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    “UN DOLORE INSOPPORTABILE” - GIULIANA DE SIO, IN PASSATO SUA COMPAGNA, RICORDA FRANCESCO NUTI: “IL DECLINO DI FRANCESCO È COMINCIATO PRIMA DELLA CADUTA DEL 2006, QUANDO QUALCOSA SI È ROTTO NEL SUO EQUILIBRIO. LA SUA È STATA UN’AUTODISTRUZIONE” – “SONO ANDATA A TROVARLO QUANDO STAVA MALE, UN’ULTIMA VOLTA QUALCHE ANNO FA A PRATO, IN UNA SITUAZIONE SCONFORTANTE. NON SONO PIÙ VOLUTA TORNARE. FRANCESCO SE NE ERA GIÀ ANDATO TANTO TEMPO FA…”


     
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    Estratto dell’articolo di Laura Zangarini per corriere.it

     

    giuliana de sio francesco nuti giuliana de sio francesco nuti

    «Sto immaginando la mia vita professionale come un presepe con tante luci che si stanno spegnendo una dopo l’altra. Finché si tratta di “grandi vecchi” — Monicelli, Lizzani, Wertmüller — il vuoto è terribile ma “fisiologico”.

     

    Quando tocca a qualcuno con cui sei cresciuto insieme, un coetaneo, il dolore è insopportabile», racconta sconsolata Giuliana De Sio, 67 anni, attrice che di Francesco Nuti è stata «amica, collega e per un breve tempo compagna». L’incontro nel 1983 sul set di «Io, Chiara e lo Scuro», film diretto da Maurizio Ponzi, per il quale lei e Francesco furono entrambi premiati con il David di Donatello e il Nastro d’Argento come migliore attrice e migliore attore protagonista. Due anni dopo girano insieme il sequel, «Casablanca Casablanca», con Nuti anche in veste di regista.

     

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    «Francesco è parte della mia storia — prosegue l’attrice —, gli sono stata vicina nella sua prima prova da regista partecipando a paure, preoccupazioni, incertezze. L’ho visto singhiozzare quando è morto suo padre, emozionarsi per la partecipazione al Festival di Sanremo — sembrava avesse vinto il Nobel! —, ho apprezzato i suoi quadri: Francesco dipingeva benissimo». Le sere fuori a cena, le zingarate, le cantate con la chitarra.

     

    «Sembra ieri», sospira De Sio, sottolineando «che il declino di Francesco è cominciato prima della caduta del 2006, quando qualcosa si è rotto nel suo equilibrio. La sua è una parabola misteriosa, incomprensibile di uno che aveva tutto e ha deciso di perdere tutto. Nessuno sa spiegare perché, all’apice del successo, Francesco abbia cominciato a cadere. La sua è stata un’autodistruzione». Oggi restano i ricordi: «Sono andata a trovarlo quando stava male, un’ultima volta qualche anno fa a Prato, in una situazione sconfortante. Non sono più voluta tornare. Francesco se ne era già andato tanto tempo fa».

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