Estratto dell’articolo di Marco Bresolin Luca Monticelli per “La Stampa”
PAOLO GENTILONI GIANCARLO GIORGETTI
L'incognita della buona riuscita del Pnrr, l'impatto del Superbonus, la procedura per deficit eccessivo che sarà aperta dalla Commissione Ue e il contesto internazionale: sono i quattro macigni che pesano sui conti pubblici.
Per questo il governo non ha svelato le carte in occasione della presentazione del Documento di economia e finanza (Def), preferendo rimandare le brutte sorprese a dopo il voto europeo. Una mossa avallata dalla Commissione europea, con la quale però si accende lo scontro relativo alla richiesta di prorogare le spese del Pnrr oltre il 2026.
GIANCARLO GIORGETTI - PRESENTAZIONE DEF 2024
Il commissario Paolo Gentiloni ha anticipato l'intenzione di alleggerire gli oneri amministrativi proprio per aiutare i governi a spendere con più facilità, ma senza toccare la data di scadenza, alla quale molti governi continuano a opporsi. Uno scenario che non piace al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il quale ha ribadito la sua richiesta: «Mi si dice di non insistere, ma io insisto».
La crescita quest'anno si fermerà all'1%, in ribasso di due decimali rispetto a quanto indicato dalla Nadef dello scorso autunno. A risalire però è il debito che quest'anno si attesterà al 137,8%, mezzo punto sopra il dato del 2023 certificato dall'Istat. La dinamica del debito tende al rialzo anche negli anni successivi: al 138,9% nel 2025 e al 139,8 nel 2026. Solo nel 2027 si prevede una leggera flessione al 139,6%.
stime del def 2024 - la stampa
La colpa è del Superbonus, spiega il titolare del Tesoro Giorgetti in conferenza stampa, subito dopo il via libera del Consiglio dei ministri al Def. A fare da zavorra i bonus edilizi, arrivati a 219 miliardi di euro di crediti. «Il debito sale perché è condizionato dall'impatto devastante del Superbonus», ribadisce Giorgetti che si dice pronto ad agire ancora: «Se necessario interverremo ulteriormente sul decreto all'esame del Parlamento». […]
Il Def è stato approvato in versione «leggera» come annunciato dal governo, solo in versione tendenziale (a legislazione invariata) e senza le stime programmatiche perché, insiste il ministro del Tesoro, «mancano le istruzioni» di Bruxelles sul nuovo Patto di Stabilità. […]
raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni
Il Def "light" non rappresenta un problema per la Commissione: vista la situazione eccezionale, con il nuovo Patto di Stabilità non ancora in vigore e le "traiettorie di bilancio" ancora sconosciute, l'esecutivo Ue aveva già autorizzato i governi a presentare un Def in formato ridotto. Anche perché procedure, raccomandazioni e obiettivi arriveranno tutti dopo le Europee. «L'Italia non è un caso isolato – racconta un alto funzionario Ue –, altri Paesi stanno facendo considerazioni simili».
Ma a settembre bisognerà mettere nero su bianco gli impegni per seguire la "cura dimagrante" imposta dal nuovo quadro normativo europeo. Che per l'Italia dovrebbe tradursi in un taglio del disavanzo strutturale dello 0,5% del Pil, vale a dire dieci miliardi di euro l'anno. Per i prossimi sette anni.
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PAOLO GENTILONI - GIANCARLO GIORGETTI
Giorgetti rimane abbottonato quando gli si chiede dove troverà le coperture della manovra, assicurando che il ministero sta pensando a rafforzare i tagli di spesa. Il pilastro della prossima legge di Bilancio sarà comunque la conferma del taglio del cuneo fiscale e del sistema con tre aliquote Irpef. Secondo il viceministro Maurizio Leo, il rinnovo di quest'ultima misura sarà finanziato con lo stop dell'Ace (la deduzione sul capitale delle imprese) e con la global minimum tax.
GIANCARLO GIORGETTI MEME BY EDOARDO BARALDI
Giorgetti si aspetta una mano dall'Europa con l'allentamento dei tassi di interesse della Bce, visto che l'inflazione è in calo: 1,6% nel 2024, 1,9% nel 2025 e 2026. E soprattutto chiede la proroga del Pnrr oltre il 2026, nonostante il commissario Paolo Gentiloni abbia ripetuto che la scadenza non verrà toccata.
«Io ho già posto il tema in Europa - continua Giorgetti - è il mio auspicio, non una bestemmia. Tra colleghi ministri tutti quanti ci diciamo questo, la Commissione rimane ferma. Chissà, forse la prossima valuterà diversamente...». […]
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