Franco Montini Per "la Repubblica"
marcello mastroianni
Un montaggio di scene proibite, che mostrano baci ritenuti troppo appassionati; abbracci vibranti come quello di Marcello Mastroianni a Jeanne Moreau ne "La notte"; approcci troppo virili, come quello di Massimo Girotti in "Desiderio"; particolari anatomici, schiena, fondoschiena ma, a volte, anche semplicemente una caviglia considerata oscena; dialoghi contenenti vocaboli impronunciabili, come nel caso di "Umberto D.", che nell'omonimo film di Vittorio De Sica definisce "puttana" la sua padrona di casa.
marcello mastroianni e jeanne moreau
Sono le sequenze tagliate dalla censura nei film italiani realizzati nel periodo compreso fra il 1946 e il 1969, che compongono "Cinecensura", un filmato di trenta minuti curato da Maria Assunta Pimpini che, nell'ambito delle iniziative del Centro Sperimentale di Cinematografia, sarà visibile in rete da domani a partire dalle 11 sui canali social della Casa del Cinema.
massimo girotti in desiderio
Col montaggio di Stefano Landini, "Cinecensura" raccoglie una ventina di tagli tratti da altrettanti film, che comprendono sia titoli d'autore, come "Accattone" di Pasolini, "I vinti" di Antonioni, "Rocco e i suoi fratelli" di Visconti; sia successi popolari come " Arrangiatevi" con Tòtò, " Alvaro piuttosto corsaro" con Rascel, "Il buono, il brutto, il cattivo", terzo capitolo della cosiddetta trilogia del dollaro di Sergio Leone. E il western all'italiana in particolare è stato uno dei generi più colpiti in quanto ricco di scene di violenza, tortura e sadismo.
girotti
"Cinecensura" è solo un assaggio del frenetico lavoro svolto nel nostro paese dai censori, che hanno colpito oltre 3000 titoli imponendo l'eliminazione di una o più inquadrature, o addirittura arrivando a negare il nulla osta per la distribuzione, come nel caso di "Totò e Carolina" di Mario Monicelli, bloccato per due anni e uscito dopo aver subito un'ottantina di tagli, fino al caso clamoroso di "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci, condannato al rogo, ovvero alla distruzione del negativo, fortunatamente mai attuata.
ultimo tango a parigi
«Con gli occhi di oggi - commenta Alfredo Baldi, autore di un dettagliato volume Schermi proibiti: la censura in Italia, 1947-1988 - l'istituzione appare assolutamente ridicola: il compito di impedire la diffusione di atti osceni, impressionanti o contrari alla decenza e al prestigio delle istituzioni è stato svolto con una severità ottusa. L'ossessione dei censori ha riguardato principalmente la sfera sessuale: circa due terzi dei tagli imposti si riferivano a scene amorose, con interventi a volte incomprensibili. La verità è che la censura è stata costantemente in ritardo rispetto all'evoluzione dei costumi e del comune senso del pudore. Basti ricordare che il seno femminile ha avuto libera circolazione al cinema solo alla fine degli anni Sessanta, quando sulle spiagge e non solo le donne si mostravano senza suscitare alcuno scandalo».
scena da ultimo tango a parigi