1 - INTERROGAZIONI SENZA VOTI I DUBBI DEGLI EDUCATORI SULL'ESPERIMENTO NEI LICEI
Estratto dell'articolo di Lorena Loiacono per “il Messaggero”
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A scuola senza voti, per provare a portare via le ansie e lo stress che gli studenti provano di fronte alle interrogazioni e ai compiti in classe. Un disagio diffuso che, per alcuni, sarebbe legato proprio ai voti. Soprattutto a quelli più bassi. E così il liceo classico e scientifico "Giordano Bruno" di Mestre, in provincia di Venezia, ha avviato la sperimentazione della scuola senza voti in due diverse classi.
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Un'idea che non convince in blocco gli educatori: una buona fetta è convinta che nel lungo periodo si possa ottenere l'effetto contrario di ragazzi non preparati ad affrontare i giudizi negativi che inevitabilmente nella vita, prima o poi, arrivano.
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Per il momento, comunque, parte il "quadrimestre senza voti", per alleggerire la tensione degli alunni legata alle prove scritte e agli orali che si svolgono durante le lezioni. Le verifiche in classe si svolgeranno comunque, con le modalità già utilizzate dai docenti e che gli alunni conoscono bene, ma ai ragazzi non arriveranno poi i voti numerici a cui sono stati abituati fino ad oggi.
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Si troveranno invece a confrontarsi con un report che, nelle parti più critiche, riporterà un giudizio dal tono "preparazione da migliorare" con i dettagli relativi a quei passaggi critici e, in generale, a quel che non va. Durante tutto il quadrimestre si andrà avanti così ma poi, alla fine dell'anno, in pagella arriveranno comunque i voti alla vecchia maniera. […]
2 - OTTAVIO FATTORINI: “LE BOCCIATURE AIUTANO NELLA CRESCITA”
Estratto dell'articolo di L. Loi. Per “il Messaggero”
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Parla il professore Ottavio Fattorini, già preside e dirigente tecnico al ministero dell'Istruzione e del merito e fondatore delle scuole che seguono l'innovativo modello Dada, per la didattica per ambiente.
La scuola ha bisogno dei voti?
«Sì, la scuola ha bisogno della valutazione formativa, diciamo quella in corso d'opera, e della valutazione sommativa, vale a dire quella conclusiva, a fine percorso. Servono entrambe per rilevare le competenze e, dove necessario, per recuperarle».
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Perché gli studenti soffrono l'ansia dei voti?
«Perché li vivono come una censura e non, come invece dovrebbe essere, come un passaggio di crescita […] ».
«[…] Aiutano a capire che la vita non è solo una serie di successi. Serve a capacità di rialzarsi dopo un insuccesso. L'insuccesso è il differimento di un successo: in questo modo gli studenti diventano i veri protagonisti e attori del loro successo» […]
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