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    UN’ASSICURAZIONE PER IL FUTURO - GLI ISTITUTI DI CREDITO SI MUOVONO TUTTI SULLA “BANCASSURANCE”: L’ULTIMA È STATA CREDIT AGRICOLE, CHE SI È COMPRATA IL 9,2% DEL CAPITALE DI BANCO BPM INOLTRANDO POI UN’OFFERTA PER LE ATTIVITÀ DI BIPIEMME VITA, CHE FA GOLA ANCHE AD ALLIANZ, GENERALI E AXA - INTESA È CRESCIUTA MOLTISSIMO SUL RAMO VITA, MENTRE UNIPOL SI COMPRA SPORTELLI BANCARI. E POI CI SONO IL LEONE E MEDIOBANCA...


     
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    Edoardo De Biasi per “L'Economia - Corriere della Sera ”

     

    giampiero maioli credit agricole giampiero maioli credit agricole

    Il neologismo è di origine francese. Strano in un mondo come quello della finanza dominato dalla lingua inglese. Negli ultimi 20 anni bancassurance è diventato sinonimo di un modello vincente in campo creditizio. Quasi tutti gli operatori bancari si muovono infatti in questa direzione. Il Crédit Agricole ha recentemente comprato il 9,2% del capitale di Banco Bpm.

     

    L'acquisto non è stato un fulmine a ciel sereno. Da mesi si parlava di un loro interesse. I transalpini hanno poi inoltrato un'offerta per le attività bancassicurative dell'istituto milanese. Una mossa finalizzata a proteggere le attività comuni nel credito consumo e a espandere il business con Banco, vendendo polizze tramite i suoi sportelli.

     

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    Questo perchè Bpm ha recentemente deliberato di ricomprare da Covéa Coopération l'81% di Bipiemme Vita per circa 310 milioni. L'evoluzione sembra essere chiara.

    Anzi, alcuni fattori fanno pensare che la partita sia già chiusa a favore della banca transalpina.

     

    Il ceo Giuseppe Castagna, il cda e gli azionisti (alcuni non sono favorevoli ai francesi) dovranno comunque avviare una riflessione ad ampio spettro. Finora il governo, che ha un potere di veto, è rimasto distante dalla vicenda. Ma i francesi devono avere avuto un sostanziale via libera. E qualcuno guarda al Tesoro e in particolare al direttore Alessandro Rivera. Bpm e la sua assicurazione fanno gola a tanti.

    BPM VITA BPM VITA

     

    Strategie

    Per restare nel campo previdenziale anche Allianz, così come Generali e Axa, avrebbero espresso manifestazioni d'interesse per Bipiemme vita. La compagnia è destinata a crescere. Il Banco può esercitare una call sulla joint venture con Cattolica, creata ben prima che la società scaligera finisse all'interno del gruppo Generali.

     

    Fonti di mercato affermano che sarebbero già avviate le trattative per concludere la coabitazione in Vera Vita e Vera Assicurazioni. Alla finestra c'è anche Allianz. Agli inizi dell'anno UniCredit e il gigante tedesco hanno firmato un accordo internazionale che «getta le basi per una migliore collaborazione a favore dei clienti di entrambi i gruppi».

    GENERALI GENERALI

    L'alleanza strategica riguarda Italia, Germania, Europa Centrale e Orientale.

     

    In particolare, per il nostro Paese il patto comprende il rinnovo fino al 2027 delle intese in essere nei settori vita e danni. E se sul tavolo Unicredit tornasse il dossier su Bpm (ai piani alti di Gae Aulenti si sostiene che l'intervento dell'Agricole era stata messa in conto e che ora si sta ragionando sul da farsi) è ovvio che questo dovrebbe avvenire con l'assenso di Allianz. Da qui l'interesse del gigante tedesco per Bipiemme vita. Se poi improvvisamente il Banco trovasse il coraggio di muoversi su Mps Axa, da sempre legata all'istituto senese, sarebbe disponibile.

    giampiero maioli giampiero maioli

     

    I modelli di bancassicurazione generalmente vengono categorizzati in base alle diverse tipologie di accordi distributivi. Il primo tende a essere la joint venture. Viene creata una compagnia a partecipazione paritetica che si avvale dei prodotti del partner assicurativo attraverso gli sportelli dell'alleato creditizio.

     

    Un'altra strada è un'assicurazione parzialmente o totalmente controllata dal gruppo bancario. Infine, c'è la possibilità di una semplice collaborazione senza partecipazioni azionarie. In tutti i casi gli accordi sono siglati per un determinato periodo di tempo e soggetti a clausole di divorzio molto onerose. L'idea fu portata avanti per la prima volta in Francia negli anni '80. Non solo per diversificare le attività creditizie, ma per fidelizzare i clienti.

     

    Carlo Messina Carlo Messina

    In passato c'erano già stati tentativi che però non avevano prodotto gli effetti sperati. Prima i sevizi finanziari erano gestiti da intermediari differenti e senza alcuna connessione reciproca.

     

    Il credito era riservato alle banche, i servizi di risparmio alle industrie mobiliari e quelli assicurativi alle compagnie. In Italia il fenomeno ha cominciato a diffondersi alla fine del secolo scorso. Da quel momento i consumatori hanno trovato presso un unico sportello risposte alle loro esigenze finanziarie.

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    Lo sviluppo delle attività di bancassicurazione in Europa è stato graduale. Mentre in alcuni paesi è prevalso nettamente, in altri non è ancora un sistema distributivo di successo. In Francia, Spagna e Portogallo, seguiti da Italia e Belgio, il modello è affermato. In Germania il mercato è ancora governato dalle reti di agenti generali e dai broker.

     

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    Ma quali sono i motivi del successo? Il primo fattore è il contesto del Paese, specialmente quello giuridico e fiscale. Le legislazioni nazionali hanno svolto un ruolo importante, come è accaduto in Italia. Il secondo fattore sono le agevolazioni fiscali che favoriscono il risparmio individuale. Infine, la relazione privilegiata con i clienti e la capillarità delle reti. È stata la legge Amato del 1990 che, autorizzando le banche a detenere partecipazioni nelle compagnie, ha di fatto avviato questo strumento.

     

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    La bancassicurazione è il primo canale distributivo di prodotti previdenziali del nostro Paese. Il collocamento di polizze mediante sportelli si aggira attorno al 60% della raccolta assicurativa, seguita dalla distribuzione delle agenzie. Il business è caratterizzato prevalentemente da contratti sulla vita perché più complessi e redditizi rispetto ad altri prodotti. Questi ultimi sono invece offerti in modalità stand-alone e attraverso canali digitali.

     

    L'evoluzione del modello

    carlo cimbri carlo cimbri

     Il 2021 è stato un buon anno per le assicurazioni. I premi sono tornati a salire, dopo il calo legato alla pandemia. Complessivamente la raccolta ha superato 144 miliardi. Il ramo auto ha registrato però un ulteriore calo. Anche nel campo del risparmio è stato confermato il ruolo centrale delle polizze vita. Il primato spetta sempre a Generali. Lo scorso anno il colosso triestino ha poi portato a termine l'acquisizione della Cattolica. Al secondo posto si trova Intesa San Paolo Vita. Dopo l'Ops lanciata su Ubi, l'istituto ha comprato anche Cargeas. E non finisce qui.

    BANCA POPOLARE SONDRIO BANCA POPOLARE SONDRIO

     

    È stata ufficializzata l'acquisizione di Aviva vita. Più che una semplice banca, Intesa Sanpaolo sarà sempre più una «wealth management & protection company». «Il piano di impresa proietta la banca su quattro pilastri. Il primo - ha spiegato il ceo Carlo Messina - è il derisking upfront che ci porterà a diventare un istituto a zero crediti deteriorati; il secondo riguarda la riduzione strutturale dei costi grazie anche alla creazione di una banca multicanale digitale; il terzo è incentrato sulla crescita delle commissioni grazie al recovery plan e all'advisory; l'ultimo punto è la sostenibilità».

     

    Discorso fotocopia per le compagnie. «La bancassurance sarà uno dei punti centrali del prossimo piano - ha detto Carlo Cimbri, presidente di Unipol - visto che per il mondo bancario è prioritario aumentare la base dei ricavi che derivano dalle commissioni senza impiegare capitale destinato al credito».

     

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    Lo schema di business della compagnia bolognese prevede la presenza azionaria nelle banche (la compagnia ha in capo il 18,9% di Bper che ha acquisito Carige e il 9% della Popolare di Sondrio) per mettere a loro disposizione una fabbrica prodotti forte e di qualità. Non resta che aspettare la mossa del ceo di Generali Philippe Donnet. Specialmente dopo che il primo tempo della partita tra Mediobanca e Caltagirone-Delfin si è concluso con una sua vittoria e che Marco Carreri, ex ad Anima holding, è diventato il nuovo presidente di CheBanca!, controllata di piazzetta Cuccia.

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