Lorenzo De Cicco per repubblica.it - Estratti
SALVINI MANCUSO
I leghisti del Nord stappano il prosecco, preparano la “festa dell’autonomia” domani a Montecchio Maggiore, nel Vicentino, con Salvini e Zaia. Ma in Calabria il partito dello spadone di Alberto da Giussano rischia il Big bang. Perché la riforma Calderoli, appena bollinata dalla Camera, dopo il Senato, e dunque legge nazionale, nella punta dello Stivale viene accolta con un misto di frustrazione e recriminazioni nei confronti di via Bellerio.
E dire che la Calabria, dove Salvini a febbraio ha spedito come commissario il fedelissimo Claudio Durigon, è la regione del Sud dove il Carroccio ha fatto meglio, alle ultime Europee: 9,19%. Tolto il Molise, dove gareggiava un ras delle preferenze come l’ex forzista venafrano Aldo Patriciello, è l’unica regione sotto il Po in cui la Lega ha percentuali paragonabili al Settentrione.
Eppure l’autonomia rischia di diventare un grosso guaio, per il vicepremier. Il primo a esporsi è stato il presidente del Consiglio Regionale, leghista di ferro, in teoria: Filippo Mancuso. Al di là dei galloni istituzionali, è stato il campione delle preferenze della Lega in Calabria: 22mila voti personali nelle urne dell’8 e 9 giugno. Il triplo di Roberto Vannacci nella regione, per dire.
SALVINI MANCUSO DURIGON
Eppure Mancuso parla dell’autonomia come di un “pasticciaccio difficile persino da decifrare”, di un testo che “certamente non è in linea con i bisogni reali del Mezzogiorno”, insomma di un “pennacchio” buono per i nordisti.
Contattato da Repubblica, continua a rammaricarsi: “Con Salvini non abbiamo nemmeno avuto il tempo di confrontarci, visto che hanno accelerato alla Camera”. Sui colleghi deputati della Lega, come l’onorevole Simona Loizzo, che hanno sventolato nell’emiciclo di Montecitorio la bandiera calabrese, Mancuso reagisce così: “Ci sono tanti servi sciocchi”. La frattura si sta facendo profonda. La delegazione leghista-calabrese alla Camera, che annovera il vice-capogruppo Domenico Furgiuele, pare tenere sulla linea del Capo. Ma nei territori il partito rischia di esplodere.
ROBERTO CALDEROLI MATTEO SALVINI
Da mesi, proprio per le bizze preliminari sull’autonomia, in Calabria si parla di un possibile fuggi fuggi dalla Lega, direzione Forza Italia. E adesso Mancuso non esclude un possibile addio: “Possibile che mi caccino, dopo quello che ho detto. Ma sinceramente, non è il primo dei miei problemi”. Il clima è questo. Secondo fonti del centrodestra calabrese, sarebbero in sintonia con Mancuso, cioè contro il ddl sull’autonomia differenziata approvato ieri, 4-5 consiglieri regionali sui 6 iscritti alla Lega.
matteo salvini giorgia meloni
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