Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”
ALDO CAZZULLO
Caro Aldo, sono perfettamente d’accordo con la premier Meloni: alcune testate giornalistiche sono ostili a prescindere. Siete la categoria che distrugge in prima pagina e rettifica con minuscoli trafiletti in ultima.Vi appellate a una distorta libertà di stampa e vi assolvete sempre, reclamando, come del resto tutti nel nostro Paese, solo diritti e niente doveri.
Ernesto Megali
Risposta di Aldo Cazzullo
Caro Ernesto, a noi italiani piace scagliarci contro le varie categorie e dare a ognuna un’etichetta: i dentisti sono esosi, gli impiegati pubblici fannulloni, gli idraulici introvabili; quello non fa la fattura, quello non fa lo sconto, quello non rispetta il preventivo… Ovviamente, le categorie — a parte qualche lobby inscalfibile — non esistono; esistono le persone. Ci sono dentisti esosi e dentisti onesti, impiegati pubblici fannulloni e impiegati pubblici stakanovisti; e talvolta si riesce anche a trovare un idraulico.
patrizia scurti mario sechi giorgia meloni 2
I giornalisti non fanno eccezioni. Certo, tutti possono e debbono essere criticati. In particolare i giornalisti, che anche quando lavorano per un privato comunque svolgono un servizio pubblico. A mio giudizio, storicamente il giornalismo italiano è stato troppo legato al potere politico e finanziario. Questo a volte gli ha tolto credibilità e un rapporto diretto con il pubblico; che non sarà — come amava dire Montanelli — il nostro padrone, ma è certo il nostro giudice, quello che decreta il successo di un articolo, di un libro, di una testata, di un’impresa.
giorgia meloni nicola porro - quarta repubblica
Sempre a mio giudizio, oggi le cose vanno meglio che in passato. Eppure non soltanto i giornalisti non sono mai stati così impopolari; la loro condizione economica e sociale è decisamente peggiorata. La grande parte del lavoro giornalistico di cui voi lettori fruite, spesso gratis, è prodotta da giovani pagati poco, che hanno meno opportunità di viaggiare e conoscere il mondo di quelle che avevamo noi cinquantenni alla loro età, che fanno un lavoro duro, e che dovrebbero essere più rispettati.
Anche da lei, gentile signor Megali. Per quanto riguarda la presidente del Consiglio, dovrebbe valere per Giorgia Meloni la regola che vale per ogni politico: una cosa è giusta o sbagliata in sé; non a seconda di chi la dice. Ma anche Giorgia Meloni dovrebbe sempre ricordarsi che ai leader politici non servono giornalisti amici; quelli li troverà sempre a ogni angolo; servono giornalisti critici, che le segnalino quando sbaglia.
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