Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
DANIELA SANTANCHE
I porti, le armi, gli stabilimenti balneari. Ogni nuovo governo ha le sue spine e, nel caso dell'esecutivo Meloni, i punti di principale attrito e polemica all'interno e all'esterno della maggioranza riguardano le deleghe contese e i conflitti d'interesse, veri o presunti, di alcuni ministri. Le minoranze attaccano, il presidente del M5S Giuseppe Conte ha promesso un'opposizione «intransigente e senza sconti» e ha messo nel mirino Guido Crosetto per essere «passato direttamente dalla rappresentanza di interessi di industrie che operano nel settore della difesa al ministero competente». E l'Alleanza Verdi e Sinistra italiana ha accusato Giorgia Meloni di aver fatto nascere un governo «con le migliori lottizzazioni e conflitti d'interessi».
DANIELA SANTANCHE'
Il fondatore di Fratelli d'Italia, cui tocca dirigere la politica militare dell'Italia al tempo di una guerra alle porte dell'Europa, è stato per anni presidente di Aiad, la federazione che riunisce le aziende dell'aerospazio, della sicurezza e della difesa. Impossibile dunque per Crosetto sfuggire alla questione. «Se esistesse un conflitto non potrei fare il ministro, quindi il conflitto non esiste», premette.
Ma Greenpeace lo accusa di essere in «gravissimo conflitto di interessi» per essere stato per anni «lobbista di punta dell'industria bellica». E lui, Crosetto, conferma di aver deciso di cedere tutte le sue aziende, rinunciando al 90% del suo reddito. In che tempi? «Ho tre mesi per farlo. Le aziende io le chiudo, esco da tutto definitivamente, butto via anni di lavoro. È una scelta dura, ma lo faccio perché servire il mio Paese è l'onore più grande».
guido crosetto giuramento governo
Nel mirino delle opposizioni c'è anche Daniela Santanchè, chiamata a guidare il ministero del Turismo dopo il leghista Massimo Garavaglia. Da quando ha giurato, sui social è stato un assalto. Perché da 22 anni la deputata di Fratelli d'Italia ha una partecipazione come socia di minoranza (al 24%) nella proprietà del Twiga Beach Club, lo stabilimento extralusso di Flavio Briatore in Versilia: l'imprenditore paga circa 17.600 euro l'anno per la concessione, ma stando ai dati del 2019 il locale sul mare produce qualcosa come 4 milioni l'anno di incassi.
Guido Crosetto
Come Crosetto, Santanchè sostiene di non essere in conflitto perché non ha ruoli, non ha cariche e non siede nel cda dell'impresa di Marina di Pietrasanta. Eppure la ministra - che è andata spesso in tv a sostenere la causa dei balneari contro la riforma, fortemente voluta dall'ex premier Mario Draghi e poi stoppata dalla Lega - riconosce che «se ci fosse un problema di opportunità» lei non avrebbe nulla in contrario a cedere le deleghe sulle spiagge: «Non ho ancora parlato con Meloni, ma se decidesse di assegnarle ad altri non avrei obiezioni».
GIURAMENTO DANIELA SANTANCHE
Il decreto che contiene le assegnazioni delle deleghe ai vari ministeri non è pronto, a Palazzo Chigi hanno bisogno di qualche giorno ancora per definire i dettagli. Intanto Matteo Salvini, che da giorni rivendica la competenza sui porti, l'ha spuntata su Nello Musumeci. «Il ministero delle Infrastrutture si occupa di terra e di mare» è lo slogan del vicepremier, convinto di aver chiuso il caso con il responsabile del dicastero del Mare e per il Sud, Nello Musumeci.
GIORGIA MELON MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI ALLA CAMERA
Ma se Salvini segna un punto dentro la coalizione di destra, l'Alleanza Verdi e Sinistra italiana accusa il leader della Lega di voler «bloccare i porti e abbandonare in mare bambini, donne e uomini». E non è l'unica voce di opposizione preoccupata per le scelte dei nuovi arrivati. La ex ministra Mara Carfagna, deputata di Azione-Italia viva, pensa che Musumeci si ritroverà a guidare «un guscio vuoto». E questo perché la premier Meloni ha «spacchettato» le Politiche di coesione dal ministero del Sud, affidandole a Raffaele Fitto (che ha anche le competenze sul Pnrr). La capogruppo del Pd Simona Malpezzi rimprovera a Palazzo Chigi di aver fatto «sparire» oltre alla Transizione ecologica anche il ministero della Transizione digitale. Nel nuovo esecutivo non c'è e non ci sarà un successore di Vittorio Colao, le deleghe saranno frammentate e attribuite ad altri ministri.
matteo salvini antonio tajani GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI matteo salvini