Marco Cremonesi per “corriere.it”
NEGRONI SBAGLIATO
Lui la passione ce l’aveva. Indaffarata e poco ostentata, da cogliere giusto attraverso qualche battuta. Che a volte sapevano interpretare soltanto i più abituali dei suoi clienti. Mirko Stocchetto se n’è andato a 86 anni e l’insegna rossa del bar Basso, all’angolo tra viale Abruzzi e via Plinio, ieri era spenta. Sulla saracinesca, il cartello del lutto.
Il Basso è un bar come non si usa più. Vai all’alba e prendi il caffè. Però, se dopo cena ti vien voglia di bere qualcosa come si deve, lui è sempre lì, aperto. Amico. Mirko Stocchetto aveva imparato il mestiere dai migliori. Giuseppe Cipriani, il leggendario fondatore dell’Harry’s bar di Venezia fu il suo primo maestro, nonché l’ispiratore di quell’idea di cocktail semplice che nemmeno le magie della mixology di oggi riescono a offuscare.
A Venezia vide la nascita del Bellini, prosecco e purea di pesca bianca che gli ispirò il suo Rossini, a base di polpa di fragole. Da lì, Stocchetto si spostò ancora giovanissimo a Cortina nei suoi anni più dorati, con la meglio società a ritrovarsi di fronte al bancone del bar dell’hotel Posta. Da lui riorganizzato e da lui gestito. Ma lui, su questo periodo, è sempre stato riservato: per quelli della sua generazione, i barman sono quelli che sanno ascoltare senza chiacchierare.
NEGRONI SBAGLIATO MIRKO STOCCHETTO
Poi, negli anni Sessanta, arriva l’occasione. Il signor Basso è stanco del suo bar là in viale Abruzzi. C’è la possibilità di prenderne la gestione e lui accetta la sfida. Il bar Basso in pochi anni si trasforma in una sicurezza. Bevi bene, Stocchetto è stato uno degli ambasciatori dell’associazione dei bartender (Aibes) in giro per il mondo. Ma quello che cambia la storia è lo «Sbagliato».
Per intero, il Negroni sbagliato. Mirko la storia l’avrà raccontata un milione di volte: invece di prendere la bottiglia del gin da inserire nella triade con Campari e Martini per i Negroni, la mano gli cadde sul Ferrari, le bollicine che già allora erano gloria nazionale. Un errore che diventò leggenda.
Non subito. Il Negroni sbagliato per parecchi anni rimase una specialità del locale, servito nelle coppe giganti che erano e sono una delle firme del bar Basso. In realtà, a Milano la ricetta aveva cominciato a correre, il passa parola lo aveva reso popolare. Ma all’inizio degli anni Novanta la voce esce dalla cerchia dei navigli, comincia a comparire nelle carte di alcuni bar classici in giro per l’Italia.
Negroni
Poi, la cocktail renaissance, la scoperta dello stile italiano nel bere, trasforma lo Sbagliato nel più famoso dei twist, le variazioni sulla ricetta classica del Negroni. Perché il drink inventato per sbaglio incrocia benissimo un’altra recente passione, quella per lo Spritz. Detto all’ingrosso, lo sbagliato è una sorta in incrocio tra Spritz e Negroni. Capace di intercettare gli appassionati di entrambi i drink. Che sono legione: per rimanere al Negroni, il mese scorso è stato riconosciuto dalla rivista Liquor come il secondo drink più servito in tutti i bar del pianeta.
LA RICETTA DEL NEGRONI SBAGLIATO
Un terzo di vermouth rosso, un terzo di bitter Campari e, al posto del gin, spumante «brut», secco. Il Negroni «sbagliato» — inventato da Mirko Stocchetto — va servito con una fettina di arancia. Immancabili, in via Plinio, il vaso-bicchiere con un grosso cubo di ghiaccio.
NEGRONI SBAGLIATO MIRKO STOCCHETTO