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    UN “CLONE” DI TRUMP PER IL FUTURO DEL PARTITO REPUBBLICANO – JD VANCE, SCELTO DAL TYCOON COME VICE, HA 39 ANNI E FINO AL 2022 ERA UN ACERRIMO NEMICO DI THE DONALD: LO PARAGONÒ A HITLER E DICEVA DI “NON POTERLO DIGERIRE”. POI, LA SVOLTA QUANDO TRUMP LO SOSTENNE COME SENATORE, NEL 2022 – VETERANO DELL’IRAQ, È DIVENTATO CELEBRE PER AVER SCRITTO IL MANIFESTO DEI “POVERI BIANCHI”, “ELEGIA AMERICANA”. NATO IN UNA FAMIGLIA PROLETARIA, HA STUDIATO A YALE E HA LAVORATO PER UNA SOCIETÀ DI VENTURE CAPITAL NELLA SILICON VALLEY – NON ALLARGHERÀ LA BASE ELETTORALE DEL PARTITO, MA FOMENTERÀ I TRUMPIANI ISOLAZIONISTI DEL “MAKE AMERICAN GREAT AGAIN” - VIDEO


     
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    Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”

     

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     «Non posso digerire Trump, con lui la classe operaia finisce in un posto oscuro». Era il 2016 e James Donald Bowman, che poi prese il cognome della madre da nubile, Vance, e cambiò pure Donald in David, disse questa cosa dell'uomo che stava per approdare alla Casa Bianca. Pubblicamente definì il candidato repubblicano alla presidenza un «idiota» e, in privato, lo paragonò ad Adolf Hitler.

     

    Otto anni dopo, JD Vance - 40 anni il 2 agosto prossimo - correrà nel ticket presidenziale con il tycoon dopo averne ottenuto il perdono nel 2021 e un deciso sostegno quando nel 2022 ha corso, e vinto, un seggio al Senato per l'Ohio.

     

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    Domani JD parlerà alla Convention, giovedì ascolterà il boss arringare il popolo del Fivers Forum, poi sarà on the road a battere l'America in cerca della vittoria. Non dovrà fare chissà quanti chilometri, la partita si gioca negli stati del Nord industriale, Pennsylvania, Wisconsin e Michigan e uno dell'Ohio cresciuto in una famiglia operaia, che conosce odori e umori della Rust Belt e che andava in estate dalla nonna Mamaw in Kentucky, (sindacalista ed elettrice democratica tranne nel 1984, votò Reagan) ha il linguaggio, il passato e i toni per connettersi con gli operai delle acciaierie di Pittsburgh e dei distretti dell'auto di Detroit.

     

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    Scegliendo lui, Trump torna alle origini della sua prima corsa, torna a corteggiare quella classe media e operaia bianca che vede minacce ovunque, dagli immigrati che si riversano dal confine con il Messico, ai prezzi stracciati dei prodotti cinesi, alla delocalizzazione della produzione.

     

    Ma JD è anche il volto di un'America che avrebbe voluto rallentare il sostegno all'Ucraina, cambiare la modalità di distribuzione aiuti e che non ha timore di dire, lo ha fatto in un raffinato e appuntito editoriale sul New York Times mesi fa, che il conflitto non si può vincere.

     

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    Antiabortista senza averne fatto una bandiera da usare come una clava, JD fa parte di quella che a Washington è nota come la "New Right", un movimento di giovani conservatori, elitari, «nevrotici», li descrive uno che li conosce bene e lavora con loro al Congresso. Abbastanza conservatore perché la campagna di Biden lo accolga così: «Incarna Maga con la sua agenda estremista fuori dal mondo, dal bando all'aborto, alla manipolazione del 6 gennaio, agli attacchi contro la Social Security e il Medicare. Siamo chiari: il ticket Trump-Vance minaccia la nostra democrazia, il futuro e la libertà».

     

    JD è nato a Middletown, Ohio, nel cuore della Rust Belt. Sua madre divorziò quando era ancora piccolo. È cresciuto in una famiglia operaia, le vacanze dalla nonna, e una carriera che si sviluppa fra scuole pubbliche, università (Ohio) e un talento che lo porta a Yale nel 2010.

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    Ha diplomi e lauree in Filosofia e Scienze politiche. Poi si unisce alla Mithril Capital, società di venture capital gestita da Peter Thiel, fondatore di PayPal, campione della destra a Silicon Valley. È lì che inizia a guadagnare. Sposa Usha Chilukuri con una cerimonia indù, con lei ha tre figli.

     

    È un soldato, ha servito in Iraq e in Afghanistan con il corpo dei Marines e questo, confida uno staffer di Capitol Hill, lo ha portato a sposare posizioni scettiche su qualsiasi coinvolgimento degli Usa nel mondo. «Non è un isolazionista», spiega un analista, forse la parola «realista» è più appropriata.

     

    donald trump con jd vance alla convention repubblicana di milwaukee donald trump con jd vance alla convention repubblicana di milwaukee

    Divenne famoso al grande pubblico nel 2016 quando il suo Hillbilly Elegy diventò un best seller, Netflix ne prese i diritti per un film nel 2020 da Ron Howard (il Ritchie Cunningham di Happy Days girato, guarda caso a Milwaukee) e con Glenn Close nei panni della nonna.

     

    Il libro raccontava la disperazione della povertà che toccava e avvinghiava le terre di JD. È un racconto sui valori degli Appalacchi della sua famiglia del Kentucky e dei guai socioeconomici di Middletown. Diventò un bestseller. Quando Rod Dreher lo intervistò per The American Conservative nel 2019 andandone a testimoniare la conversione e il battesimo da cattolico, il sito della rivista andò in tilt per gli accessi. «Non si può sapere cosa succede alla classe operaia senza aver letto il libro», disse Dreher.

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    Abrasivo, diretto, dalla battuta grassa e velenosa, quando si presentò in New Hampshire per fare campagna elettorale per Trump disse che anche «Hunter Biden ha riconosciuto che l'inflazione è alta perché è salito il prezzo della cocaina tagliata». [...]

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