Daniel Mosseri per “il Giornale”
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Governo e Parlamento devono riconoscere l' esistenza di un terzo sesso. Lo ha stabilito la Corte costituzionale tedesca mettendo fine a una vicenda giudiziaria risalente al 2014. Era stata Vanja, nata nel 1989 a Lipsia, ad avviare la procedura. Registrata come femmina alla nascita, Vanja aveva vissuto i primi anni della sua vita da donna. La sua identità anagrafica di genere non corrispondeva però al suo vissuto e Vanja, sottopostasi a trattamento ormonale, ha cominciato a farsi crescere la barba.
VANJA
Consolidata la nuova identità fisica, Vanja chiede alle autorità di modificare anche i suoi documenti. Nel 2016 la Corte di Cassazione le dà torto. Secondo il Bundesgerichtshof l' aggiornamento legislativo del 2013 che permette al singolo di evitare l' indicazione del genere sul documento non ha dato vita a un terzo sesso. Vanja tuttavia non si dà per vinta e con il sostegno dell' organizzazione Dritte Option (Terza opzione) presenta ricorso alla Consulta, che mercoledì le ha dato ragione.
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Con sette voti a favore e uno contrario, la Corte di Karlsruhe ha stabilito che il potere legislativo deve dare applicazione alla decisione di creare un terzo genere; e nel farlo deve impiegare «una definizione positiva» come per esempio «intersex». La questione non è secondaria, hanno arguito i togati, osservando che l' assegnazione corretta del genere «è di importanza fondamentale per l' identità personale» visto che svolge un ruolo chiave sia nel processo di autoidentificazione sia nel modo in cui le persone sono percepite dagli altri.
Nello stabilire che sui nuovi documenti ufficiali ci potrà essere magari una X, si sono anche consultati con una serie di organizzazioni come l' Istituto tedesco per i diritti umani, la Società tedesca per la ricerca sessuale e la Società tedesca di psicologia, registrando un largo consenso alla creazione del terzo sesso per legge. Contrario invece si è detto il Comitato centrale dei cattolici tedeschi.
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La decisione della Corte è stata salutata dalla ministra uscente per la Famiglia, la socialdemocratica Katarina Barley, che ha sollecitato il prossimo governo a dare applicazione alla decisione. Molto più entusiastica la reazione di Dritte Option che si è detta «sopraffatta dalla gioia». Al Giornale il portavoce Moritz Schmidt ha spiegato di aspettarsi decisioni capaci di influenzare la vita quotidiana dei tedeschi, dalla creazione di toilette ad hoc, alla rettifica dei formulari, «ma quello che per noi più conta è che le nuove regole possano portare verso una maggiore accettazione delle persone intersex, non-binary e transgender».
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Le persone intersex in Germania sarebbero fra le 80 e le 100 mila. La Repubblica federale è il primo Stato europeo a riconoscere il terzo sesso «ma alcuni passi in questa direzione sono stati compiuti in Danimarca e in Gran Bretagna», ha aggiunto Schmidt, ricordando tuttavia che l' Australia è il Paese leader quanto ad accettazione delle persone del terzo sesso.
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