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    “UNA BARBARIE” – UN GIUDICE DENUNCIA: L’AVVOCATO SI E’ PRESENTATO IN UDIENZA CON UN FASCICOLO SU CUI ERA SCRITTO 'NEGRO' PER INDICARE L'IMPUTATO NIGERIANO” - E POSTA LA FOTO DELLE CARTE CON LA SCRITTA - LA REPLICA DEL LEGALE: "QUEL FASCICOLO NON APPARTIENE AL MIO STUDIO, I MIEI SONO TIMBRATI"


     
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    Francesca Bernasconi per il Giornale

     

    fascicolo con la scritta negro fascicolo con la scritta negro

    Sul fascicolo la scritta "negro" è ben visibile. E non si tratta di un cognome, ma dell'appellativo con cui un avvocato di Forlì avrebbe indicato la controparte, sulla cartella portata al tribunale di Ravenna per il processo.

     

    L'udienza riguardava il caso di un nigeriano, accusato di lesioni personali, per aver aggredito due poliziotti alla stazione di Faenza, due anni fa. L'avvocato della controparte si sarebbe presentato al processo con un incartamento, recante la scritta "negro", per identificare il nigeriano, che non era indicato con nome e cognome.

     

    A denunciare la vicenda è stato l'ex giudice del lavoro, sezione di Ravenna, Roberto Riverso, che su Facebook ha pubblicato la foto del fascicolo. "L’avvocato si presenta oggi in udienza davanti al gup ed al pm del Tribunale di Ravenna ed esibisce un fascicolo sul quale identifica la propria controparte (l’imputato di colore, nei cui confronti si costituisce parte civile) non con le sue generalità ma chiamandola 'negro'", scrive il magistrato sui social. E denuncia il caso come "una barbarie".

     

     

    tribunale tribunale

    Al Corriere della Sera, il giudice avrebbe rivelato: "Me l’hanno segnalata, io lavoro a Roma e non sono di certo a Ravenna. Ma non ho avuto dubbi, l’ho pubblicata per fare in modo che tutti sapessero". E aggiunge: "Sono rimasto senza parole, bisogna però reagire. I giuristi hanno il dovere di testimoniare, hanno un dovere in più nei confronti della collettività. Occorre riconoscere e denunciare il razzismo".

     

    Dall'altra parte arriva la replica dell'avvocato accusato del gesto, che si discolpa, negando che il fascicolo appartenga al suo studio: "I miei sono timbrati", dice. Ma Riverso spiega al Corriere che "al di là delle responsabilità specifiche, io credo che un problema di razzismo in Italia ci sia".

     

    E ribadisce la necessità dei giuristi a "vigilare affinché episodi di questo genere non si ripetano". Infine commenta: "Vedo molti commenti al mio post pubblicato su Facebook che negano che l’episodio segnalato sia riconducibile al razzismo. Ecco, magari iniziamo a far ragionare chi ragiona con la retorica dell''io non sono razzista ma'".

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