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    UN BEL CASINÒ PER HILLARY - IN NEVADA I SONDAGGI LA DANNO TESTA A TESTA CON SANDERS: BRUCIATI 20 PUNTI DI VANTAGGIO. ANCHE SE PAREGGIA, PER LA CLINTON È UN DISASTRO - CRUZ BALZA IN TESTA NEI ''POLL'' NAZIONALI. IL PIÙ ODIATO (DAI REPUBBLICANI) SUPERA TRUMP: ''STIAMO COSTRUENDO UNA COALIZIONE COME AI TEMPI DI REAGAN''. FORZA DONALD!


     
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    1.CRUZ SUPERA TRUMP A LIVELLO NAZIONALE, PRIMA VOLTA

    donald trump ted cruz is a pussy 4 donald trump ted cruz is a pussy 4

     (ANSA) - Ted Cruz supera per la prima volta Donald Trump nei sondaggi nazionali per la Casa Bianca. Secondo l'ultima rilevazione della Nbc/Wall Street Journal, il senatore texano raccoglie il 28% contro il 26% del tycoon newyorchese. Solo un mese fa, Trump avanti di 13 punti su Cruz. Al terzo posto il giovane senatore di origini cubane Marco Rubio al 17%, seguito dal governatore dell'Ohio John Kasich all'11% e da Ben Carson al 10%. Fanalino di coda l'ex governatore della Florida Jeb Bush, che raccoglie solo il 4%.

    donald trump ted cruz is a pussy 1 donald trump ted cruz is a pussy 1

     

     

    2.CRUZ, FANTASTICO ESSERE IN TESTA AI SONDAGGI

     (ANSA) - "Essere in testa e' fantastico: cosi' il senatore Ted Cruz, candidato repubblicano alla Casa Bianca, commenta gli ultimi sondaggi che lo danno a livello nazionale per la prima volta davanti a Donald Trump. "Stiamo ricostruendo quella coalizione di elettori come ai tempi di Reagan", spiega Cruz: "Vinciamo tra i conservatori, ma anche tra gli evangelici. E vinciamo tra i giovani e tra i 'Reagan democrat' (gli elettori democratici che votarono per Reagan e poi per George Bush padre, ndr)".

    DONALD TRUMP TED CRUZ DONALD TRUMP TED CRUZ

     

     

    3.VOLATA DI SANDERS AGGANCIA HILLARY IL NEVADA È IN BILICO

    Federico Rampini per “la Repubblica

     

    DONALD TRUMP TED CRUZ DONALD TRUMP TED CRUZ

    La velocità di aggancio è mozzafiato, spettacolare. Ora perfino il sorpasso diventa possibile? Bernie Sanders viaggia sull’onda del “momentum”, l’impeto generato dalla sua vittoria nella primaria del New Hampshire. E in una settimana sembra aver agguantato Hillary Clinton anche nel Nevada. Dove l’ex segretario di Stato partiva con un vantaggio apparentemente incolmabile, dell’ordine di 20 punti percentuali secondo i sondaggi ancora una settimana fa. Il Grande Ovest diventa una terra contesa? Il Nevada è un test cruciale, nelle battaglie tra i candidati democratici e quelli repubblicani per la nomination.

     

    bill clinton bernie sanders con la moglie jane bill clinton bernie sanders con la moglie jane

    Che stavolta avranno votazioni separate e distinte: sabato il “caucus” democratico, martedì quello repubblicano. Dall’altra parte degli Stati Uniti si vota in South Carolina. Siamo sempre in Stati piccoli, ma i due test sono cruciali per le caratteristiche etniche dell’elettorato. L’Iowa era il Midwest, il New Hampshire era il New England. Ora ci si sposta a Sud (South Carolina) per il primo confronto dove pesa, soprattutto tra i democratici, la componente afroamericana.

     

    A Ovest, si pronuncerà una robusta constituency di origini ispaniche: anche questa è forte in particolare nell’elettorato democratico. Conquistare il Nevada vuol dire “prenotarsi” possibili successi in ben altri serbatoi di voti ispanici: Arizona, New Mexico, soprattutto la gigantesca California che è il più popoloso degli Stati Usa e una cassaforte essenziale di voti di sinistra.

    bernie sanders hillary clinton bernie sanders hillary clinton

     

    Perciò ieri ha avuto un effetto- shock, quando sugli schermi della Cnn è apparso questo annuncio di Breaking News: «Gli elettori democratici che pensano di partecipare al caucus nel Nevada si suddividono in parti quasi eguali fra Hillary Clinton e Bernie Sanders». Il sondaggio effettuato da Cnn e Orc Poll cancella l’immenso vantaggio di cui la Clinton godeva in altre indagini demoscopiche fino a pochi giorni prima. Di colpo per la Cnn anche il Nevada diventa una “gara molto ravvicinata” tra i due contendenti: 48% per Hillary contro il 47% per Sanders.

    clinton e sanders clinton e sanders

     

    Uno scartominimo, inferiore al margine di errore statistico, e suscettibile di altri cambiamenti prima di sabato. Hillary conquista ancora la maggioranza delle donne ma Sanders la batte nelle fasce di età più giovani, fra tutti coloro che hanno meno di 55 anni. Tra i repubblicani lo stesso sondaggio Cnn vede Donald Trump staccare i rivali con il 45% delle intenzioni di voto. Sarebbe sbagliato attribuire troppa importanza ad un solo sondaggio. Ma il campanello di allarme per l’organizzazione elettorale della Clinton è già scattato.

    bernie sanders hillary clinton bernie sanders hillary clinton

     

    Da giorni l’ex First Lady ed ex segretario di Stato ha adottato una posizione più aggressiva verso Sanders. I due messaggi che Hillary sta martellando sono questi: primo, Sanders è un sognatore che entusiasma i giovani ma non ha il pragmatismo per portare a casa le riforme che promette; secondo, il senatore “socialdemocratico” del Vermont è un candidato mono-tematico che riconduce tutto al tema delle diseguaglianze e allo strapotere di Wall Street.

    hillary clinton bernie sanders hillary clinton bernie sanders

     

    «Sono d’accordo con lui per ridurre l’influenza delle grandi banche — ripete la Clinton — ma anche quando avremo ridimensionato Wall Street, non per questo avremo risolto altre piaghe della nostra società come il razzismo e il sessismo». Insomma la Clinton si sforza di ridurre Sanders al candidato di Occupy Wall Street, riservando a se stessa una visione più ampia e teoricamente più appetibile per le donne o gli immigrati.

     

    HILLARY CLINTON LAS VEGAS HILLARY CLINTON LAS VEGAS

    Il calcolo dei suoi strateghi elettorali era questo: il 74enne Sanders poteva raccogliere successi negli Stati del Nord, più vicini al suo Vermont, più bianchi e intellettuali; ma la Clinton avrebbe raccolto i frutti del suo lavoro di lungo periodo tra le constituency nere e ispaniche, tra i sindacati, tra le organizzazioni di massa del collateralismo democratico. Se è vero che il Nevada ora è in bilico, significa che tutti quei calcoli fatti a freddo vanno ripensati daccapo, sull’onda del “movimento Sanders” e del suo effetto-contagio.

    bernie sanders sulla facciata del wynn casino di las vegas bernie sanders sulla facciata del wynn casino di las vegas

     

    Il test del Nevada darà sia a destra che a sinistra nuove occasioni per dividersi sull’immigrazione. Un dato interessante emerge da tutti quegli Stati dell’Ovest che hanno visto ridursi l’immigrazione clandestina con punte del meno 40% in Arizona e meno 12,5% in California: l’economia ne è stata danneggiata, ma qualche risparmio si è verificato nelle spese per Welfare, sanità e istruzione.

     

     

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