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    CONTRO LE AUTO BOMBA E I FURGONI KILLER ARRIVANO BARRIERE E PROTEZIONI NELLE ZONE DELLA MOVIDA DA MILANO A PALERMO - MIMMO PALADINO: ”RISPONDEREI AI TERRORISTI DISEGNANDO E METTENDO DELLE BARRIERE CON LA FORMA DEL DITO MEDIO DI CATTELAN” - A ROMA, ORARIO LIMITATO PER LA CONSEGNA MERCI, COSI’ MENO FURGONI IN CORCOLAZIONE 


     
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    1 - BARRIERE, FIORIERE E PANCHINE LE CITTÀ FANNO SCUDO AL TERRORE

    Francesco Grignetti per “la Stampa”

     

    Blindarsi, ma senza cadere nella militarizzazione. È stretto il sentiero che il Viminale ha indicati ai prefetti e ai questori. Occorre mettere in sicurezza i luoghi più esposti, i centri storici, gli spazi della movida, i viali pedonali. Ma allo stesso tempo non bisogna eccedere con le barriere per non generare l' impressione sbagliata nei cittadini che ormai il terrorismo abbia vinto.

     

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    Ed allora ecco arrivare gli sbarramenti in cemento davanti al Duomo di Milano, ma anche sul lungolago a Sirmione, Iseo, Desenzano. Si blindano i viali di Anzio e Nettuno, il lungomare di Rimini e di Riccione, le spiagge di Ostia. Protetta la riviera anche a Pescara. Palermo ha in programma le barriere anticamion sul percorso Unesco, così come nel centro di Firenze. E ancora: Milano dovrà mettere in sicurezza corso Buenos Aires ed è allo studio l' installazione di barriere retrattili in molte aree. «Ulteriori barriere di difesa passiva - spiegano dalla prefettura - verranno poste ai Navigli».

     

    Pesanti barriere sono in arrivo anche a Ferrara, a Savona, a Pisa. A Torino si esamina l' assetto di piazza Castello, piazza Vittorio Veneto, piazza San Carlo; probabile che saranno posizionate fioriere in cemento o anche panchine in pietra. A Verona, la storica piazza Bra è stata blindata per la stagione lirica.

     

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    Nel centro di Roma, i pesanti blocchi antisfondamento sono già da settimane a via della Conciliazione. Sono state sistemate grandi fioriere anche attorno a via del Corso. Ma non basta. Altri sbarramenti sono allo studio. Nella Capitale si fa molto affidamento, però, più che sulle barriere statiche, sulla prevenzione. Ai furgoni per trasporto persone, quelli che spesso hanno i vetri oscurati, sarà interdetta la via che porta al Campidoglio.

     

    Quanto ai furgoni, si moltiplicano i controlli. Gli autonoleggi sono stati allertati: cautela con chi chiede un furgone in affitto, tenere a portata di mano le fotocopie dei documenti e del contratto quando il cliente è proveniente da Paesi a rischio, filo diretto con la polizia al primo sospetto, e soprattutto che agli stranieri siano noleggiati esclusivamente furgoni con il satellite.

     

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    Il prefetto della Capitale, Paola Basilone, considera un buon successo che finalmente il Comune abbia emesso un regolamento sulle consegne ai negozi. Fissando l' orario di traffico degli automezzi medi e pesanti tutto diventa più semplice. «Da qualche settimana - diceva il prefetto ieri al Messaggero - non c' è più quella folla di furgoncini che andavano e venivano a tutte le ore». E se il traffico di furgoni si riduce, allora saranno sufficienti a controllare che tutto sia a posto le pattuglie di polizia o le squadre di militari che presidiano il centro.

     

    Anche per l' ingresso dei Fori Imperiali, da piazza Venezia, non ci saranno nuove barriere: bastano gli automezzi dell' esercito, così come al Colosseo o piazza del Popolo. Ma aumenterà la vigilanza a Fontana di Trevi oppure nei quartieri Pigneto o Trastevere.

     

    C' è chi le barriere le ha sistemate per tempo, come nel centro di Bologna: ventisette grandi fioriere restringono l' accesso ai varchi dell' area pedonalizzata. Altrove un po' nicchiano: a Napoli le aree pedonali di piazza Plebiscito e via Toledo sono ancora indifese e nuovamente la prefettura sollecita l' installazione di barriere.

     

    2 - COLORI, ESTETICA, CORNI E GRANDI CROCI. MIMMO PALADINO: «ALL' ORRORE REPLICHIAMO CON L' IRONIA»

    L. Ber. per il “Corriere della Sera”

     

    LE BARRIERE IN CITTA - CORNA E CROCI LE BARRIERE IN CITTA - CORNA E CROCI

    «Fosse per me risponderei ai terroristi disegnando e mettendo delle barriere con la forma del dito medio di Cattelan», replica Mimmo Paladino, pittore, scultore e incisore, tra i vertici della Transavanguardia e con opere esposte in alcuni dei principali musei del mondo come il Metropolitan Museum of Art (noto anche come «The Met») di New York. «All' orrore si dovrebbe rispondere anche così, ricorrendo a molta ironia, qualcosa che gli estremisti di certo non capiscono», spiega.

     

    Mimmo Paladino Mimmo Paladino

    L' artista riconosce che i blocchi comparsi negli ultimi giorni anche nelle città italiane siano una misura in qualche modo inevitabile, «meglio se temporanea», per difendersi da possibili attacchi. «Ma questo non vuol dire che dobbiamo subire in modo passivo la realtà: se proprio ce li devono imporre sfruttiamo a nostro vantaggio questi new jersey o pilomat, coloriamoli, rendiamoli delle opere d' arte con le quali lanciare messaggi ai terroristi».

     

    GABRIELE BASILICO FOTOGRAFA CATTELAN IN PIAZZA AFFARI GABRIELE BASILICO FOTOGRAFA CATTELAN IN PIAZZA AFFARI

    Meglio ancora, l' idea di Paladino, è quella di ricorrere sì alle protezioni. «Ma queste devono anche essere esteticamente belle». Soprattutto: «Richiamare gli elementi simbolici che caratterizzano la città in cui vengono installate». Il corno nelle possibili barriere anti-terrorismo a Napoli, «da mettere su tutto il Lungomare», per esempio. Le croci in quelle da mettere a difesa di Piazza San Pietro, cuore della Città del Vaticano. «Se Cattelan volesse, magari il dito medio in quelle pensate per Milano...», sorride, ma non senza sottolineare un elemento di serietà.

     

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    Paladino ci tiene a precisare più volte che - visto tutto quello che è successo negli ultimi tempi in Europa - non si può scampare a una nuova e diversa riconfigurazione dei centri abitati, «soprattutto quelli multiculturali». Per questo ritiene che sarebbe una mossa davvero saggia quella di organizzare per ogni metropoli un tavolo congiunto - tra vertici istituzionali, architetti, urbanisti e artisti di ogni corrente - per elaborare insieme, «ognuno nel suo settore di competenza», come rifare le città a prova di terrorista. «Ma senza mai rinunciare all' ironia».

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