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    LA LA TIE’! UN CINEMA DI LONDRA PRENDE PER IL CULO “LA LA LAND”: IL DIRETTORE FA PROIETTARE 20 SECONDI DEL MUSICAL PRIMA DI “MOONLIGHT” E POI, GIOCANDO SULL’ERRORE COMMESSO DURANTE LA PREMIAZIONE AGLI OSCAR, AVVISA GLI SPETTATORI: "SCUSATE, ABBIAMO SBAGLIATO FILM..."


     
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    Simone Vazzana per www.lastampa.it

     

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    «Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione». Se c’è una cosa che abbiamo imparato dal Perozzi, personaggio di Amici Miei di Mario Monicelli, è riconoscere il talento. E, a Londra, ce n’è parecchio. Un cinema indipendente, il Rio, da qualche giorno ha in cartellone il premio Oscar Moonlight.

     

    Memore del pasticcio dell’Academy in occasione della notte cinematograficamente più importante di tutte, il direttore del teatro decide di proiettare 20 secondi del trailer di La La Land, per poi far partire la pellicola giusta. Come a dire: «Scusate, abbiamo sbagliato film», proprio come successo agli Oscar. In sala, ovviamente, applausi e risate.

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    La La Land incassa così l’ennesima presa in giro. Una beffa per un film che invece regala piccoli omaggi in serie all’industria cinematografica: Mary Poppins, Singin’ in the Rain, Pomi d’ottone e manici di scopa. Insomma, La La Land è un po’ come quegli studenti bravi che si applicano pure.

     

    Fa tutto bene, arriva preparato: record di nomination, record di incassi, apprezzamenti sia dalla critica sia dal pubblico. Viaggia spedito, vince sei statuette e sul più bello manca quella più importante, destinata al miglior film. La modalità con cui è stato illuso il carrozzone di La La Land è qualcosa che va oltre la più crudele delle sceneggiature, è ai limiti del bullismo. Le prese in giro sottoforma di meme, in tutte le lingue del mondo, non si contano nemmeno più.

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    Ma è al Rio di Londra che si trova il fulcro di tutta l’ironia. Quello britannico infatti è un cinema indipendente. Lì dentro La La Land non sarà mai proiettato. O, almeno, non per intero. Per dirla come il direttore del Rio, «sarà per un’altra volta».  

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