Giulia Zonca per “la Stampa” - Estratti
federica pellegrini
Si muove lenta Federica Pellegrini e non le era mai capitato prima, giusto a dieci giorni dallo scadere della gravidanza lascia che il ritmo lo detti la voluminosa pancia che ha cambiato pure la velocità dei pensieri. Quelli, adesso, dopo cinque meditate Olimpiadi e sei ori Mondiali forgiati nel tempo, viaggiano rapidi e urgenti.
Ha fatto tutto quel che voleva prima di diventare mamma?
«Direi di sì. Ho imparato a sciare al pelo e dovrei essermi tolta sfizi da brividi per un po', ho ancora tanti viaggi in programma e li metto in pausa. Almeno smetto sentirmi dire "Pronta per un figlio? "».
Non è che poi le chiedono la seconda o il maschio?
«No, penso di aver dato il mio contributo alla società (ride). Mi aspettavo che la gente si chiedesse quando sarei diventata mamma, non con tanta insistenza. Sono passata dal dover nuotare al dover figliare. C'erano messaggi invadenti sul profilo Instagram che fortunatamente si è automoderato con reazioni tipo "finitela"».
Chi prevale? La parte evoluta o gli zotici?
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«C'era una quota di romanticismo nella curiosità, purtroppo pure tanta arretratezza: in Italia c'è ancora chi vede la donna nella casella mamma».
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Ceccon, detentore del record del mondo dei 100 dorso, è uno dei nomi più importanti della nazionale e pure uno che ama stare per i fatti propri. Ci si rivede?
«Parzialmente, ha un infinito talento, ovvio. Io avevo fasi in cui abitavo un mondo a parte, in altre sentivo il gruppo e l'energia delle staffette, pure se le mie non potevano ambire al podio mentre le sue sì. Lui però è il prototipo del campione contemporaneo: è centrato e penso abbia molta fame, caratteristica fondamentale. Lo spiego alla Fede Academy che ho aperto con mio marito Matteo Giunta, lì vedo atteggiamenti che preoccupano».
Quali?
pellegrini tomba
«Adolescenti che vogliono essere i numeri uno prima di scoprire chi sono. Motivati forse dalle ambizioni dei genitori o dall'emulazione».
Lei non voleva essere la numero uno?
«Sì, ma ero affamata di quel desiderio, era mio, radicato. Qui parliamo di raggiungere un successo immaginario, quel tipo di confusione che ti porta a dire cento cose su come senti di poter nuotare e poi lasci la cuffia in camera».
Il suo collega Paltrinieri è stato ad Atreju, alla festa dei giovani di Fratelli d'Italia e ha dovuto rispondere a qualche contestazione social.
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«C'ero stata anche io, altro periodo, si notava meno. Il pubblico deve capire che lo sportivo è un animale strano: andare alla festa di un partito non significa rappresentarlo: siamo super partes per definizione».
Per Alberto Tomba, Sinner è pronto a entrare nel vostro esclusivo club di trascinatori. Fino a qui sareste in tre, voi due e Valentino Rossi.
«Me lo ha annunciato. Mi ha fatto piacere sapere di esserci. Sinner è come Ceccon: quelli pronti che fanno tutto in progressione costante. Quando io salivo sul blocco poteva succedere di tutto, loro magari perdono, non sballano. Sinner farà meno fatica di noi, il tennis è mediatico, io e Alberto siamo partiti da nuoto e sci e diventati simbolo. Ci va carattere».
Un flirt passeggero con Tomba c'è mai stato?
«No, la vera amicizia è scattata tardi. Io stavo quasi per ritirarmi, ero impegnata e nonostante qualche bislacco gossip Matteo non è mai stato geloso di lui. Quella gelosa sono io».
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