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    UN’IMPRESA CHE LASCIA SENZA PAROLE – L’INCREDIBILE TRAGUARDO DI GIANLUCA ZANDA, 23ENNE DELLA PROVINCIA DI NUORO CHE SI È LAUREATO NONOSTANTE DAL 2020 UNA SINDROME NEURODEGENERATIVA GLI IMPEDISCA DI PARLARE: PER DISCUTERE LA TESI SI È FATTO PRESTARE LA VOCE DALLA CUGINA E SI PORTATO A CASA IL 110 E LODE – IL RAGAZZO È AFFETTO DALLA SINDROME DI PKAN CHE COLPISCE DUE O TRE PERSONE OGNI MILIONE DI ABITANTI: LA MALATTIA SCATENA UN…


     
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    Estratto dell’articolo di Umberto Aime per “il Messaggero”

     

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    Dal 2020 una sindrome neurodegenerativa gli impedisce di parlare, però Gianluca Zanda, 23anni, nato a Desulo, in provincia di Nuoro, s'è laureato lo stesso. Al momento di discutere la tesi s'è fatto prestare la voce da Francesca Lai, la cugina. Il risultato è stato da applausi a scena aperta: 110 e lode. A partecipare alla festa è stata tutta la facoltà di Agraria dell'università di Sassari, per la caparbietà dimostrata da chi da quattro anni è affetto dalla sindrome di Pkan.

     

    È una malattia rara di origine genetica. Colpisce due o tre casi ogni milione di abitanti. In estrema sintesi, scatena un accumulo di ferro nel cervello, e fra gli effetti collaterali c'è appunto quello di bloccare l'uso della parola, oltre a provocare diversi altri spasmi neurologici.  […]

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    Con una simbiosi perfetta, al momento del confronto finale, Gianluca ha scritto le risposte sul computer, poi è stata la sua portavoce a raccontare, a spiegare, questo o quello a seconda degli argomenti proposti e trattati.

     

    Alla fine, l'abbraccio più intenso è stato proprio fra i due protagonisti di questa favola moderna, senza dimenticare certo neanche quelli fra Gianluca e il resto dalla famiglia: dai nonni ai genitori che lo hanno sostenuto in ogni momento di quest'avventura a lieto fine. «All'inizio, quando mi è stata diagnosticata la sindrome di Pkan - ha scritto il neolaureato in un altro passaggio del suo racconto - ho provato un senso di vuoto. Non sapevo da che parte girarmi. Poi mi sono detto: devo andare avanti comunque. Pian piano sono riuscito a convivere con questa nuova e complicata situazione, perché avevo un solo obiettivo: non farmi sopraffare della malattia».

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     […] I prossimi obiettivi di Gianluca sono? «Lavorare nell'azienda di famiglia, perché nella vita, qualunque cosa ti accada, non bisogna mai porsi limiti, ma essere capaci di rimetterci sempre in gioco e andare avanti verso il traguardo che abbiamo sognato quando le cose invece andavano bene».

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