Giacomo Amadori per “la Verità”
il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 6
Altro che questione chiusa. La vicenda del fallimento di Banca Etruria resta apertissima e rischia di coinvolgere in prima persona Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, e i suoi colleghi di cda sia per i rinnovi dei finanziamenti in sofferenza (decine di milioni) che per l'emissione di obbligazioni subordinate. Obbligazioni che si sono rivelate carta straccia e per cui sono già finiti alla sbarra coloro che le hanno proposte alla clientela, ovvero una trentina di direttori di agenzia e di filiale. Al contrario, chi ha deciso di avviare quell'emissione galleggia ancora nel limbo delle indagini preliminari.
il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 5
L'ex presidente Giuseppe Fornasari, Boschi senior e altri 10 consiglieri del cda insediatosi nell' aprile 2011, oltre all' ex direttore generale Luca Bronchi e a quattro membri del collegio sindacale, risultano iscritti sul registro degli indagati della Procura di Arezzo per bancarotta e falso in prospetto (il foglietto informativo che va ai clienti delle obbligazioni subordinate), un filone che dovrebbe essere arrivato quasi al giro di boa della richiesta di proroga delle indagini e che è stato innescato dalle conclusioni e dalle sanzioni che la Consob (la Commissione nazionale di vigilanza per le società e la Borsa) ha comminato a 17 ex amministratori per i subprime spazzatura.
pier luigi boschi
L' inchiesta su Boschi e soci arriva quando il babbo di Maria Elena pensava di essersi quasi lasciato alle spalle un' altra indagine: quella per la concessione di una buonuscita milionaria al vecchio direttore generale della banca.
Quindi i peana di giubilo che Matteo Renzi e i renziani stanno intonando in queste ore paiono del tutto immotivati.
assistA innescarli sono state le ricostruzioni del procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, ex consulente del governo Renzi, davanti alla commissione parlamentare d' inchiesta sul sistema bancario: dichiarazioni assolutorie per Boschi senior e accusatorie nei confronti di Banca d' Italia.
giuseppe fornasari
La verità è che i problemi di Etruria erano risalenti negli anni, come verificato da Via Nazionale in tre diverse ispezioni (concluse sempre con sanzioni) e i pasticci della ricapitalizzazione sono stati probabilmente il colpo di grazia.
Anche se adesso i renziani vogliono far credere che il default sia colpa di via Nazionale, accusata di aver caldeggiato una fusione con la Popolare di Vicenza.
Eppure il liquidatore di Etruria, Giuseppe Santoni, quando è stato ascoltato in Procura a fine estate, ha evidenziato che l' offerta di Vicenza non andava rifiutata perché era l' unica opportunità di salvezza per Bpel e ha aggiunto che nessuno può sapere come avrebbero reagito i mercati alla nascita di un nuovo polo bancario. In pratica, è il suo convincimento, non si può escludere che gli investitori avrebbero potuto accogliere positivamente una proposta di fusione, salvando così due banche che in quel momento, ufficialmente, non erano a rischio default.
PIER LUIGI BOSCHI
grandi nomiA questo bisogna aggiungere che a proporre, questa volta ufficialmente, il nome di Bpvi come partner di Etruria sono stati i consulenti che l' istituto aretino ha pagato 5 milioni di euro per individuare il partner di «standing elevato» richiesto da Palazzo Koch, una cifra esorbitante per una banca sull' orlo del crac. Gli advisor che individuarono l' istituto veneto come ancora di salvezza sono stati Lazard, Kpmg, Mediobanca e lo studio legale torinese Grande Stevens. Ma il suggerimento non venne accolto dal presidente Rosi e dal vice Boschi e fu bocciato in consiglio d' amministrazione senza essere sottoposto ai soci della cooperativa, come previsto dal regolamento interno di amministrazione.
LA LETTERA DI IGNAZIO VISCO A BANCA ETRURIA
Gli ispettori di Banca d' Italia, nella relazione che ha condotto al commissariamento, hanno mosso pesanti rilievi: «Non è stata portata all' attenzione dell' assemblea dei soci l' unica offerta giuridicamente rilevante (quella avanza dalla Banca popolare di Vicenza di euro 1 ad azione, estesa al 90 per cento del pacchetto azionario) per divergenze riguardo alle modalità di aggregazione».
La scelta di non sottoporre al voto dell' assemblea «l' offerta vincolante» di Bpvi non sarebbe neppure stata dibattuta in consiglio e il cda avrebbe solo «preso atto della comunicazione del presidente». Le decisioni, secondo Palazzo Koch, vennero assunte altrove, nella cosiddetta commissione consigliare informale costituita nel dicembre 2013 e in cui, nel maggio 2014, fa il suo ingresso anche il nuovo vicepresidente Pier Luigi Boschi. Secondo gli 007 di via Nazionale «l' assenza di qualsiasi verbalizzazione dell' attività svolta da tale commissione ha concorso a rendere poco trasparente il processo decisionale».
MARIA ELENA BOSCHI E LE BALLE SU ETRURIA
Alla fine Rosi, Boschi e pochi altri avrebbero stabilito in beata solitudine che le offerte di Vicenza non erano ricevibili e il cda avrebbe ratificato la scelta, in nome dell' impegno a difendere i «valori aziendali», preservando «radicamento territoriale, marchi, personale e autonomia della banca».
altro fronteMa questo non sarebbe il solo ginepraio in cui si ficcarono Boschi e i suoi colleghi. Per salvare Banca Etruria dal fallimento, la Banca d' Italia aveva imposto ad Arezzo di adottare urgenti misure di ricapitalizzazione, lasciando al cda di Etruria la scelta della strada da percorrere per realizzarla. Nel 2013, il cda, poiché l' aumento di capitale da parte dei soci non viene sottoscritto, decide di ricorrere al prestito obbligazionario subordinato.
LUCA BRONCHI ETRURIA
L' aumento di capitale così congegnato è effettuato e approvato dal consiglio di amministrazione sotto indagine tra giugno e luglio, utilizzando un prospetto illustrativo lacunoso, anzi contenente dei «falsi».
Gli ispettori della Consob comprendono il problema solo dopo essere stati convocati nella primavera del 2016 dai militari della Guardia di finanza di Firenze che erano alla ricerca di notizie sulla genesi del prospetto.
rignano funerale del risparmio caos etruria
Finalmente i rappresentanti della Consob si rendono conto che nel documento mancavano elementi essenziali per rendere edotti gli investitori dei rischi che avrebbero corso. Tanto che diversi commercialisti, esperti di trading, sono rimasti truffati. L' estate scorsa la stessa Consob ha notificato multe per 2,66 milioni di euro a 33 ex amministratori: 17 (gli stessi indagati dalla Procura) sono stati puniti per le omissioni nel prospetto, con contestazioni pari a 630.000 euro (30.000 dovuti da Boschi).
rignano funerale del risparmio caos etruria
I rilievi mossi dalla Consob sono ora, come detto, la pietra angolare del nuovo fascicolo d' indagine. Per questo vale la pena di ricordare che gli amministratori sono stati sanzionati sulla base del Testo unico bancario «per aver la banca omesso di riportare nel prospetto, o in un eventuale supplemento dello stesso, dettagliate informazioni in merito alla situazione aziendale» e «fornito alla Consob informazioni lacunose e non corrispondenti alla reale situazione aziendale». Inoltre queste «carenze informative concernevano aspetti significativi che si riflettevano su elementi del Prospetto essenziali per consentire un consapevole apprezzamento dell' offerta».
roberto rossi
In sostanza, nel suo «bugiardino», Banca popolare dell' Etruria proponeva un interesse decisamente inferiore rispetto alla rischiosità dell' investimento. Etruria per salvare il capitale avrebbe potuto ricorrere agli investitori istituzionali e invece ha preferito rivolgersi al pubblico indistinto per pagare meno interessi. Tutte questioni che stanno emergendo nel filone sui falsi in prospetto. E che fanno comprendere come Renzi stia confondendo le acque per distogliere il Paese da quanto realmente accaduto ad Arezzo.
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 7 protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 5 protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 4