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    UN DUE, TER! - ARRIVANO I DATI DI ASCOLTO DELLE RADIO: SURACI È SEMPRE IN TESTA, CON RTL 102.5 AL PRIMO POSTO (CALA IN TERMINI NUMERICI MA RADIO FRECCIA CRESCE DEL 20%) - LA RAI CONTESTA IL SISTEMA DI RILEVAZIONE: ''È UNA LOTTERIA'' - IL CONTROCANTO DI ROBERTO SERGIO, DIRETTORE DI RADIORAI - DEEJAY SUPERA RADIO ITALIA E CONQUISTA IL TERZO POSTO DIETRO A RDS. EXPLOIT PER VIRGIN E KISS KISS, CRESCE RADIO24 - IN GENERALE CRESCONO GLI ASCOLTATORI...


     
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    suraci rtl 102 5 suraci rtl 102 5

    DAGONEWS - Lorenzo Suraci è sempre il dominus della radio. Rtl si conferma leader degli ascolti , pur con un assestamento al ribasso (e acquista i diritti per gli Europei di calcio 2020), mentre Radio freccia cresce di quasi il 20 per cento. Deejay supera Radio Italia e conquista il terzo posto in classifica. È quanto emerge dall’indagine Ter, il Tavolo editori radio, sugli ascolti 2019. Exploit per Virgin e Kiss Kiss, che staccano Radio2. L’amaro declino di Radio Rai, che contesta la ricerca. Radio1 perde un altro 3,6 per cento a vantaggio delle altre reti di informazione, prima fra tutte Radio24.

     

    1. ANTICIPAZIONI TER DATI DI ASCOLTO 2019

    LINUS LINUS

    https://www.radiospeaker.it/

     

     

    Sono state pubblicate pochi minuti fa da TER - Tavolo Editori Radio - le anticipazioni dei dati di Ascolto delle radio Italiane relative al secondo semestre 2019 e all'anno 2019 (disponibili a questo link) e noi abbiamo come sempre messo a confronto i numeri relativi all'anno 2019 con quelli dell'anno precendente.

    In attesa della pubblicazione dei volumi completi prevista per il 10 Marzo 2020 non possiamo non fare le nostre prime considerazioni riguardo questi dati. 

    È interessante vedere sia tornata una forte ondata di verde nella tabella quì sotto che è segno di miglioramento per la maggior parte di radio che continuano a mantenere una buona crescita.

    Bene per Radio Deejay che riconquista il terzo posto, un po' meno bene per Radio Italia o RTL 102.5 che continua a perdere numeri pur mantenendo il primato con un bel distacco dalle altre.

    Per il resto ci fa piacere notare che l'ascolto della radio sia ancora in crescita.

     

     

     

    SURACI SALVADERI SURACI SALVADERI

     

    RTL 102.5 SI CONFERMA LA PRIMA RADIO D’ITALIA CON 7.404.000 ASCOLTATORI NEL GIORNO MEDIO PER L’ANNO 2019

    Da www.rtl.it

     

     

    RTL 102.5 mantiene l’assoluta leadership della radiofonia italiana con circa due milioni di distacco rispetto ai più diretti concorrenti e doppiando Radio Rai 1, lo confermano i dati diffusi oggi dalla rilevazione TER relativa al totale dell’anno 2019.

     

    RTL 102.5 si conferma - con Radiofreccia, che segna la crescita più alta tra le radio nazionali e Radio Zeta che mantiene il trend positivo – il più importante polo radiofonico italiano con oltre nove milioni di ascoltatori al giorno.

     

    roberto sergio foto di bacco roberto sergio foto di bacco

    Così il Presidente di RTL 102.5 Lorenzo Suraci: “RTL 102.5, le sue piattaforme digitali, il nuovo ambiente -  RTL.IT -   su cui stiamo lavorando in questo ultimo periodo, il prossimo lancio del nostro Digital Space, il suono perfetto che abbiamo regalato ai radioascoltatori grazie alla nostra battaglia pionieristica sul DAB ormai diventato realtà in tutte le autovetture, il successo degli ascolti della radiovisione in simulcast 24h su 24h: sono questi gli ingredienti a cui dobbiamo il nostro primato e l’affetto del pubblico a cui non smetterò mai di dire grazie”.

     

    marcello foa e roberto sergio foto di bacco marcello foa e roberto sergio foto di bacco

     

    SERGIO (RAI RADIO) SU ASCOLTI TER DI DOMANI: PRONTI A ENNESIMA LOTTERIA DEI DATI; MODIFICHE O DECIDEREMO DI CONSEGUENZA

    Da www.primaonline.it

     

    A poche ore dall’uscita dei dati Ter sull’ascolto delle radio, Roberto Sergio, Direttore di Rai Radio, ribadisce le critiche al sistema di rilevazione. «Sono molto curioso di vedere questa volta cosa uscirà da un sistema di rilevazione non adeguato a fotografare la realtà». Ogni volta, spiega Sergio si assiste a una lotteria con dati altalenanti senza alcuna motivazione reale, se non quella della pressione fatta in termini di comunicazione dalle singole radio.

     

     

    FABIO TAMBURINI FABIO TAMBURINI

    Ma questa volta, da Rai arriva un aut aut. «Sono mesi che ribadiamo le stesse critiche al sistema senza che nulla cambi. Da adesso fino all’estate prossima c’è ancora il tempo necessario per aggiornare la ricerca. Contiamo di avere il supporto dei soci per modificare sostanzialmente la metodologia per il bene delle radio italiane. Se così non sarà, non potremo che decidere di conseguenza».

     

    La situazione di stallo si è venuta a creare dopo che i soci Ter hanno votato la prosecuzione dell’indagine 2020 nelle stesse modalità del 2019 (con il voto contrario della sola Rai). «Tutto ciò nonostante il grande lavoro che ha svolto il presidente Marco Rossignoli, sia nella mediazione fra le varie posizioni, sia nella amministrazione della società, oggi con un bilancio in salute».

     

    «Purtroppo – conclude Sergio – per effettuare modifiche alla ricerca è necessaria la maggioranza dell’80% dei soci, una soglia che, almeno fino a oggi, ha di fatto paralizzato la società, bloccando qualsiasi iniziativa migliorativa».

     

    ROBERTO SERGIO (RAI RADIO) SU TER: «ECCO PERCHÉ LA RICERCA NON È ATTENDIBILE» - IL DIRETTORE RAI RADIO EVIDENZIA LE STORTURE DELLA RILEVAZIONE DEGLI ASCOLTI

    Comunicato stampa

    roberto sergio e simona figlia di biagio agnes roberto sergio e simona figlia di biagio agnes

     

    Prima ancora che i dati sugli ascolti venissero pubblicati, Roberto Sergio, direttore Rai Radio, aveva definito «inadeguato» il sistema di rilevazione degli ascolti radio. Commentando che, se prima dell’estate non cambierà nulla, Rai «deciderà di conseguenza».

     

    «Il dato appena uscito del 2019 – spiega Roberto Sergio – è l’ennesima dimostrazione che siamo di fronte a una ricerca non idonea a fotografare la realtà degli ascolti in Italia. Da analisi interne, si evidenzia una risalita clamorosa delle radio del gruppo Rai nel quarto trimestre dell’anno, in particolare Radio 1 e Radio 2. E’ a questo che mi riferivo quando parlavo della “lotteria dei dati”. Bizzarro, poi, che chi perde un milione di ascoltatori dall’inizio della rilevazione a oggi, canti vittoria. I dati che rileva Ter sono il risultato delle campagne di comunicazione, della notorietà dei brand e di altri elementi esogeni. Non rappresentano l’ascolto vero delle persone».

     

    roberto sergio foto mezzelani gmt roberto sergio foto mezzelani gmt

    Rai ha infatti ribadito più volte le ragioni del suo dissenso, prima fra tutte il fatto che la rilevazione sia basata sul ricordo, rendendo impossibile ricostruire i comportamenti di ascolto e attribuire correttamente i singoli quarti d’ora, in particolare per le emittenti con programmazione articolata e ricca di contenuti. Non premia la qualità dei programmi, ma solo il livello di memorabilia delle radio.

    Altra critica è all’assetto societario, che esclude il mercato pubblicitario dalla governance (a differenza di tutte le altre indagini).

     

    Molti dubbi sono stati espressi da Rai sulla stessa rappresentatività campionaria della ricerca, fortemente compromessa dalle difficoltà che si incontrano nel raggiungere gli intervistati. Il bassissimo tasso di successo che presentano normalmente le interviste telefoniche (circa 10%) si abbassa ancora di più nel caso di TER, vista la capillarità delle matrici di campionamento e la complessità del questionario. Basti pensare che, se si considerano le interviste cadute, i contatti fuori quota e le telefonate non andate a buon fine, possono servire fino a due milioni di telefonate per totalizzare le 120.000 interviste necessarie.

     

    roberto sergio foto mezzelani gmt09 roberto sergio foto mezzelani gmt09

    Sistematiche difficoltà si rilevano da sempre nella copertura del campione, con ripercussioni che interessano anche il core target della radio: le fasce strategiche della popolazione fra i 18 e i 34 anni. Ne è una prova il numero di contatti necessari per il raggiungimento del campione.

     

    Rai ritiene inaccettabile una procedura di ponderazione i cui livelli di efficienza sono costantemente al di sotto del 50%, influenzati dalla necessità di tener conto di variabili fondamentali, come le Professioni e le Classi di istruzione, non controllate in fase di campionamento. Con il risultato che per le classi più elevate della popolazione i pesi si dimezzano al momento della ponderazione, mentre viceversa si moltiplicano sui profili più bassi. Con un’aggravante: la ponderazione per Classi di Istruzione e Professione subordina la ricerca a classificazioni obsolete che non considerano i nuovi percorsi formativi e l’evolversi negli anni del mercato del lavoro.  Nulla cambierà nel 2020, perché importanti interventi migliorativi che abbiamo fortemente caldeggiato sono stati respinti in sede di consiglio.

     

    Rai ha espresso una posizione critica anche rispetto ai disallineamenti tra GFK e Ipsos che hanno trovato riscontro in andamenti di ascolto talvolta schizofrenici e in processi operativi che - riconducendosi a policy industriali diverse - presentano differenze irrisolvibili: diversi criteri di generazione dei numeri telefonici, software differenti per la gestione delle interviste, diverse modalità di somministrazione del questionario e di approccio verso gli intervistati (trascurabili gli accorgimenti che gli Istituti si apprestano ad adottare in vista dell’Indagine 2020).

     

    Rai chiede pertanto il supporto dei soci per modificare sostanzialmente la metodologia per il bene delle radio italiane. In particolare, con l’avvio di un test sul territorio che consenta di valutare l’introduzione a medio termine del meter, in maniera graduale e comunque combinata con il sistema vigente di rilevazione

    I costi che dovranno essere sostenuti per lo sviluppo delle sperimentazioni necessarie, potranno essere in buona parte assorbiti grazie ad un auspicabile contenimento delle spese che comporterà il ricorso ad un solo Istituto.

     

     

    LINUS LINUS

     

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