Estratto dell'articolo di Simonetta Lorenzetti per www.corriere.it
giancarlo di vella
Parla di un grande «equivoco» e ribadisce di «non aver mai voluto violare la sfera intima» degli specializzandi. Rivendica di essersi sempre rapportato con loro con «rispetto», che c’è stato un fraintendimento e che tutta questa brutta storia è colpa del suo carattere espansivo e «coinvolgente tipico delle origini del Sud». Il professore è barese. Insomma, voleva «solo creare una squadra di lavoro affiata». Il professor Giancarlo Di Vella, finito ai domiciliari con le accuse di falso, stalking, minacce e violenza sessuale, si difende durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Irene Gallesio.
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[…] Il fascicolo d'inchiesta si compone di più filoni investigativi, tra cui quello che racconta le presunte molestie sessuali nei confronti di cinque specializzande del corso di Medicina legale di cui lui era responsabile. Dal racconto delle studentesse (nessuna ha sporto querela) emergerebbero attenzioni e approcci fisici per nulla graditi: sguardi lascivi, mani che si allungavano a cingere i fianchi o indugiavano su quelle «parti del corpo lasciate scoperte dal camice».
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Atteggiamenti che avrebbero spinto le giovani dottoresse, non solo quelle che avrebbero subito le attenzioni del docente, a mettere in atto piccoli stratagemmi per evitare di «rimanere da sole con il professore». Accuse di cui Di Vella ha preso contezza dagli atti. Come sottolinea il suo legale, Marino Careglio, il docente si è detto «profondamente dispiaciuto che alcuni medici in formazione si siano sentiti offesi da atteggiamenti ritenuti invasivi della loro sfera personale». Non solo, il medico legale ha preso consapevolezza che «alla luce del ruolo rivestito, alcuni comportamenti fossero da evitare».
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Insomma, Di Vella è pentito e profondamente amareggiato per il ritratto che trapela dalle dichiarazioni degli ex studenti, non solo per le molestie ma anche per quelle presunte ritorsioni che avrebbe riservato agli specializzandi che ora lo accusano di aver messo in pericolo il loro percorso di studi, estromettendoli dai corsi. […]
Nella difesa di Di Vella c'è spazio anche per il capitolo dedicato alla procedura di accreditamento della scuola: al docente, infatti, è contestato il falso per induzione per aver certificato un numero di autopsie maggiore rispetto a quelle realmente eseguite.
ANDREW CUOMO E IL SOTTOPANCIA DI FOX NEWS
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