le persone avvicinino il presidente per consegnargli dei fascicoli o per illustrare la loro situazione personale", è stato spiegato. Come è possibile che un personaggio così dubbio sia riuscito a trovarsi al fianco del presidente e di sua moglie senza alcuna allerta da parte degli uffici dell' Eliseo?

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    "Verifichiamo eventuali precedenti di polizia degli ospiti che figurano sulla lista, per ovvi motivi di sicurezza, ma è impossibile ricostruire la carriera politica di ognuno di loro", hanno risposto. Di fronte alle reazioni scatenate dagli scatti, la stessa fonte ha spiegato che "sarà portata avanti una riflessione sulla questione delle liste degli invitati nelle cerimonie di quel tipo all' Eliseo", in modo tale che la situazione non si ripeta.

     

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    La presidente della Uejf, Noémie Madar, intervenuta sul quotidiano Le Parisien, ritiene che "bisogna essere prudenti: stiamo parlando di un fedele seguace di Maurras che mostra di avere una certa vicinanza con il presidente della Repubblica". Per Macron, in effetti, la presenza di Elie Hatem all' Eliseo è più che imbarazzante.

     

    Il franco-libanese, 54 anni, avvocato di professione (ha in particolare difeso in passato il mercenario francese Bob Denard), è stato per molti anni membro del comitato direttivo di Action française, un movimento politico filomonarchico e nazionalista. È sempre stato un fermo difensore delle idee di Charles Maurras (1868-1952), il maître à penser di Action française, teorico dell'"antisemitismo di Stato". Lo scorso aprile, ha tenuto una riunione ad Avignone in omaggio a Maurras.

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    Ha partecipato a alcuni raduni organizzati dal movimento cattolico fondamentalista Civitas. Il 19 gennaio 2019, Hatem è stato anche invitato a un convegno in presenza di diverse figure vicine a Alain Soral, il saggista più volte condannato per antisemitismo e istigazione all' odio razziale. Erano presenti: Hervé Ryssen, condannato a sua volta a più riprese per dichiarazioni antisemite, Jérôme Bourbon, direttore del giornale negazionista Rivarol, e Yvan Benedetti, ex membro del movimento di estrema destra l' Oeuvre française e sostenitore del maresciallo collaborazionista Pétain. "Il mio nome è stato fatto, ma non sono andato a quell' incontro.

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    La riunione mi era stata annunciata come patriottica. Avrei dovuto illustrare la mia visione della protezione delle identità nazionali. In Francia, non si riesce a capire che si può partecipare a una riunione politica anche senza condividere le idee degli organizzatori - ha detto Elie Hatem a Mediapart -. Quali frasi antisemite mi possono essere rimproverate?

     

    È l' Uejf a tacciarmi di antisemitismo. Io sono "anti-niente" - ha commentato infastidito -. Non ho pregiudizi. Ho cugini di confessione ebraica e drusi, quindi non posso essere contro una comunità o una nazione. Posso essere in disaccordo con delle idee o con delle figure politiche, o anche con dei progetti politici".

     

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    Eppure, al quotidiano Libération, il franco-libanese aveva spiegato di non essere andato all' incontro di gennaio solo per "motivi di agenda", ma di aver "acconsentito a tenere un discorso a nome di Action française su invito di Yvan Benedetti".

     

    Dopo l' episodio della riunione intorno a Alain Soral, persino la stessa Action française aveva finito col prendere le distanze da Hatem. L' organizzazione, tramite il suo portavoce Antoine Berth, aveva spiegato all' epoca a Mediapart che Elie Hatem, "rinchiuso nella sua follia razzista", non faceva più parte di Action Française e del suo comitato di direzione.

     

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    L' università Paris XIII aveva a sua volta annullato il corso di diritto che l' avvocato franco-libanese teneva nell' ateneo, in particolare dopo la protesta degli studenti ebrei dell' Uejf. Elie Hatem aveva risposto su Facebook, denunciando una "cabala mediatica" contro di lui.

     

    Ma c' è di più. Intervenendo più volte sui media di estrema destra, il franco-libanese ha anche difeso delle teorie cospirazioniste. Lo aveva fatto notare il Journal du Dimanche: Hatem ritiene che l' Isis e il Fronte Al-Nusra siano degli "esecutori", si "interroga" sulle responsabilità degli Stati Uniti e di Israele, ed è apparso in un video in cui "rende omaggio alla memoria" del maresciallo Pétain.

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    Nel febbraio 2016, in un' intervista alla tv saudita Al Arabiya, aveva dichiarato che i "movimenti sionisti e la massoneria controllano la stampa e il governo in Francia".

     

    Hatem non ha mai neanche nascosto la sua vicinanza a Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front National (oggi Rassemblement national, la cui leader, Marine Le Pen, è la figlia di Jean-Marie, ndt), il quale, nel corso degli anni, ha moltiplicato le dichiarazioni a sfondo antisemita.

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    Nel 2016, Elie Hatem aveva raccontato a Mediapart come è nata la sua amicizia con la famiglia Le Pen: "Ho incontrato Marine quando aveva 18 anni, in una serata tra amici. Avevamo probabilmente delle conoscenze in comune. Ho solo due o tre anni più di lei. Siamo diventati amici. Un giorno mi ha chiesto: "Ti interessa conoscere un po' di gente?". Abbiamo cominciare a fare delle interviste, delle altre cose, ed è così che sono diventato amico di Jean-Marie Le Pen", ci aveva raccontato.

     

    Ci aveva anche spiegato perché non ha mai aderito al Front National: "È contrario alle mie idee e al mio concetto di democrazia diretta, in altre parole alle idee di Maurras. Ritengo che i partiti politici deformino il gioco democratico, perché gli elettori votano per le idee e non per le persone".

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    L' avvocato invece è stato candidato per il Front National alle municipali di Parigi nel 2014. Alle elezioni legislative del 2017, si è presentato nel dipartimento del Var (sud) con l' etichetta comune dei comitati "Jeanne au secours" di Jean-Marie Le Pen, di Civitas e del Parti de la France, altro partito di estrema destra.

     

    Nel febbraio 2017, Elie Hatem era intervenuto inoltre per agevolare il viaggio di Marine Le Pen in Libano e il suo incontro con il presidente Michel Aoun.

     

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    Ben inserito a Cipro e a Mosca, si è anche mostrato al fianco dell' oligarca russo Konstantin Malofeev, che dice di frequentare regolarmente. Il mecenate e uomo d' affari, accusato in particolare di aver finanziato i separatisti russi in Crimea, ha incontrato almeno due volte Jean-Marie Le Pen: a Montretout, la dimora dei Le Pen, a fine 2013, e nella sede del suo fondo di investimenti, a Mosca, nell' ottobre 2014.

     

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    Malofeev è sospettato di aver svolto un ruolo attivo nel prestito russo ottenuto quell' anno dal fondatore del Front National: nel 2014, infatti, a cavallo dei due incontri citati sopra, 2 milioni di euro erano comparsi nelle casse di Cotelec, il micro partito di Jean-Marie Le Pen. Il bonifico era stato effettuato via una società con sede a Cipro.

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